(dal Quotidiano digitale)
I versamenti erano continui, variavano dai cinque ai quindicimila euro. Le occasioni erano Natale e Pasqua, e in un caso anche c'è stato un versamento diretto nei confronti dell'allora Arcivescovo, monsignor Benigno Papa. E' un rapporto costante e diretto quello che lega l'Ilva, e dunque il suo uomo delle pubbliche relazioni, Girolamo Archinà, alla Curia tarantina.
Sono dei "benefattori" i Riva. E per questo la Chiesa è sempre stata loro molto grata. Inaugurano nuove opere (grande per esempio fu la soddisfazione, condivisa con il sindaco, quando fu inaugurato il sistema idrico per tutte le fontanelle del cimitero), scoprono targhe e quando servono usano le parole giuste. Emblematiche sono proprio le dichiarazioni di monsignor Benigno Papa, dopo aver ricevuto 365mila euro per la ristrutturazione di una chiesa: "Vogliamo ringraziare Dio per questo dono della Sua Provvidenza: il presidente Riva mi ha espresso le motivazioni che hanno indotto il suo gruppo a tale atto di generosa attenzione...", diceva. Gli ambientalisti provarono a protestare per quelle parole. E lui si infuriò: "Quello che non dovrebbe accadere è cavalcare la giusta tematica della salvaguardia dell'ambiente per motivazioni strumentali. Caso contrario dovrei pensare che ci sia un inquinamento spirituale che è peggiore dell'inquinamento ambientale".
Ora nell'inchiesta è indagato don Marco Gerardo, accusato di aver mentito agli investigatori per coprire Archinà. Sostenne di aver preso lui i soldi di Archinà che invece secondo gli investigatori furono destinati per una tangente versata al consulente della Procura, Lorenzo Liberti
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