giovedì 9 luglio 2015

appalti: NO almassimo ribasso e clausola sociale - un accordo a Bologna - anche a Taranto nell'appalto asili NO assunzione col Jobs act

Ma a Taranto per le lavoratrici di pulizia e ausiliariato degli asili, lo Slai cobas chiede anche accordo per condizioni di lavoro dignitose e chiede subito alla nuova Ditta di applicare l'orario e il livello adeguato stabilito dal CCNL multiservizi. 
 
Bologna rinnova gli appalti: clausola sociale e uno stop al Jobs Act

Un'intesa tra Comune, sindacati e imprese permetterà di costruire una filiera più pulita. Basta con il massimo ribasso, premi per le aziende virtuose. I lavoratori conserveranno il posto nei cambi di affidamento, con la possibilità di mantenere l'articolo 18 se già lo hanno
Un pro­to­collo per molti versi inno­va­tivo, e che cor­regge diverse stor­ture intro­dotte dal Jobs Act. Lo ha fir­mato il Comune di Bolo­gna con i sin­da­cati con­fe­de­rali e diverse asso­cia­zioni di impresa, e riguarda le gare di appalto che ver­ranno ban­dite a par­tire dal gen­naio 2016 e per i suc­ces­sivi tre anni. Si fanno pro­pri nume­rosi prin­cipi por­tati avanti dalle cam­pa­gne di Libera di Don Ciotti e Cgil, come ad esem­pio la tra­spa­renza nella filiera dei lavori, l’esclusione del mas­simo ribasso, la garan­zia della clau­sola sociale.

Viene anche for­mu­lato un intento, tra gli obiet­tivi gene­rali: quello di garan­tire «il man­te­ni­mento dei diritti e delle con­di­zioni retri­bu­tive di pro­ve­nienza dei lavo­ra­tori in caso di cam­bio di sog­getto affi­da­ta­rio». La stessa Cgil aveva più volte lamen­tato il fatto che dopo l’entrata in vigore del Jobs Act, nei cambi di appalto il lavo­ra­tore è desti­nato a per­dere l’articolo 18, venendo rias­sunto con il con­tratto a tutele cre­scenti: ebbene, le imprese che lavo­rano in appalto per il Comune di Bolo­gna hanno accet­tato, per­lo­meno come obiet­tivo, di con­ser­vare in futuro que­sto diritto, ma — spe­ci­fica il ver­bale di intesa — «com­pa­ti­bil­mente con le con­di­zioni eco­no­mi­che della gara di appalto»...

alcuni punti dell’accordo: tra gli obiet­tivi, si cita quello di «uti­liz­zare, prio­ri­ta­ria­mente nelle com­messe di lavori e sem­pre in quelle di ser­vizi, il cri­te­rio dell’offerta eco­no­mi­ca­mente più van­tag­giosa per qua­li­fi­care sia la domanda pub­blica sia l’offerta espressa dalle imprese per valo­riz­zare la con­cor­renza tra le imprese qua­li­fi­cate».
Inol­tre, altro obiet­tivo è quello di «tute­lare il rispetto inte­grale dei con­tratti col­let­tivi nazio­nali e locali».
Infine la cosid­detta «clau­sola sociale», ovvero la garan­zia per i dipen­denti di un’impresa di appalto a man­te­nere il posto in caso di affi­da­mento a un altro sog­getto: «Il Comune di Bolo­gna — si legge nel pro­to­collo — si impe­gna a inse­rire, quale con­di­zione di ese­cu­zione dell’appalto, nei bandi di gara di affi­da­mento dei ser­vizi da riaf­fi­dare, la clau­sola sociale di sal­va­guar­dia di rias­sor­bi­mento di mano­do­pera per la tutela dei lavo­ra­tori e delle lavo­ra­trici». In più, il Comune di Bolo­gna «si impe­gna a inse­rire nei bandi di gara anche la clau­sola per l’inserimento lavo­ra­tivo delle per­sone svantaggiate»...

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