sabato 16 gennaio 2021

Il 15 a Taranto tra le operaie appalto ArcelorMittal, lav. asili, pulizie, lav. campagne

A Taranto la giornata è cominciata presto. Alle 6 ai cancelli delle ditte dell'appalto ArcelorMittal. Le donne qui sono meno di un centinaio, rispetto ai più di 3000 operai, ma circa 60 di esse sono le operaie della più grande fabbrica in Italia e in Europa.
L'intervento è stato una novità, accolto con piacevole sorpresa, in una fabbrica “maschile” per eccellenza si parla finalmente della condizione delle donne.
Nel volantinaggio vi sono state vari momenti di discussione con le operaie che entravano, la maggiorparte dipendenti della ditta nazionale 'Pellegrini', addette alle pulizie, alla mensa.
La denuncia più sentita è stata proprio rispetto alla invisibilità della realtà delle lavoratrici - “per i sindacati confederali – hanno detto delle operaie - siamo quasi inesistenti; e sicuramente non pesiamo nelle piattaforme, nelle decisioni di vertenze; eppure noi stiamo a poco lavoro e poco salario, con contratti part time”. Per fortuna sul fronte sicurezza/sanità le cose vanno meglio.
Quindi è stato accolto con piacere, contente la nostra indicazione di discutere tra di loro della piattaforma, di collegarci, di vedere come possibile un incontro comune con le operaie – divise in tanti turni.
Tante si sono prese più copie del volantino per portarlo dentro, affiggerlo negli spogliatoi; altre hanno lasciato i loro recapiti, dandoci comunque appuntamento alla fabbrica nella prossima settimana.
L'incontro con una operaia dell'appalto Chemipul è stato toccante. “io sono qui a lavorare per “sostituire” mio figlio che è morto all'Ilva”.
Ma questo intervento all'appalto ArcelorMittal ha permesso anche di spiegare agli operai perchè le donne sono doppiamente sfruttate, sul lavoro, in casa, e come siano legittime rivendicazioni della piattaforma, come l'abbassamento dell'età pensionabile per le donne come riconoscimento del doppio lavoro; così come è falsamente a favore delle donne la questione della “pari opportunità”, facendo riflettere che le “opportunità” degli uomini proletari sono ben misere e quindi che senso ha rivendicare una parità nella miseria e sfruttamento?
La mattinata del 15 è proseguita poi alle 10 con un presidio/assemblea ai cancelli di uno degli asili in lotta, in cui insieme alle lavoratrici degli asili, sono venute e intervenute lavoratrici delle pulizie delle scuole statali, degli appalti comunali-ex pasquinelli, precarie che hanno parlato anche della condizione delle lavoratrici nelle campagne.
Parte delle battaglie che stanno già facendo, su internalizzazione, protocolli sanitari, sono parte della piattaforma delle donne/lavoratrici, ma è stato importante da un lato porre la necessità della battaglia nazionale, unendo le forze di altre realtà, anche perchè su queste battaglie, chiare sono le responsabilità del governo, del padronato tutto che fanno pagare tutte le conseguenze della pandemia sulle lavoratrici sia in termini di taglio di giornate e del salario già misero che prendono, sia rubando giorni di ferie, sia negando misure effettive di prevenzione anti-covid – per cui, come hanno detto le lavoratrici, le “Ditte non perdono niente, lo Stato, il Comune risparmia, le uniche che pagano siamo noi!” - .
A questo si è unita la denuncia delle lavoratrici delle pulizie scuole statali del recente provvedimento del Miur di negare a buona parte dei lavoratori il full time, a meno che non accettino il ricatto di trasferirsi in altra città, che per le donne (come sta avvenendo per esempio alla Yoox) significa costringerle a licenziarsi o a rimanere a part time.
Ma anche la denuncia delle lavoratrici ex Pasquinelli che dopo anni che hanno lavorato nella selezione della differenziata oggi per avere stabilità lavorativa si dovrebbero sottoporre ad un concorso-truffa.
Importante è stato l'appello della rappresentante degli asili che ha detto: se lottiamo, se altre si organizzano, anche perchè sia pure all'inizio in poche, dimostriamo che la lotta paga, importante è essere serie e determinate nel proseguire la lotta!
Per questo la conclusione del presidio/assemblea è stata il lavoro nei prossimi giorni per la partecipazione allo sciopero generale nazionale del 29 gennaio, indetto dall'”Assemblea nazionale delle lavoratrici e lavoratori combattivi”, in cui le lavoratrici devono essere in prima fila, portando la loro “marcia in più”.

Infine, l'assemblea si è chiusa ricordando e con la solidarietà alle grandiose lotte delle donne nel mondo, dall'India al Bangladesh, dal Messico, alla Polonia, ecc., rappresentate da un calendario regalato a tutte le lavoratrici.

Nella stessa giornata, vi è stata inoltre l'inchiesta/intervista fatta da una compagna del Mfpr a lavoratrici delle campagne, aziende agricole, ipersfruttate (fino a 14 ore al giorno), contagiate, ammalate per il lavoro e poi licenziate perchè non sono più “produttive” per il profitto del padrone. Ma di questo pubblicheremo una intervista.

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