sabato 17 novembre 2012

rizzo sulle ultime dichiarazioni di ferrante


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TARANTO - «Le dichiarazione di Ferrante le definirei quasi terroristiche. Una minaccia neppure tanto velata ai custodi giudiziari e alla Procura». Lo dice Francesco Rizzo, coordinatore dell'Usb Ilva (Unione sindacale di base) in relazione alla lettera inviata dal presidente del Siderurgico, Bruno Ferrante, alla Procura e ai custodi giudiziari, nella quale si fa presente che «la fermata, non in sicurezza, di tutti gli impianti dell’area a caldo», porterebbe come conseguenza «gravi rischi di incidente rilevante e danni irreparabili agli impianti». Secondo Rizzo sono affermazioni prive di fondamento. «Si sentono autorizzati a minacciare tutti. È una tattica che usano da mesi per far desistere i custodi - osserva il coordinatore dell'Usb - dal tentativo di spegnimento degli impianti. Vorrei capire a cosa si riferisce Ferrante. Dove ci potrebbe essere l'incidente rilevante? Hanno i tempi e i modi per evitare non l'incidente rilevante ma anche l'incidente più piccolo in funzione del fatto che si devono fermare».

Fermeremo noi l'azienda. «Io credo che l'azienda si fermi molto prima del 14 dicembre, ma perché la fermano i lavoratori questa volta». Lo dice Rizzo, commentando l'annuncio dell'azienda che fermerà l'area a caldo il 14 dicembre prossimo per l'esaurimento delle materie primi nei parchi minerali. «Non siamo per la chiusura – aggiunge - ma non possiamo restare inermi davanti a un atteggiamento di questo tipo. Dichiareremo lo stato di agitazione, fatto in maniera seria, e fisserò una data per una grande manifestazione, se necessario anche da fare a Roma». Rizzo invita anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, a farsi promotore di «iniziative importanti e a non limitarsi a scrivere lettere al premier Monti che non portano da nessuna parte. Il sindaco, ad esempio, potrebbe chiamare a raccolta la città e fare una grande manifestazione allo stadio». L'Usb farà «ricorso all'Inps per la cassa integrazione perchè non c’è motivo – osserva Rizzo – di aprire questa procedura e lo dimostreremo con documenti alla mano». Infine Rizzo dichiara di essere stato contattato oggi da colleghi dell'Acciaieria che protestavano perchè, «nonostante le due denunce che abbiamo presentato, sono ancora costretti a lavorare senza aspirazione e quindi inalano tutti i fumi cancerogeni della produzione».

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