Ora che il processo "Ambiente svenduto" va verso la fase finale e, si spera, verso serie condanne, i principali imputati cercano di fare un tentativo per salvarsi la pelle.
Oggi Bruno Ferrante, ex Presidente dell'Ilva proprio negli anni caldi 2012/2013, ha fatto una lunga dichiarazione per dire che lui "non aveva alcuna responsabilità; che non ha mai contestato l'Aia, che aveva rapporti cordiali e collaborativi con i custodi giudiziari, e ha sempre assunto un atteggiamento di disponibilità, di messa al servizio verso la Procura..." - che "non poteva commettere reati perchè non aveva potere di gestione nè fisica nè giuridica, nè conoscenze tecnico professionali, tanto che lui si è sorpreso di essere stato nominato a capo dell'Ilva il 10 luglio 2012 e che aveva accettato e mantenuto la carica solo per "senso di responsabilità"..."Ferrante aggiunge che i Riva non gli dicevano nulla, non
aveva conoscenza per esempio della problematica della copertura dei parchi minerali,
che lui non ha compiuto non ha deliberato
nulla, era responsabile solo degli
impianti non sotto sequestro... e così via.
Della serie: un pupazzo di Riva messo lì, con tanto di soldi per non fare nulla...!
Che questo in parte sia vero, (Ferrante - ex prefetto di Milano - sapeva di siderurgia meno dell'ultimo operaio) non vuol dire che non abbia fatto eccome la sua parte per difendere gli interessi dei Riva contro gli operai e la popolazione.
Ma soprattutto, e gli operai non
dimenticano! Durante gli anni caldi in cui Ferrante era presidente dell'Ilva sono morti: CLAUDIO MARSELLA, FRANCESCO ZACCARIA, CIRO MOCCIA, altri operai si sono infortunati gravemente, tra cui Giuseppe Raho con ustioni di 1° grado, ecc. - E Ferrante si permette di dire che lui non c'entrava?!
Ma ecco chi era e cosa faceva l'ex presidente dell'Ilva, Ferrante - da articoli dell'epoca pubblicati sul blog tarantocontro
"A inizio estate 2012 avviene il cambio tattico del gruppo dirigente in Ilva, con la nomina di Bruno Ferrante. "Riva opera questo cambiamento per coprire le spalle sue e del suo gruppo dirigente, per mettersi al riparo dalle inchieste della magistratura. Mette alla direzione dei prestanome, quali questo ex
"Questo cambio ha un effetto verso le Istituzioni sia locali che nazionali che sempre più cominciano a parlare dell'Ilva come una sorta di “istituzione oggettiva”, in cui non ci sono responsabilità di Riva, ma c'è solo la grande fabbrica e le sue implicazioni a livello di economia nazionale e internazionale".
"Ferrante pone la continuità della produzione come condizione assolutamente necessaria e indispensabile per mettere altri soldi per la messa a norma dell’area a caldo. Il discorso che sorregge questo è spudoratamente padronale. Dice in sostanza Ferrante: l'azienda deve fare profitti, altri profitti, se volete che metto soldi in più; quindi, o voi me li lasciate fare mantenendo sostanzialmente la stessa produzione o niente soldi"
"L'azienda in risposta alla mancata commercializzazione dei prodotti, ha la via facile di aumentare giorno per giorno i numeri degli operai in cassintegrazione, si è arrivati a 2600, come se fossero pezzi per ora inservibili da mettere da parte e non persone; ha ripreso a minacciare il mancato pagamento degli stipendi, dal prossimo del 12 di febbraio. Nello stesso tempo fa trovare agli operai in cig i cancelli della LORO fabbrica sbarrati, o improvvisamente i tesserini bloccati (come alla Semat), una forma odiosa per affermare la SUA "proprietà", contro i veri produttori della fabbrica.
Riva e Ferrante ricattano, fanno uscire "voci" su prossimi avvii di licenziamenti (e chiaramente siamo sempre nell'ordine di migliaia), di scorpori di reparti, di trasferimento in altri paesi esteri, ecc.. Alimentano attesa e forte preoccupazione. Non si sa mai esattamente quanto ci sia di vero e quanto di uso politico per aumentare la pressione verso il governo, le istituzioni perchè si muovano in fretta e pesantemente contro la magistratura per imporre il diktat del decreto salva-Riva."
"E' una falsa giustificazione quella dichiarata da Ferrante per cui: se non c'è il dissequestro, se non torna nella piena disponibilità degli impianti, non può intervenire per attuare le prescrizioni dell'Aia".
"Circa un centinaio di operai dei cassintegrati del TNA1 e anche di altri reparti hanno assediato questa mattina la portineria della Direzione Ilva. I lavoratori volevano incontrare direttamente la direzione per chiedere il loro immediato rientro in fabbrica, dato che non lavorano in maniera continuativa praticamente dal 2008, e sono ora in cig a zero ore da almeno 2 mesi, con abbassamento netto del salario. Ferrante aveva detto che i lavoratori sarebbero stati ricollocati in altri reparti, ma finora non è avvenuto, e non sono stati ricollocati neanche al TNA2 che invece continua ad operare".
"Ferrante mentre rilascia interviste di buoni propositi continua ad immettere nell'aria come prima polveri sottili e scarichi altamente nocivi; dice di voler anche rispettare le prescrizioni della giud. Todisco ma intanto fa gli interventi secondo i suoi piani (e quelli di Governo e Regione) – vedi la questione dei parchi minerali che la prescrizione parla di copertura e l'Ilva sta per intervenire invece con la costruzione al alte barriere e la irrogazione con un sostanza gelatinosa (una vera sciocchezza, come dicono gli stessi operai), ecc."
"...per la Procura i parchi che occupano 78 ettari – come se fossero 70 campi di calcio - devono essere coperti integralmente e in funzione di questo ha imposto la sospensione del carico di materie prime, autorizzando solo un modesto scarico per il funzionamento dell’altoforno, poi il blocco sarà totale per ridurre i cumuli stoccati in attesa della soluzione definitiva, le eventuali deroghe dovranno avere l’autorizzazione dei custodi giudiziari. L’Ilva, invece, dal 10 settembre vuole solo attuare un sistema di bagnatura 24h su 24, con incremento della turnistica, passando dai 14 ai 21 turni settimanali, bagnatura che oltre ad essere assolutamente insufficiente e inefficace per il carico e scarico di minerale, può peggiorare la situazione, con l’infiltrazione nel terreno dell’acqua piena di minerali".
Ferrante vuole il dissequestro e conferma la cassaintegrazione per 2mila dal 19 novembre 2012. Nel febbraio 2013 Ferrante aveva detto che per 920 lavoratori ilva ci sarebbe stata la ricollocazione in altri reparti invece adesso vanno in cassa integrazione in deroga...".
Ferrante ricatta: "Abbiamo intenzione di applicare l'Aia e abbiamo presentato un piano operativo per applicarla... Per dargli attuazione, però, abbiamo bisogno della piena disponibilità degli impianti - polemizza Ferrante - che per ora non c'è a causa del sequestro".
E continua: "Se il sequestro preventivo dovesse permanere, pur a fronte del mutato quadro autorizzatorio, l'ovvia insostenibilità economico-finanziaria condurrebbe inevitabilmente alla definitiva cessazione dell'attività produttiva e alla chiusura del polo produttivo".
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