Ilva, corteo del Mof per ricordare Marsella
Manifestazione a Taranto per l'operaio morto in fabbrica.
Le parole sono echeggiate in piazza come un monito quando era appena calato il buio. «Claudio lavorava per avere una famiglia, un futuro, per fare tutto. Non è riuscito a fare nulla. Fate voi qualcosa». Dario Marsella anni fa aveva già perso un fratello in un incidente stradale. Dal 30 ottobre scorso, lui e i suoi genitori non hanno più neppure l'altro fratello, Claudio, rimasto schiacciato tra un locomotore e un vagone al reparto Movimento Ferroviario (Mof) dell'Ilva. «Sono rimasto solo», ha detto con un groppo alla gola, e allora ha chiesto a tutti «di fare le cose con il
cuore».
CIRCA 600 PERSONE IN PIAZZA. Piazza della Vittoria, il 'cuore' di Taranto, non era però gremita il 10 novembre. Speranze deluse per chi si attendeva che la gente tirasse fuori un moto di ribellione e si unisse nella protesta per le strade della città ai colleghi di reparto di Claudio, 'Quelli del Mof' (una ottantina in tutto) che da 12 giorni incrociano le braccia, sfidando i sindacati storici, chiedendo più sicurezza in fabbrica e una 'chiamata' dell'azienda per discutere.
In corteo hanno sfilato alcune centinaia, 600 secondo la questura. Tante le bandiere dell'Unione sindacale di base (Usb), che ha aiutato gli operai del Mof ad organizzare la manifestazione, e poi esponenti dello Slai Cobas, del Comitato 'Donne per Taranto', di movimenti arrivati da lontano come i 'Blocchi precari metropolitani' di Roma e persino un gruppetto di curdi con cartelli inneggianti alla libertà; nessun rappresentante istituzionale. Altrove la gente comune, e non c'entra il week end.
GIGANTOGRAFIA DI CLAUDIO IN TESTA AL CORTEO. Erano quattro anni che in Ilva non moriva un lavoratore per un incidente. 'Quelli del Mof' lo hanno ricordato indossando in corteo una maglietta bianca su cui era impressa la foto di Claudio. Una gigantografia dell'operaio morto era attaccata al furgone che apriva il corteo, insieme ad un pezzo di stoffa azzurro con la scritta 'Ciao Claudio'. Per Claudio, ma probabilmente non solo per lui, 'quelli del Mof' hanno deciso di proseguire lo sciopero ad oltranza almeno fino a mercoledì; il giorno prima saranno ricevuti alla Regione Puglia. 'Gli accordi sono vostri, le vite sono nostre' hanno scritto ripetutamente sugli striscioni, ricordando ai sindacati storici Fim, Fiom e Uilm che quell'accordo con l'azienda del novembre 2010 per il Mof, che stabilisce la presenza di un solo lavoratore sul locomotore in aggancio ai vagoni ferroviari, proprio non va.
«Dopo la morte di Claudio», ha detto un suo collega di lavoro, Eligio, «non può essere tutto come prima. Ci hanno definito eroi, ma qualcuno anche sciacalli. Claudio è morto anche per la nostra indifferenza e la mancanza di voglia di lottare».o.
Sabato, 10 Novembre 2012
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