Un primo passo è l'iniziativa del 29 gennaio
nel quadro dello sciopero generale indetto dall'assemblea nazionale dei lavoratori combattivi
(dal Corriere di Taranto) - Nuovo incontro quest’oggi tra ArcelorMittal Italia, rappresentata dall’amministratore delegato Morselli e dal Direttore delle Risorse Umane Ferrucci, e le organizzazioni sindacali in merito alla ritardata ripartenza di AFO/2 e alle problematiche inerenti alla proroga dei termini richiesta al Ministero dell’Ambiente per l’esecuzione della prescrizione n.6 (chiusura nastri trasportatori) di cui al DPCM del 29 settembre 2017.
La società ha dichiarato che il ritardo sulla ripartenza di AFO/2, inzialmente prevista per la giornata di ieri, è scaturita da una problematica tecnica della macchina a forare. Tuttavia, è stata avviata al
procedura di preriscaldo del forno e si attende un riscontro dai Commissari Straordinari di Ilva in AS, che hanno gestito le opere di riammodernamento previste dalle prescrizioni indicate dalla Procura di Taranto, dopo il sequestro dell’impianto nell’estate del 2015 a seguito dell’incidente che costò la vita all’operaio Alessandro Morricella.In riferimento alla proroga dei termini per l’esecuzione della prescrizione n.6, la Direzione Generale del Ministero dell’ambiente ha inviato una comunicazione ad ArcelorMittal all’interno della quale sono contenuti i motivi che ostano la domanda di proroga della suddetta prescrizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale e che potrebbe determinare il fermo dell’Altoforno n.4. Le procedure della fermata di AFO/4, secondo quanto riportato da Arcelor Mittal, potrebbero essere avviate a far data dal 31 gennaio, data ultima prevista per l’attuazione dello stesso DPCM del 29 settembre 2017.
Fim, Fiom, Uilm e Usb, al termine dell’incontro, esprimono “forti perplessità per le tanti incognite che continuano ad emergere rispetto alla questione ambientale, al futuro assetto societario di ArcelorMIttal e al piano industriale e occupazionale. Infatti, è del tutto imbarazzante il silenzio del governo che in questi mesi ha evitato qualsiasi tipo di confronto sul futuro ambientale, occupazionale e industriale di Taranto”.
“La vertenza Ex Ilva continua ad avere continui stop and go ed è indubbiamente una conseguenza dovuta all’assenza di chiarezza e trasparenza, da parte del Governo, che ha prodotto una stallo che dura ormai da troppi anni – proseguono. Le organizzazioni sindacali hanno in più occasioni denunciato l’assenza di programmazione di interventi manutentivi sugli impianti e ritardi in merito all’applicazione delle prescrizioni previste dall’AIA che necessitano di un approfondimento anche con INVITALIA, futuro azionista al 50% di ArcelorMittal”.
“Riteniamo inammissibile continuare a rincorrere notizie e soprattutto continuare a far vivere una fase di incertezza a migliaia di lavoratori e alla città di Taranto che attende, ormai da troppo tempo, la fine dei lavori previsti per il risanamento ambientale” concludono Fim, Fiom, Uilm e Usb.
Nessun commento:
Posta un commento