La scorsa settimana una delegazione della new.co AcciaItalia si è recata presso lo stabilimento siderurgico di Taranto. Motivo della ‘visita‘, capire a che punto sono gli interventi previsti dal Piano Ambientale e come procede l’attività produttiva attuale del sito.
Molto interessante la composizione della delegazione, guidata ing. Antonio Lupoli, nominato a metà luglio presidente e amministratore delegato di Siderurgica Triestina, di proprietà del gruppo Arvedi che ha formato la cordata con Cassa Depositi e Prestiti e la holding DelFin del gruppo Luxottica
per acquisire gli asset industriali del gruppo Ilva, che ha dato vita
alla new.co AcciaItalia. Ingegnere, dopo un’esperienza in Italcementi, poco meno di trent’anni fa è entrato con il ruolo di impiegato tecnico all’Ilva di Taranto, fino a diventare nel 2010 responsabile dell’area di laminazione a freddo e dal 2013 direttore dello stabilimento tarantino (ruoli per i quali è attualmente indagato in tre diverse inchieste).
Ma la ‘vera sorpresa‘ è stata la presenza di Lucia Morselli, l’ex amministratore delegato di Acciai speciali Terni, al cui seguito vi era un intero staff di otto persone. La Morselli attulmente è la rappresentante di Cassa Depositi e Prestiti all’interno del consiglio di amministrazione dell’AcciaItalia
(il presidente è Giovanni Arvedi). Un ruolo tutt’altro che da
comprimario visto che rappresenta lo Stato all’interno della cordata e
che rafforza ulteriormente le ipotesi che circolano oramai da mesi sul
suo conto: ovvero che dopo aver guidato negli ultimi due anni
l’acciaieria di Terni (salvandola da una crisi economica e produttiva
senza precedenti) sarebbe pronta a diventare il nuovo amministratore delegato dell’Ilva.
Oltre al classico giro di routine, ovvero nell’area a caldo del siderurgico, la visita si è concentrata in particolar modo nell’area di depolverazione dell’impianto delle cokerie e nell’area delle discariche dell’Ilva.
Non un caso, molto probabilmente, in quanto entrambe le aree, per
motivi diversi, negli ultimi mesi sono finiti sotto la lente dei tecnici
dell’ISPRA e di ARPA Puglia durante le visite ispettive trimestrali all’interno del siderurgico, e della Procura e della Guardia di Finanza all’interno di una serie di inchieste sulla gestione dei rifiuti. Sui quali, da ambo le parti è stato ipotizzato il reato di traffico illecito. Guardare con i propri occhi la reale situazione dell’Ilva, è o dovrebbe essere prioritario per chi ha deciso di provare a metterci le mani dentro. In tutti i sensi.
di Gianmario Leone
Per conoscenza-Corriere di Taranto
di Gianmario Leone
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