Il 3 Luglio per la
seconda volta una delegazione dello Slai Cobas sc si è recata al Palaricciardi,dove
risiedono i migranti e mentre la responsabile parlava con alcuni di loro, io
mi sono staccata e andata nella struttura per parlare con i volontari, responsabili e migranti.
Lo spettacolo che si è presentato davanti ai miei
occhi (era la mia prima volta) è stato a dir poco squallido, la struttura era
fatiscente, tanti materassi allineati a terra fra lo sporco, visi tristi e
stanchi, Poi però in fondo alla palestra qualcuno mi ha distolto da tutto
questo. Questo qualcuno è Victor, un bimbo paffuto e molto vivace; d’istinto mi
sono avvicinata e l’ho preso in braccio, sembrava che non aspettasse altro, ma è arrivata una volontaria che garbatamente mi ha detto che era
vietato prendere i bambini in braccio, l’ho posto giù ma appena la volontaria si
è allontanata Victor strizzava le manine e alzava i piedini facendomi capire che
voleva tornare in braccio per giocare con i miei orecchini, allora una delle
mamme si è avvicinata e mi ha messo Victor in braccio, ma non solo, mi ha scattata
anche tre foto e poi mi ha abbracciata. Mi sono allontanata un attimo per
andarmi a congratulare con la mamma della creatura ma mi sono trovata davanti
una donna sfinita e dolorante, dolorante perché le faceva molto male la
pancia, ma lì in quella struttura non c’è assistenza sanitaria, queste persone
sono abbandonate a se stesse, l’ho rincuorata sforzandomi di farle capire che
eravamo lì per aiutarli, Lei ha molto apprezzato, mi ha abbracciata e
baciata, vedendo questo anche le altre mamme si sono avvicinate e hanno fatto la
stessa cosa. Le ho salutate con un arrivederci e mi sono allontanata con tanta
tristezza dentro e ancora adesso non riesco a togliermi davanti agli occhi il
faccino e quegli occhi enormi di Victor.
Concetta
Nessun commento:
Posta un commento