Non comincia al meglio l’attività di presidente della Regione Puglia di Michele Emiliano. Questa mattina è stato infatti contestato da alcuni manifestanti al suo arrivo al palazzo del governo di Taranto, sede della Provincia, dov’è in corso la prima riunione ufficiale della sua giunta. Sono volati insulti e anche qualche calcio.
Diversi gli striscioni esposti dai manifestanti con le frasi «Emiliano, ora prima di tutto il lavoro», «L’altoforno che uccide va fermato, il lavoro operaio va tutelato», «Ilva di Riva Ilva di Stato operai ammazzati cittadini inquinati», «L’ennesimo decreto uccide la città anche questa giunta si fa pubblicità».
Tra i temi affrontati oggi ci sono le audizioni di 38 tra associazioni, parti sociali e rappresentanti istituzionali, tra i quali l’Arpa, la Camera di Commercio, l’Università, i sindacati, gli Ordini, le associazioni datoriali e dei commercianti, le associazioni di volontariato e ambientaliste e delegazioni di lavoratori di aziende in crisi.
«La decisione politica di chiudere una fabbrica punto e basta è una cosa che contrasta con le leggi attualmente in vigore, nessuno può chiudere una fabbrica punto e basta, neanche il governo, per certi versi, perché questa cosa non è possibile». Ha sottolineato Emiliano parlando dell’Ilva. «Quello che possiamo fare - ha proseguito - è applicare le nostre leggi, contestare quelle che non ci piacciono e cercare in ogni maniera di realizzare la visione che il governo legittimamente in carica sta realizzando. A una condizione: che quella visione - ha spiegato - rispetti le condizioni che essa stessa si è data. E qui c’è il ruolo della Regione Puglia, non solo dell’Arpa, c’è il ruolo dell’intero consiglio regionale e della giunta che deve sorvegliare con la stessa tecnica della procura della Repubblica, certo con fini diversi, ma sorvegliare con la stessa tecnica, attraverso un’istruttoria di tipo scientifico per verificare se questo processo è legittimo, è sensato, è basato su certezze di natura scientifica».
Tutto questo, ha affermato Emiliano, «va peraltro realizzato in maniera rapida, secondo i tempi previsti dai decreti. Si può fare la pianificazione strategica del futuro della città, della sua provincia, senza avere rimosso le grandi questioni? È possibile che una persona che ha dentro di sé una malattia che non ha risolto pensi a un viaggio o a imparare il russo o a cambiare mestiere? Ha senso?». È evidente, ha sostenuto il governatore di Puglia, «che noi siamo paralizzati perché abbiamo di fronte una situazione che ci paralizza e sulla quale bisogna prendere una decisione e bisogna arrivare a una conclusione, ma non a babbo morto, perché la vicenda di questa fabbrica non sarà gestita a babbo morto: questo ve lo garantisco".
Diversi gli striscioni esposti dai manifestanti con le frasi «Emiliano, ora prima di tutto il lavoro», «L’altoforno che uccide va fermato, il lavoro operaio va tutelato», «Ilva di Riva Ilva di Stato operai ammazzati cittadini inquinati», «L’ennesimo decreto uccide la città anche questa giunta si fa pubblicità».
Tra i temi affrontati oggi ci sono le audizioni di 38 tra associazioni, parti sociali e rappresentanti istituzionali, tra i quali l’Arpa, la Camera di Commercio, l’Università, i sindacati, gli Ordini, le associazioni datoriali e dei commercianti, le associazioni di volontariato e ambientaliste e delegazioni di lavoratori di aziende in crisi.
«La decisione politica di chiudere una fabbrica punto e basta è una cosa che contrasta con le leggi attualmente in vigore, nessuno può chiudere una fabbrica punto e basta, neanche il governo, per certi versi, perché questa cosa non è possibile». Ha sottolineato Emiliano parlando dell’Ilva. «Quello che possiamo fare - ha proseguito - è applicare le nostre leggi, contestare quelle che non ci piacciono e cercare in ogni maniera di realizzare la visione che il governo legittimamente in carica sta realizzando. A una condizione: che quella visione - ha spiegato - rispetti le condizioni che essa stessa si è data. E qui c’è il ruolo della Regione Puglia, non solo dell’Arpa, c’è il ruolo dell’intero consiglio regionale e della giunta che deve sorvegliare con la stessa tecnica della procura della Repubblica, certo con fini diversi, ma sorvegliare con la stessa tecnica, attraverso un’istruttoria di tipo scientifico per verificare se questo processo è legittimo, è sensato, è basato su certezze di natura scientifica».
Tutto questo, ha affermato Emiliano, «va peraltro realizzato in maniera rapida, secondo i tempi previsti dai decreti. Si può fare la pianificazione strategica del futuro della città, della sua provincia, senza avere rimosso le grandi questioni? È possibile che una persona che ha dentro di sé una malattia che non ha risolto pensi a un viaggio o a imparare il russo o a cambiare mestiere? Ha senso?». È evidente, ha sostenuto il governatore di Puglia, «che noi siamo paralizzati perché abbiamo di fronte una situazione che ci paralizza e sulla quale bisogna prendere una decisione e bisogna arrivare a una conclusione, ma non a babbo morto, perché la vicenda di questa fabbrica non sarà gestita a babbo morto: questo ve lo garantisco".
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