lunedì 4 gennaio 2021

Lo sciopero generale nazionale del 29 gennaio è indetto - Anche a Taranto ora occorre che riesca nel maggior numero di posti di lavoro e che incida e apra lo scontro nelle fabbriche con padroni e sindacati confederali

Per non pagare la crisi come lavoratori e lavoratrici

Lo Slai cobas per il sindacato di classe aderisce e convoca lo sciopero nelle realtà lavorative e nelle città dove è presente 

INDIZIONE SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DI 24 ORE SU TUTTE LE CATEGORIE NELLA GIORNATA DI VENERDI’ 29 GENNAIO 2021

La scrivente O.S. Sindacato Intercategoriale Cobas, considerato che:

  • La perdurante crisi sanitaria esaspera una crisi strutturale dell’economia capitalistica, con un impoverimento generalizzato e un peggioramento delle condizioni di vita per milioni di lavoratori e lavoratrici;
  • A più di 9 mesi dall’inizio della pandemia, le misure di contenimento adottate dal governo Conte, dalle Regioni e dagli enti locali si sono dimostrate totalmente fallimentari sia sotto il profilo sanitario (l’Italia è il paese UE che registra il maggior numero di decessi), sia sul versante della difesa delle condizioni di vita dei lavoratori e dei settori più deboli della popolazione;
  • L’emergenza, alimentata dallo sfascio del sistema sanitario e del trasporto pubblico prodotti da decenni di tagli alla spesa, è stata ulteriormente aggravata dalla subalternità delle istituzioni agli interessi di Confindustria e del grande capitale, le quali hanno preteso ed ottenuto l’apertura di tutte le attività produttive anche nelle fasi più acute della pandemia, con ciò provocando una moltiplicazione dei contagi sui luoghi di lavoro, un sovraffollamento degli ospedali e soprattutto migliaia di morti che potevano essere evitati;
  • A pagare il prezzo più alto di queste politiche sono stati principalmente i lavoratori più esposti al rischio pandemico: su tutti gli infermieri e i lavoratori del comparto sanitario che nel mentre venivano celebrati come eroi nazionali, erano mandati allo sbaraglio in ospedali o ambulanze privi delle necessarie misure di protezione e privati persino della possibilità di denunciare pubblicamente la precarietà della loro condizione; in secondo luogo i lavoratori dei servizi pubblici essenziali, in primo luogo nel settore trasporto merci e logistica, costretti spesso ad operare senza la garanzia delle misure di sicurezza e in cui, non a caso, si è registrato un numero altissimo di contagi e di decessi;
  • In questi mesi il SI Cobas ha ripetutamente sollecitato il governo e i ministri competenti (Lavoro e Sviluppo economico) ad adottare misure più decise di contrasto, di controllo e di prevenzione dei contagi sui luoghi di lavoro, inviando altresì, in data 23/11/2020, una proposta di Protocollo ad hoc, sul cui merito i suddetti ministeri si erano impegnati ad aprire un confronto tra le parti, senza tuttavia dare mai seguito a quest’impegno;
  • In questi mesi si sta sviluppando un’offensiva padronale sul versante dei salari, dei contratti e delle condizioni di lavoro: mentre numerosi CCNL (come i metalmeccanici e il pubblico impiego) rimangono impantanati con proposte di aumenti salariali ridicole e la riproposizione delle gabbie del patto di fabbrica, altri (chimici, alimentaristi, ecc.) vengono rinnovati con significativi arretramenti normativi (su tutte la possibilità di non applicare i CCNL del settore per gli appalti). Paradigmatico è il caso del CCNL Trasporto merci e logistica, che resta fermo al palo e in cui il SI Cobas, pur essendo la sigla maggiormente rappresentativa nella categoria e nonostante abbia indetto ben due scioperi nazionali (23 ottobre e 18 dicembre 2020) continua ad essere escluso dai tavoli di trattativa;
  • A fronte di ciò, l’azione del governo si è limitata ad elargire CIG a cascata (i dati della guardia di Finanza attestano come più del 25% delle aziende si sia accaparrata la Cig pur non avendo alcun calo di fatturato) e a rinviare di qualche mese gli effetti catastrofici della crisi attraverso una moratoria sui licenziamenti che non è stata in grado di impedire numerose chiusure (es. la Whirlpool a Napoli) e il licenziamento di fatto di circa 800 mila lavoratori con contratti a termine o discontinui;
  • Le misure di tamponamento varate dall’UE, come il MES e il Recovery Plan,
    determineranno un’ulteriore espansione del debito che ricadrà inevitabilmente sulle future generazioni, in primo luogo sui giovani salariati;
  • La legge di bilancio 2021, in questo quadro, non fa che confermare l’impianto di classe di questo governo, ribadendo le scelte di questi mesi e convogliando le risorse soprattutto ad imprese, commercianti e liberi professionisti;
  • L’intero comparto del lavoro stagionale o intermittente, su tutti i lavoratori dello spettacolo, continuano ad essere quasi del tutto privi di tutele salariali o di forme di sostegno al reddito;
  • Nel comparto dell’istruzione, nel mentre si è scelto di perpetuare e generalizzare la didattica a distanza, il personale docente è abbandonato a se stesso, e le lavoratrici-madri prive di adeguate misure di tutela e di sostegno economico per far fronte agli aumentati compiti di cura della prole;
  • In oltre un anno di mandato, il governo Conte II ha lasciato in vigore i Decreti- Salvini su sicurezza e immigrazione, perpetuando uno status-quo in cui i lavoratori stranieri sono costretti ad accettare le forme peggiori di sfruttamento sotto il ricatto del mancato rinnovo del permesso di soggiorno, e in cui l’esercizio delle libertà sindacali e delle manifestazioni di dissenso sociale sono pesantemente limitate a causa di una pletora di misure repressive.

TUTTO CIO’ CONSIDERATO

Il SI Cobas, nell’esprimere netta contrarietà alle politiche adottate dal governo Conte durante l’intera fase pandemica, proclama 24 ore di sciopero generale in tutte le categorie del comparto pubblico e privato nella giornata di venerdì 29 gennaio, e chiede l’apertura immediata di un tavolo di confronto con l’esecutivo a partire dalle seguenti rivendicazioni:

1) Introduzione di una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione, al fine di fronteggiare l’impatto devastante della crisi sanitaria, facendone pagare i costi a chi finora ha continuato ad aumentare i profitti e le rendite;

2) Varo di un Protocollo per la prevenzione e il contrasto dei contagi da CoVid 19 sui luoghi di lavoro con l’introduzione dell’obbligatorietà dello screening e dei tamponi a tutti i lavoratori, con misure vincolanti per la prevenzione dei contagi, con la chiusura delle aziende in cui non viene garantito il diritto alla salute degli operatori e a creazione di comitati dei lavoratori che vigilino sul rispetto delle norme;

3) Piano nazionale straordinario di assunzione di infermieri e medici, con l’immediato esaurimento delle graduatorie degli idonei e la stabilizzazione di tutti/e i/le precari/e; integrale riorganizzazione del servizio sanitario pubblico unico, universale, gratuito, dotato di una diffusa rete territoriale, con al centro l’obiettivo della prevenzione delle malattie e la tutela della salute sui luoghi di lavoro; requisizione senza indennizzo di tutte le cliniche private, anche oltre l’emergenza; abolizione dei sistemi di “welfare” sanitario aziendale e di ogni altra forma di finanziamento indiretto alla sanità privata.

4) Rinnovo immediato dei CCNL scaduti, con adeguati aumenti salariali in grado di incidere sulle condizioni di vita dei lavoratori. Prolungamento degli scatti di anzianità oltre i 5 anni e sostanziale indennità di vacanza contrattuale. Forti disincentivi ai contratti precari e a termine.

5) No ai licenziamenti di massa: drastica riduzione dell’orario di lavoro a parità di
salario; Integrazione della Cig al 100%, ripristino dell’art. 18 e aumento di tutte le forme di tutela in caso di riduzione o assenza di lavoro; per un piano di assunzioni straordinario nel settore della tutele del  territorio e della salvaguardia ambientale;

6) Salario medio garantito per disoccupati, sottoccupati, precari e cassintegrati;

7) Libertà di sciopero e agibilità sindacale, per l’abolizione del T.U. sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 e il ripristino della democrazia sui luoghi di lavoro;

8) Diritto al lavoro per tutte le donne, contro la precarizzazione e il lavoro a distanza; per il potenziamento dei servizi di welfare, contro la conciliazione tra lavoro domestico ed extra-domestico;

9) Abrogazione dei decreti-sicurezza: no alla militarizzazione dei territori e dei luoghi di lavoro, contro ogni criminalizzazione delle lotte sociali e sindacali;

10) Permesso di soggiorno europeo a tempo indeterminato per tutti gli immigrati e le immigrate presenti sul territorio nazionale; completa equiparazione salariale, di diritti e di accesso ai servizi sociali; abolizione delle attuali leggi italiane ed europee sull’immigrazione e chiusura immediata dei CPR;

11) Drastico taglio alle spese militari e alle grandi opere inutili e dannose (Tav, Tap,
Muos, ecc.);

12) Piano straordinario di edilizia scolastica e di assunzione di personale docente e non docente per garantire la salute nelle scuole;

13) Blocco immediato degli affitti, dei mutui sulla prima casa e di tutte le utenze (luce, acqua, gas, internet) per i disoccupati e i cassintegrati; blocco a tempo indeterminato degli sgomberi per tutte le occupazioni a scopo abitativo.

Milano, 21/12/2020

Per il SI Cobas, il coordinatore nazionale

Aldo Milani

All’attenzione del Presidente del Consiglio dei ministri, on. Giuseppe Conte

E di Ministra del Welfare, on. Nunzia Catalfo – Ministro dello Sviluppo Economico, on. Stefano Patuanelli – Ministra della Funzione Pubblica, on. Fabiana Dadone – Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, on Paola De Micheli – Presidente della Commissione di Garanzia ex Legge 146/90, dott. Giuseppe -Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, on. Sergio Costa – Ministro della salute, on. Roberto Speranza – Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini

E, p.c. di Confindustria, Assolombarda, Confetra, Fedit, Anita, Assologistica, Legacoop, Federmeccanica, FAI, Conftrasporto, Confcommercio, AGCI , Confcooperative, Federlogistica, FCA Ital, ENAV, Trenitalia, Grandi stazioni, ASSAEREO, ASSAEROPORTI, INPS, A.I.T.E., A.I.T.I., Assoespressi, Anci, Alitalia, Corepla, Comieco, Conai, Rilegno, CNA, Trasportounito, FIAP, C.L.A.A.I., Assotir, Assarmatori, E-Distribuzione , Federturismo, Confartigianato Trasporti

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