info da Corriere di Taranto
Assemblea Confindustria, Boccia: “Dobbiamo porre le basi per una quarta rivoluzione industriale
Boccia sul risanamento Ilva: “L’Italia si gioca un pezzo del suo futuro”
Sull’ipotesi di revoca degli incarichi ai commissari Ilva, proposta dal presidente Emiliano: “Non possiamo permetterci il lusso di chiudere lo stabilimento siderurgico”
“Dobbiamo porre le basi per una
quarta rivoluzione industriale, tentando di costruire modelli di
sviluppo lavorando in sinergia fra istituzioni, industriali e banche” ponendo le basi per uno sviluppo sostenibile dell’Italia che possa recuperare il gap con gli altri Paesi europei causato dalla crisi economica. È questa la ricetta del presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervenuto durante la 72° assemblea annuale degli industriali tarantini, organizzata nel pomeriggio presso il Circolo Ufficiali di Taranto
(piazza Kennedy). Per fare in modo che il sistema-Paese riparta,
secondo il giudizio di Boccia, è necessario risanare l’Ilva di Taranto. “Il futuro di Taranto e del siderurgico – ha dichiarato Boccia – rappresentano il futuro dell’intero Paese. Sul
risanamento dell’Ilva di Taranto l’Italia si gioca un pezzo del suo
futuro, sia in termini di rilancio industriale che di credibilità
internazionale”. A tal proposito, il presidente Boccia si augura “che
si possa lavorare in una situazione di dialogo fra le istituzioni,
senza far prevalere dogmi, preconcetti o interessi personali”.
A dare forza a questo suo pensiero, il presidente di Confindustria cita una celebre
frase dello scrittore tedesco Goethe: “L’importante non è andare d’accordo, ma andare nella stessa direzione”. E per Boccia, che sintetizza il pensiero degli industriali italiani, la direzione da intraprendere è rappresentata dal rilancio industriale dell’Italia che sia eco-compatibile con i principii di sostenibilità ambientale e con le normative ambientali in materia di sicurezza.
frase dello scrittore tedesco Goethe: “L’importante non è andare d’accordo, ma andare nella stessa direzione”. E per Boccia, che sintetizza il pensiero degli industriali italiani, la direzione da intraprendere è rappresentata dal rilancio industriale dell’Italia che sia eco-compatibile con i principii di sostenibilità ambientale e con le normative ambientali in materia di sicurezza.
L’assemblea di Confindustria Taranto, iniziata con un minuto di raccoglimento in onore dell’operaio recentemente scomparso, Giacomo Campo, riparte da alcune certezze, sintetizzate nel tema del congresso: “Taranto città del mondo”.
Risanamento ambientale ed industriale dell’Ilva, internalizzazione
delle aziende ioniche, valorizzazione della posizione baricentrica della
città Bimare nel Mediterraneo per il rilancio della portualità e
reindustrializzazione del territorio, incentrata sullo sviluppo
sostenibile, in un processo che proceda parallelamente con lo sviluppo
turistico e culturale dello stesso.
“Ritenere il turismo un settore
contrapposto all’industria o, peggio, destinato a sostituirla è un
errore grave che potrebbe produrre – se ispirasse scelte conseguenti in
materia di sviluppo – danni incalcolabili all’economia territoriale”. È quanto dichiarato dal presidente Vincenzo Cesareo
nel corso della sua relazione introduttiva dell’assemblea degli
industriali tarantini, sottolineando il fatto che il rilancio
industriale del territorio debba procedere di pari passo con la
riqualificazione delle bellezze storico-architettoniche del nostro
territorio, in primis città Vecchia, oggetto di un concorso
internazionale di idee che si appresta ad entrare nella fase concorsuale
nevralgica, e con la promozione e valorizzazione del turismo. “Patrimonio identitario – dichiara Cesareo nella sua relazione in riferimento a città Vecchia – che
ci auguriamo possa finalmente aggregare quelle energie e risorse,
pubbliche e private, capaci di metterne a frutto tutto il potenziale
economico”.
Fra gli interventi auspicabili dal presidente Cesareo vi sarebbe il recupero del piano Tekne,
un progetto risalente agli anni ’60 che prevedeva lo sviluppo dei
comparti industriali meccanici in parallelo con la nascita del IV centro
siderurgico a Taranto. Tale piano, secondo Cesareo, riacquisterebbe
oggi nuova linfa anche in virtù del vicino stabilimento automobilistico di Melfi
in Lucania. Ciò per mezzo di una serie di interventi, come il recupero
degli ex cantieri navali Tosi (il quale si presterebbe, secondo il
presidente Cesareo, per la costruzione di grandi yacht) e dell’Arsenale
militare, utilizzato anche per finalità civili. E poi ha accennato al
progetto Lamiere 2.0: “Taranto potrebbe ospitare – ha aggiunto – un
centro di rottamazione di naviglio civile e militare”, progetto già
abbozzato nel recente passato da diversi industriali. In riferimento
all’area portuale in passato di proprietà della Belleli Off-Shore,
ha specificato che “potrebbe inoltre ripartire la costruzione di
piattaforme per estrazioni di petrolio e gas nel Mediterraneo e
altrove”, facendo implicitamente riferimento al progetto di estrazione
petrolifera e di gas già avviato al largo delle coste egiziane.
Giacimento petrolifero denominato “Zohr” che, lo specifichiamo, è di proprietà dell’Eni e risulta il più esteso giacimento petrolifero del Mar Mediterraneo e fra i più grandi al mondo , superando di gran lungo il giacimento petrolifero “Leviathan” al largo di Israele.
Dopo la relazione introduttiva di
Cesareo, è intervenuto il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, per i
saluti di rito dell’Amministrazione comunale ionica. Lo stesso ha
commentato l’interesse del Governo per il risanamento dell’azienda e per
la rigenerazione ambientale e sociale di Taranto. “Quello del Governo – in riferimento agli interventi previsti nell’ambito del CIS, Contratto Istituzionale di Sviluppo, ndr – non
è stato solo un atto dovuto di solidarietà nei confronti di questo
territorio per i problemi di cui soffre bensì una scelta strategica. Una
sfida per vedere se la nostra nazione sia capace di trasformare un
sofferenza – ha concluso – in una grande opportunità”.
Era prevista la presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Claudio De Vincenti ma, vista la convocazione del Consiglio dei Ministri per l’approvazione del Def (Documento
di Economia e Finanza), lo stesso ha inviato alla platea un
videomessaggio incentrato su quanto l’Esecutivo ha posto in essere o in fieri su Taranto per quanto concerne gli interventi di bonifica e di risanamento contenuti nel CIS.
Ha poi parlato di una “nuova rivoluzione industriale” che vedrà lo stabilimento siderurgico ionico come motore. “Lo stabilimento siderurgico di Taranto è al centro della strategia industriale del governo – ha dichiarato De Vincenti – favorendo la più rigorosa tutela della salute e dell’ambiente”.
Ha poi ribadito la priorità posta nella valutazione del piano
ambientale rispetto al piano industriale che i singoli potenziali
acquirenti hanno presentato nel corso della procedura concorsuale i cui
esiti e della cui priorità posta sulle questioni ambientali sono
disciplinati dall’ultima legge in materia di Ilva.
L’assemblea odierna di Confindustria è poi proseguita con una tavola rotonda, la quale ha annoverato un parterre di relatori di ampio respiro e di rilevanza nazionale. Erano infatti presenti al dibattito moderato dal giornalista della Rai, Angelo Mellone, oltre a Vincenzo Boccia, intervenuto per i saluti conclusivi, anche: il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Uricchio, il direttore regionale Sud di Intesa Sanpaolo, Francesco Guido, il presidente provinciale di Confindustria, Vincenzo Cesareo.È giunto successivamente anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, precedentemente impegnato in un incontro non istituzionale sui temi inerenti la sanità ed il Piano regionale di riordino ospedaliero organizzato dal comitato dei “Liberi e Pensanti” presso il padiglione Vinci dell’ospedale S.S. Annunziata.
Gozzi ha specificato, nel suo intervento,
la necessità di rimettere nuovamente sul mercato lo stabilimento Ilva
in quanto, a suo giudizio, un’azienda siderurgica di quelle dimensioni
può essere gestita solo da grandi gruppi industriali del settore
siderurgico. Ha poi ribadito l’importanza strategica del siderurgico
ionico. “A latere della produzione siderurgica di Taranto c’è
un’intera filiera, quella meccanica, che dal venir meno del centro
siderurgico perderebbe gran parte della sua competitività”.
Il presidente della Regione Puglia,
intervenuto a dibattito già avviato, ha ribadito il suo intento di voler
“decarbonizzare” l’Ilva di Taranto. “Esistono dei metodi produttivi che
consentirebbero di abbattere l’inquinamento. L’idea di utilizzare il
gas metano che giungerà in Puglia tramite il gaasdotto Tap come
combustibile per l’Ilva di Taranto – ha proseguito Emiliano – è stata presentata dai tecnici della Regione Puglia in occasione della conferenza sul clima di Parigi l’anno scorso”.
In verità, come da noi più volte ribadito e come specificato dallo
stesso Emiliano, tale idea è stata già presentata dall’ex commissario
dell’Ilva, Enrico Bondi, e dal suo staff tecnico di
sub-commissari. Ci furono inoltre delle sperimentazioni in Ilva per
riutilizzare i gas fuggitivi prodotti dalle acciaierie come combustibile
al posto del carbone coke. Sperimentazioni che, va
precisato, non ottennero l’effetto sperato a danno della qualità
dell’acciaio prodotto. Ma di ciò, evidentemente, Emiliano non risulta
essere abbastanza informato quanto dimostra esserlo per quanto concerne i
costi di produzione che, inevitabilmente e come da lui stesso ammesso,
salirebbero qualora si usasse il gas metano come combustibile. A tal
riguardo, il giornalista Mellone ha voluto ricordare al presidente
Emiliano le sue precedenti dichiarazioni nelle quali chiedeva la revoca
dell’autorizzazione ai commissari Ilva e la chiusura dello stesso
stabilimento industriale. Alla domanda del giornalista, che evidenziava
una certa ambivalenza del governatore nelle sue dichiarazioni, Emiliano
ha risposto affermando che “gli studi epidemiologici dei tecnici
della Regione Puglia evidenziano il nesso causale fra produzione
industriale dell’Ilva ed aumento delle ripercussioni sanitarie sulla
popolazione. Se non dovesse essere modificato il sistema produttivo di
quell’azienda – ha concluso – non appena tornerà a salire la produzione industriale si avrebbe un aumento del livello dei dati epidemiologici”.
Relativamente all’ipotesi
“decarbonizzazione” dell’Ilva, è intervenuto anche Gozzi, specificando
che esistono tutti i margini industriali per poter ambientalizzare lo
stabilimento ionico, senza modificare le modalità produttive. “In
Europa ci sono 11 stabilimenti siderurgici che producono acciaio usando
la stessa filiera produttiva di Taranto. Queste aziende rispettano le
normative comunitarie in materia di ambiente ed emissioni. Se si è riuscito a fare ciò in queste aziende, può essere raggiunto lo stesso obiettivo anche a Taranto”.
Fine perseguibile “convincendo l’Unione europea a concedere all’Italia
di investire risorse pubbliche” per il risanamento della fabbrica.
Altrimenti «se così non dovesse essere – ha poi concluso – quell’azienda andrebbe chiusa”.
Quanto a questa ipotesi di chiusura
dell’Ilva come fallimento del sistema-Paese, il presidente nazionale di
Confindustria chiosa il suo intervento rivolgendosi al presidente
Emiliano ed auspicandosi che i conflitti istituzionali vengano messi da
parte, in quanto “non aiutano a procedere nella stessa direzione. Non possiamo permetterci il lusso – ha poi concluso – di
consentire la chiusura dello stabilimento siderurgico di Taranto; e
questo lo dico con il cuore di un uomo del Sud e con la testa di
presidente di Confindustria”.
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