Ieri la manifestazione dei migranti a Taranto ha spostato nel centro città, in maniera chiara, gridata e visibile,
e nei confronti delle Istituzioni, in primis la Prefettura, la pesante
condizione dei migranti, bloccati spesso per più di un anno in Centri
d'accoglienza, in attesa di documenti di identità, riconoscimento
condizione di rifugiato, permessi di soggiorno, tessera sanitaria, ecc. e
a cui non viene normalmente corrisposto il pocket money, e anche
diritti fondamentali quali assistenza sanitaria viene fornita in maniera
totalmente inadeguata.
Questa
denuncia, le rivendicazioni i migranti le hanno scritte sugli
striscioni, sulle decine di cartelli e le hanno gridate e spiegate per
tutto il tempo del presidio sotto la Prefettura.
Questo
ha permesso di ottenere un primo parziale risultato nell'incontro avuto
in prefettura, con la disposizione da parte del Prefetto di dare ai
migranti il documento di identità, e fissando un nuovo incontro con
l'Associazione del Centro per la concreta procedura.
Questa
manifestazione organizzata nei giorni precedenti dallo slai cobas sc
insieme ai migranti ha rotto anche una situazione di visibilità solo
dell'azione delle Istituzioni locali e di silenzio ipocrita sulla reale
condizione dei migranti a Taranto in alcuni centri di accoglienza,
che invece di provvedere all'assistenza dei migranti e a far rispettare i
loro diritti, fanno "i più realisti del re", applicando in maniera
iperburocratica, con il minimo impegno, e con un'interpretazione più a
destra possibile, la legislazione esistente, cercando di rendere i
migranti dei silenti assistiti che devono pure "ringraziare", e non dei
protagonisti.
IERI QUESTA SITUAZIONE SI E' CAPOVOLTA, I MIGRANTI HANNO PRESO IN MANO LA LOTTA E HANNO FORTEMENTE DENUNCIATO ANCHE QUESTA LOGICA DI ALCUNE ASSOCIAZIONI
Questa
scesa in campo diretta dei migranti ha fatto emergere la possibile
unità tra migranti e lavoratori, disoccupati, i cui rappresentanti dello
Slai cobas sc hanno sostenuto attivamente la manifestazione, stringendo legami di lotta tra proletari che hanno anche gli stessi nemici.
Ma
nello stesso tempo ha affrontato, senza nasconderle dietro un dito,
contraddizioni con atteggiamenti da "razzismo qualunquista" presenti tra
settori delle masse e che ieri per esempio sono stati espressi da una
minoranza di lavoratori in lotta per il lavoro anch'essi in presidio
sotto la Prefettura di Taranto ("lo Stato pensa ai migranti e non a noi
lavoratori italiani", "loro hanno 30 euro al giorno e noi stiamo morendo
dalla fame", "ritornate sulle navi..." e stupide e ignoranti amenità di
questo genere).
La
determinazione a respingere questo razzismo, pur espresso da lavoratori
giustamente in lotta, la forza e giustezza della denuncia fatta dai
migranti, ha permesso di stoppare sul nascere questi
atteggiamenti, con altri lavoratori che invece hanno espresso sostegno
alla mobilitazione dei migranti
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