domenica 5 luglio 2020

Sulla posizione congiunta degli Enti locali su Ilva


Gli Enti locali scendono in campo sulla questione Ilva e la prima cosa che chiedono è la gestione degli esuberi. La corsa a ridimensionare e chiudere la fabbrica, chi in nome del profitto, chi in nome dell’”accordo di programma” prevede per gli operai una sola soluzione: cassintegrazione, licenziamenti, esuberi affidati alle fumose proposte dell’”accordo di programma”.
Il sindaco Melucci in primis è ormai la bandiera dell’ambientalismo antioperaio.
Al di là della improponibilità della proposte in corso, che abbiamo affrontato in altre occasioni, il segno generale è sempre lo stesso: assediare e isolare gli operai e metterli in condizione di accettare una qualsiasi soluzione.
I sindacati in fabbrica che li dovrebbero difendere o si dimostrano assolutamente incapaci non avendo altra proposta che rivolgersi al governo o alla cosiddetta “politica”, o sono allineanti col sindaco ed Emiliano (Usb).

Lo Slai cobas per il sindacato di classe ha un’altra linea sia in fabbrica sia sul territorio.
In fabbrica, la difesa del salario falcidiato dalla cassintegrazione, che deve coprire il 100% del salario, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga, i prepensionamenti che nella siderurgia è sempre una necessità e a Taranto è un’urgenza anche risarcitoria.
La difesa della forza dei lavoratori deve servire a una battaglia quotidiana per il rinnovamento degli impianti, la sicurezza, le bonifiche, il blocco delle emissioni, ecc.
Fuori dalla fabbrica, naturalmente tutte le proposte messe in campo per nuove attività sono compatibili con la fabbrica aperta, anzi sono assolutamente necessarie per dare lavoro non ai cassintegrati espulsi dalla fabbrica ma alla massa di precari e disoccupati.
L’unità tra operai e precari e disoccupati sono l’unica effettiva possibilità di “coniugare” lavoro e salute.

SLAI COBAS per il sindacato di classe

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