Si tengono oggi a Oria alle 15 nella chiesa di San Domenico i funerali di Claudio Masella ucciso dalla direzione aziendale e capi - incriminati il direttore attuale dello stabilimento Buffo e i capi Colucci e Govinazzi.., ma si tratta di uomini insediati da Riva e vogliamo che anche la proprietà risponda di questo assassinio -
a nome della redazione del blog tarantocontro e di tutte le strutture che lo sostengono- prima di tutto slai cobas ilva per il sindacato di classe- le nostre condoglianze alla famiglia straziata e il nostro massimo impegno perchè giustizia sia fatta e che la morte di Claudio non sia vana ma serva a vincere la battaglia in questa fabbrica: mai più morti sul lavoro, da lavoro, da inquinamento.
L'autopsia afferma che Claudio è morto sul colpo e per schiacciamento, quindi non c'è il problema del malore,nè di caduta, nè di ritardi di soccorsi; la causa è evidente e da confermare nell'inchiesta è quella dell'insicurezza e del monoperatore, come denunciano da giorni gli operai del mof in sciopero e in presidio permanente, promossa dalla USB Ilva- lo slai cobas Ilva aderisce -
TARANTO - Schiacciato tra due respingenti mentre era in piedi sui binari. È stata una morte terribile quella che ha fatto Claudio Marsella, l’operaio locomotorista originario di Oria deceduto martedì mattina nel reparto Movimento ferroviario dell’Ilva al quinto sporgente della zona portuale del siderurgico. È l’area in cui transitano i treni che portano le merci agli impianti. La morte di Marsella è stato a tutti gli effetti un infortunio sul lavoro, come ha confermato anche il medico legale Giancarlo Di Vella che ha eseguito ieri pomeriggio l’autopsia sulla salma.
Il ragazzo in sostanza è morto schiacciato fra i respingenti del locomotore e quelli del vagone. Il professor Di Vella aveva ricevuto nei giorni scorsi l’incarico dal pubblico ministero Giovanna Cannarile titolare delle indagini sulla morte dell’operaio. All’esame autoptico hanno partecipato anche il medico legale Alessandro Bocchini, consulente dell’avvocato Raffaele Pesce, rappresentante dei familiari della vittima ed il professor Luigi Strada, incaricato dall’avvocato Egidio Albanese che invece difende i tre indagati: il direttore dello stabilimento Adolfo Buffo, 56 anni e due impiegati dello stabilimento Antonio Colucci, 55 anni e Cosimo Giovinazzi, 38 anni, entrambi di Martina Franca.
Secondo il consulente della famiglia della vittima, il povero Marsella sarebbe rimasto intrappolato fra due respingenti. Ha subìto lo schiacciamento dell’emibacino destro, che ha causato diverse fratture, danni gravissimi agli organi interni ed una vasta emorragia interna. La morte, probabilmente, è avvenuta in tempi rapidissimi. I danni al corpo hanno riguardato solo la zona sotto l’ombelico, nessuna ferita è stata riscontrata alla testa o al torace. Al momento sembrano esclusi problemi cardiaci o neurologici che potevano far pensare ad una caduta dal locomotore. In sostanza l’operaio ha subito lo schiacciamento mentre si trovava in piedi. Dunque cade, dopo l’autopsia, l’ipotesi del malore. Comunque, per fugare ogni dubbio sull’argomento e per rispondere a tutti i quesiti del pubblico ministero, il professor Di Vella ha disposto ulteriori esami istologici, il risultato dei quali non si conoscerà prima di una settimana. Claudio Marsella era stato trovato esanime martedì scorso, ai piedi di un locomotore nei pressi di uno dei moli interni al recinto dello stabilimento Marsella. Il ragazzo era stato subito soccorso da alcuni colleghi ma le sue condizioni erano apparse subito molto gravi. Un’autoambulanza del 118 lo aveva trasportato presso l’ospedale SS. Annunziata dove, purtroppo, l’ operaio brindisino era deceduto poco dopo il ricovero. Il giudice aveva posto sotto sequestro il locomotore per consentire di ricostruire la dinamica dell’incidente.
Dopo l’autopsia, la salma di Marsella è stata restituita alla famiglia. I funerali del giovane operaio si svolgeranno oggi alle 15 presso la chiesa di San Domenico a Oria.
Ilva, sciopero a oltranza
"Ora vogliamo la verità"
Sale la tensione, divisioni anche tra i sindacati per l'operaio morto in un incidente. Attese per il fronte giudiziario di MARIO DILIBERTO
Sciopero ad oltranza. E’ scontro in Ilva dopo la morte di Claudio Marsella, l’operaio di ventinove anni che ha perso la vita martedì scorso nel reparto movimentazione ferroviaria (Mof) dello stabilimento siderurgico di Taranto. Da giorni i compagni di Claudio presidiano i cancelli della portineria A.
Lo sciopero è stato proclamato dall’unione sindacale di base (Usb) e doveva inizialmente esaurirsi ieri. Poi la proroga sino a martedì. Ed ora il proposito di andare avanti ad oltranza. “Pretendiamo la verità per Claudio” spiega Francesco Rizzo, coordinatore provinciale di Usb che sta dirigendo la protesta dei centoventi addetti del reparto che piange la morte di questo giovane 29enne di Oria. Pomo della discordia è un accordo siglato da Fim, Fiom e Uilm in base al quale le macchine del reparto possono essere condotte da un solo addetto. Claudio Marsella, infatti, era solo al momento dell’incidente che gli è costato la vita.
“Quell’accordo – sostiene Rizzo – era stato subito respinto dai lavoratori. Lasciare un operaio da solo significa abbandonarlo al suo destino. E chi su quelle macchine ci lavora aveva subito fiutato il pericolo. Non sappiamo perché Claudio è morto. Di certo sappiamo che con lui non c’era chi poteva aiutarlo tempestivamente”. Ora l’Usb chiede un confronto con i vertici di Ilva per cancellare l’accordo. “Va stracciato” – dice senza mezzi termini Rizzo.
Ma la possibile trattativa
è inceppata sul fatto che l’Usb non è riconosciuta dall’azienda. “Non ci riconoscono e sostengono di non riconoscere lo sciopero. Il nostro presidio sta andando avanti tra minacce e intimidazioni” – continua Rizzo. “Uomini dell’azienda contattano i lavoratori e minacciano provvedimenti disciplinari. Nonostante questo clima il reparto ha aderito in maniera compatta alla protesta che intendiamo portare avanti sino a quando non ci saranno risposte”.
Lo sciopero, che secondo Rizzo, sta bloccando il reparto movimentazione ferroviaria è diventato terreno di scontro tra sindacati. Perché l’Usb senza mezzi termini attacca Fim, Fiom e Uilm per la firma messa su quell’accordo. “Sono responsabili al pari dell’azienda” – attacca Rizzo
E le tre sigle non si sottraggono alla polemica.
“Le cause che hanno provocato l’infortunio del giovane operaio Claudio Marsella, nel grave e inaccettabile incidente accaduto nel reparto MOF dell’Ilva, sono al momento in fase di accertamento da parte degli organi inquirenti che, siamo convinti, faranno piena luce sulle eventuali responsabilità” – si legge nella nota diffusa dai tre sindacati. Poi l’affondo contro Usb “Le informazioni diramate in questi giorni – scrivono Fim, Fiom e Uilm - non corrispondono alla realtà. La documentazione inerente agli accordi distribuita ai lavoratori e agli organi di stampa risulta incompleta. Mancano il cronoprogramma e la procedura di soccorso in caso di malore o infortunio. Alle menzogne – concludono - rispondiamo dicendo che nessuna modifica organizzativa degli assetti di lavoro nel reparto Mof è avvenuta in modo unilaterale, in quanto al fine di perfezionare quanto più possibile le modalità di accordo si sono tenute assemblee retribuite tra i lavoratori che hanno condiviso l’accordo”.
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