Riva ha fatto sapere che o la gestione degli impianti torna pienamente nelle sue mani o niente soldi, niente Aia, niente soprattutto messa a norma dell'area a caldo.
Un atteggiamento da vero e proprio padrone, arrogante, che se ne frega della salute e della vita dei lavoratori e della popolazione, come se n'è fregato dell'ultimo assassinio, di Claudio, operaio del Mof.
E' evidente che è una falsa giustificazione quella dichiarata da Ferrante per cui: se non c'è il dissequestro, se non torna nella piena disponibilità degli impianti, non può intervenire per attuare le prescrizioni dell'Aia.
Il sequestro non impedisce un bel nulla! Ma serve a imporre a Riva soldi e interventi, che altrimenti non farà mai.
La realtà è che padron Riva - dopo la parentesi "diplomatica" di Ferrante - ora passa alle sue maniere solite: continua a far andare la produzione nell'area a caldo come prima, avvelenendo lavoratori e popolazione; intanto dichiara una cassintegrazione da un lato ricattatoria, dall'altro di pesante avvisaglia: guardate che posso cominciare a metter fuori operai... e forse anche mezzi, gru - come da diverse settimane operai denunciano. Mentre le segreterie di Fim, Fiom, Uilm sono tragicamente penose e ridicole per come alzano la voce ma abbassano sempre di più testa e corpi.
Intanto, ancora, gli altri padroni, le aziende committenti dell'Ilva, stanno cominciando a farsi i conti, a guardarsi intorno per vedere dove altro possono comprare l'acciaio.
Ma questa "guerra" scatenata da padron Riva non è chiusa e soprattutto non va considerata chiusa, con esito scontato contro il lavoro e la salute da parte degli operai.
Questo atteggiamento, purtroppo presente tra larghi settori dei lavoratori, non va bene.
Se è guerra, allora gli operai, la maggioranza degli operai devono decidersi a combatterla realmente. Ormai di cose avere timore, da cosa essere ricattati? L'unico timore è perdere senza aver combattuto. Mentre se si combatte realmente, la conclusione di questa vicenda Ilva iniziata mesi fa non è affatto scontata!!
Gli operai del MOF, al di là della vicenda concreta, delle loro rivendicazioni di tornare al lavoro ma in sicurezza, costituisce all'Ilva un fatto nuovo e importante! Finalmente un gruppo consistente di operai alza la testa e ragiona secondo i suoi interessi di classe; finalmente si libera dai ricatti, dalle pressioni, dai legami sporchi dei sindacati confederali, e impone la dignità, la civiltà, la democrazia della lotta: sciopero ad oltranza, non solo per avere più sicurezza ma anche per affermare che gli operai devono essere liberi di decidere loro come organizzarsi in fabbrica, quando e come scioperare, su cosa, ecc.
Finalmente vi sono operai, non del Mof, alcuni dello Slai cobas per il sindacato di classe, che stanno scioperando al loro fianco, non per una loro rivendicazione, ma per affermare che la lotta è di tutti; questi operai forse stanno rischiando più dei lavoratori del Mof, ma possono guardarsi con orgoglio e dignità allo specchio ogni mattina!
Questo segnale, questo esempio, ancora non viene letto nel senso giusto, per il messaggio che dà a tutti gli operai.
Ma oggi sia chiaro a tutti: padron Riva, il governo, l'atteggiamento servile dei sindacati del padrone, loro, rischiano di far chiudere la fabbrica.
Per questo gli operai, in questa guerra, hanno la possibilità di cambiare la rotta, hanno da fare una lotta grande, determinata, per il lavoro, la salute loro e della popolazione, e soprattutto per essere una sola classe, unita nella difesa dei suoi interessi e di quelli di tutta la popolazione.
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