In questi giorni stampa e televisione stanno dando nuovi numeri: crollano di quasi il 30% le assunzioni a tempo indeterminato nel secondo trimestre del 2016 e contemporaneamente aumentano i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2016),15.264 in più rispetto al secondo trimestre 2015.
Le donne in questo subiscono un
doppio attacco: già al 99% assunte, bene che vada, con contratti
ultraprecari, a bassi salari, senza diritti, subendo
discriminazioni, sono chiaramente le prime a subire queste grigie
cifre del Ministero, dell'Inps, o dei centri studi; ma nello
stesso tempo le stesse statistiche dicono che per le donne le
uscite per pensionamento sono crollate (-47%) a causa della
stretta sui requisiti per la pensione di vecchiaia scattati
quest’anno. Quindi, chi vuole lavorare non può farlo, chi vuole
andare in pensione non può farlo.
Le lavoratrici non hanno certo da sorprendersi di questi dati: li subiamo tutti sulla nostra pelle! E i freddi e crudi dati possono rappresentare solo in minimissima parte quello che significano per le donne, tutta la sofferenza, spesso la disperazione, l'umiliazione, il dover accettare i ricatti di padroni, capi che usano la minacce dei licenziamenti per offenderci, molestarci, pretendere non solo il nostro lavoro ma anche il nostro corpo; non possono rappresentare che significa per le donne dipendenza dalla famiglia, dal marito, essere confinate in casa a dover subire servizi e oppressione...
E ora la Ministra della sanità, con la indecente campagna sulla "fertilità", ci dice pure che dobbiamo fare figli e in fretta...
SE PADRONI, GOVERNO, MINISTRI, SONO CONTRO LE DONNE, NOI SIAMO CONTRO TUTTI!
Dobbiamo lottare!
La nostra lotta non possiamo delegarla ai sindacati confederali, che, piuttosto, firmano sempre più accordi contro di noi (ultimo quello di Almaviva); che accettano contratti vergognosi e licenziamenti, al massimo camuffati da ammortizzatori sociali (pensiamo a tutta la situazione delle lavoratrici precarie negli asili, nelle pulizie, nelle scuole); o che addirittura attaccano le delegate e operaie quando "osano" lottare sui propri diritti (vedi la Fiom alla Fca di Melfi e Termoli), ecc.
Non possiamo delegarla al femminismo piccolo borghese che è sordo alle lotte, alle condizioni delle lavoratrici, delle proletarie.
Dobbiamo noi donne più sfruttate e oppresse ribellarci, prendendo la lotta nelle nostre mani.
RISPONDIAMO A QUESTI FREDDI DATI CON IL CALORE DELLA NOSTRA LOTTA!
DOPO LO SCIOPERO DELLE DONNE - ORGANIZZIAMO A FINE NOVEMBRE UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER SFIDARE COME DONNE IL GOVERNO, I MINISTERI!
MFPR
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