TARANTO – La
Corte d’Appello di Milano ha revocato, su istanza dell’avv. Gian Paolo
Del Sasso, la misura cautelare nei confronti di Fabio Riva, figlio
dell’ex patron dell’Ilva Emilio, per il quale il 18 giugno scorso è
stata confermata la condanna a 6 anni e mezzo di carcere per la vicenda
della presunta truffa ai danni dello Stato da circa 100 milioni di euro.
Lo ha reso noto l’avv. Nicola Marseglia, che difende l’imputato,
arrestato il 5 giugno scorso dopo oltre due anni e mezzo trascorsi a
Londra, nell’udienza preliminare per disastro ambientale che si svolge a
Taranto, per cui è tuttora sottoposto a custodia cautelare in carcere.
Nell’inchiesta milanese, invece, si ipotizza la creazione di una società
ad hoc in Svizzera, l’Ilva Sa, che avrebbe avuto lo scopo di aggirare
la normativa sulla erogazione di contributi pubblici per le aziende che
esportano all’estero.
«RIVA? MAI STATO LATITANTE» - “Fabio Riva non è mai stato latitante. Questa è una interpretazione frutto di una cattiva informazione sia dal punto di vista formale sia dal punto di vista sostanziale", aveva sottolineato questa mattina a margine dell’udienza preliminare per disastro ambientale a carico dell’Ilva, l’avvocato Nicola Marseglia, difensore di Fabio Riva, rientrato in Italia dopo circa due anni e mezzo trascorsi a Londra e arrestato il 5 giugno scorso dai finanzieri.
Fabio Riva, ai vertici dell’omonimo gruppo, è uno dei 49 imputati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio e risponde, tra l’altro, di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale. "Fabio Riva – ha aggiunto Marseglia – era all’estero quando gli è stata notificata l’ordinanza di custodia, è rimasto all’estero, si è opposto alla esecuzione del mandato di arresto europeo, ha resistito all’estradizione, ha rinunciato alla opposizione all’estradizione, si è presentato in Italia ed è stata eseguita l'ordinanza che era rimasta sospesa proprio perchè non era stato trovato in Italia".
Ma "non è mai – ha insistito il legale - stato latitante. A Londra, dal primo giorno, subito dopo essere stato liberato su cauzione, è sempre stato sottoposto a misura coercitiva, quindi credo che l’idea che sia stato latitante sia del tutto infondata. Non era prevista la sua presenza stamani, ma non escludiamo – ha concluso Marseglia – di far pervenire una sorta di dichiarazione spontanea scritta".
«RIVA? MAI STATO LATITANTE» - “Fabio Riva non è mai stato latitante. Questa è una interpretazione frutto di una cattiva informazione sia dal punto di vista formale sia dal punto di vista sostanziale", aveva sottolineato questa mattina a margine dell’udienza preliminare per disastro ambientale a carico dell’Ilva, l’avvocato Nicola Marseglia, difensore di Fabio Riva, rientrato in Italia dopo circa due anni e mezzo trascorsi a Londra e arrestato il 5 giugno scorso dai finanzieri.
Fabio Riva, ai vertici dell’omonimo gruppo, è uno dei 49 imputati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio e risponde, tra l’altro, di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale. "Fabio Riva – ha aggiunto Marseglia – era all’estero quando gli è stata notificata l’ordinanza di custodia, è rimasto all’estero, si è opposto alla esecuzione del mandato di arresto europeo, ha resistito all’estradizione, ha rinunciato alla opposizione all’estradizione, si è presentato in Italia ed è stata eseguita l'ordinanza che era rimasta sospesa proprio perchè non era stato trovato in Italia".
Ma "non è mai – ha insistito il legale - stato latitante. A Londra, dal primo giorno, subito dopo essere stato liberato su cauzione, è sempre stato sottoposto a misura coercitiva, quindi credo che l’idea che sia stato latitante sia del tutto infondata. Non era prevista la sua presenza stamani, ma non escludiamo – ha concluso Marseglia – di far pervenire una sorta di dichiarazione spontanea scritta".
Noi vogliamo altro invece - come abbiamo fatto anche all'udienza di ieri
Nessun commento:
Posta un commento