martedì 5 gennaio 2021

Deposito scorie nucleari, 17 aree tra Puglia e Basilicata nella mappa dei siti - Tornerà la protesta!

In Ambiente & Salute - 5 Gennaio 2021

La Sogin ha reso nota la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), allo smaltimento di scorie nucleari. Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare hanno dato il loro nullaosta alla pubblicazione.

I SITI IN PUGLIA E BASILICATA

I siti individuati sull’intero territorio nazionale sono 67 e non sono tutti equivalenti, ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche.

Tra Puglia e Basilicata i luoghi potenzialmente idonei ad ospitare rifiuti radioattivi sono 17. Due di questi ricadono parzialmente nella provincia di Taranto ed abbracciano le aree di Laterza e Matera.

La pubblicazione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), con l’elenco dei 67 luoghi, di fatto, dà l’avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi. Al termine si terrà, nell’arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale.

PROCEDURA PUBBLICA

“Sarà questo – spiega il ministero dell’Ambiente – l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che

vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca.

Il dibattito approfondirà tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere. In base alle osservazioni e alla discussione nel Seminario Nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi.

Così modificata la nuova mappa dei siti passerà all’esame del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isin, del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta Nazionale delle Aree Idonee”.

IL DEPOSITO NAZIONALE DELLE SCORIE NUCLEARI

Il deposito nazionale e il parco tecnologico sorgeranno su un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avrà una struttura a matrioska.

All’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale. Questi moduli racchiuderanno, a loro volta, i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati.

In totale circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività. “Si tratta, infatti, dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attività di medicina nucleare”.

“Le aree interessate dalla Cnapi – prosegue il ministero dell’Ambiente – sono il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin.

La selezione ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse”.

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