LO DEVI FARE PER LA PATRIA E PER LO
STATO...“L'utero è loro e lo gestiscon loro”.
E dopo? L'attacco al diritto d'aborto...
Una campagna spudoratamente fascista, la “Fertilityday” del Ministero della Sanità, che di fatto afferma che le donne devono fare figli a seconda delle esigenze di questo sistema.
Siamo anche oltre “le donne macchine riproduttive”, ora bisogna aggiungere: “macchine riproduttive a comando” per dare figli allo Stato!
Ora c'è una presa di distanza “trasversale”, da “sinistra”, centro e destra. Perfino Renzi dice: “io non le avevo viste quelle pubblicità...”. Ma tutti questi ipocriti stanno contestando al massimo il modo, ma non il merito.
Questa campagna in realtà esprime una posizione, una concezione, un humus comune ai rappresentanti di questo Governo e di questo Stato.
Essi da un lato negano, reprimono il diritto di decisione delle donne, negano la procreazione assistita, negano i figli alle coppie gay/lesbiche, perchè queste scelte hanno a che fare con la decisione della donna, delle persone, e questo “non può e non deve essere”; dall'altro dicono: "tu devi fare figli", ma quando e come decide lo Stato.
Uno Stato che nega lavoro, possibilità economiche alle donne, a mettere su famiglia;
uno Stato in cui se le donne lavorano le costringe a fare i salti mortali per badare ai figli; uno Stato in cui i padroni per i loro profitti, possono tranquillamente mettere a rischio la salute delle donne, la loro, appunto, fertilità (leggete le terribili denunce delle tante stanche e ammalate operaie della Fca Sata di Melfi di padron Marchionne, grande amico di Renzi); uno Stato e un governo che taglia sugli asili, sulla sanità, che chiude ospedali (a volte proprio i reparti maternità come in Puglia), scaricando sulle masse popolari gli alti costi per avere figli.
Uno Stato e un governo che spende decine di migliaia di euro per questa campagna pubblicitaria, ma che non spende un centesimo una volta che questi bambini nascono (al massimo la miseria di un bonus).
Uno Stato che per sostenere i profitti dei padroni assassini, inquina aria, terra, mare, fa ammalare donne, mette in pericolo la loro capacità riproduttiva, o fa nascere bambini già condannati (come a Taranto)
Un governo che prepara le guerre e la morte, osa parlare di nuove vite!
Un governo che è responsabile della morte di tanti bambini migranti, che nega cittadinanza agli immigrati, ai loro figli e chiama le donne italiane a fare figli “bianchi” - cos'è questo se non razzismo?!
Il Ministero della sanità dice che “la fertilità è un bene comune”, ma vuole dire più precisamente che: il “bene”, le future forze-lavoro da sfruttare per il capitale, sono “comuni”, ma i problemi del crescere i figli sono “privati”.
Questa campagna unisce riproposizione di valori patriarcali contro le donne – di cui si rilancia il ruolo soprattutto di fattrice di figli, di cura della famiglia (perchè così non allarmino più i dati sempre più in basso dell'occupazione femminile, dei bassi salari, della precarietà, del peggioramento dei diritti delle lavoratrici sulla maternità, ecc.) - a posizioni e concezioni moderno fasciste, che tentano, arrampicandosi sugli specchi, su vari terreni di dare risposte alla crisi economica, sociale, politica di questo sistema imperialista, attaccando i fondamentali diritti delle persone.
Ma ciò che sta dietro a questa squallida campagna – che potremmo liquidare stendendo un velo pietoso – è anche peggio: è una ripresa dell'attacco al diritto d'aborto.
Se le donne devono essere fertili, devono fare figli, è conseguenza una futura campagna, questa molto più concreta e pesante, per impedire in ogni modo che le donne possano decidere di abortire.
Lo stanno già facendo in tante parti in maniera non plateare, però costante: dai tagli ai consultori, alla chiusura di reparti, all'aumento di medici obiettori per cui in certi ospedali non si può proprio abortire, dal porre ulteriori restrizioni alla possibilità di abortire, a bloccare ogni avanzamento della ricerca per anticoncezionali che non facciano male alle donne, ecc.
Ma aspettiamoci che lo facciano in maniera aperta, usando tutte le armi: pratiche, ideologiche, religiose...
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