Il 29 giugno è stata emessa una sentenza negativa - di cui riportiamo sotto le parti più significative - sul ricorso di un operaio in cigs dell'Ilva Spa, difeso dall'Avv. Francesco Tanzi.
Su questa sentenza il fatto inaccettabile e indecente non è tanto il rigetto del ricorso (purtroppo su questo non ci possiamo meravigliare) quanto che la giudice non ha affatto risposto nel merito della contestazione della mancata assunzione del lavoratore, affermando addirittura il contrario dell'oggetto posto dal ricorso. Se la Giudice Leone andasse a scuola, avrebbe preso "zero", perchè andata "fuori tema"
Il ricorso infatti non ha per niente lo scopo di contestare una non corretta applicazione dell'accordo del 6 settembre 2018 e pertanto non è affatto per "discriminazione" nelle assunzioni sulla base delle graduatorie.
IL RICORSO E' CONTRO L'INTERO ACCORDO DEL 6 SETTEMBRE 2018, E' PER CONTESTARE LA LEGITTIMITA' DI QUELL'ACCORDO CHE HA VIOLATO LEGGI AL FINE DI TENERE FUORI DALL'ARCELORMITTAL 2600 LAVORATORI.
Quindi E' FALSO quanto scrive la giudice nella sentenza: "il ricorrente... chiedeva dichiararsi il proprio diritto all'assunzione alle dipendenze dell'ArcelorMittal Italia in forza dell'accordo sindacale stipulato in data 6.9.18"
Il ricorso, sostenuto dallo Slai cobas per il sindacato di classe che dal primo momento ha evidenziato l'irregolarità dell'accordo del 6.9.18 - su questo è depositato in Procura anche un esposto firmato da Slai cobas sc e da alcuni operai Ilva - voleva e vuole mettere in discussione la "madre" (l'accordo del 6.9.18) di tutte le susseguenti azioni fatte da ArcelorMittal, ultima il piano presentato dalla Morselli a inizio giugno, che mettono in evidenza non una "disapplicazione" di quell'accordo, ma una sua logica conseguenza.
IN QUESTO SENSO QUESTO E' UN RICORSO IL CUI VALORE VA AL DI LA' DELL'OPERAIO RICORRENTE, RIGUARDA TUTTI GLI OPERAI MESSI FUORI DA AMI.
La Giudice non si è presa neanche la briga di leggere nel merito. Ha fatto una sorta di "copia-incolla" di un'altra sentenza negativa uscita a gennaio di un altro giudice - ma questa sì che era su discriminazione in base alla graduatoria presentata da AMI dopo il ricorso della Usb.
Questo mostra tutta la inaccettabilità di questa sentenza ed è una dimostrazione di come non lavorano alcuni giudici o che lavorano sotto dettatura dei padroni.
L'Avv. Tanzi e il lavoratore chiaramente faranno appello a questa assurda sentenza.
Nei prossimi giorni pubblicheremo il ricorso e altra documentazione, PERCHE' TUTTI GLI OPERAI SI RENDANO CONTO, SIA CHE NON BISOGNA AFFIDARSI SOLO ALLA MAGISTRATURA NELLA LOTTA PER IL RIENTRO DI TUTTI GLI OPERAI IN CIGS IN AMI, SIA CHE ANCHE LA MAGISTRATURA E' UN CAMPO DI LOTTA TRA INTERESSI PADRONALI E INTERESSI DI CLASSE DEGLI OPERAI
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