Lo Slai cobas appoggia la denuncia e protesta dei lavoratori. E' evidente la disparità che è di classe da parte del governo (vecchio e nuovo) che non risparmia soldi per difendere profitti e utili di imprenditori, mentre anche la miseria dell'integrazione alla cig viene negata (come improvvisamente venne cancellato a dicembre anche il bonus una tantum ai cassintegrati a livello nazionale di 500 euro).
La scorsa settimana lo Slai cobas ha consegnato alla Preettura e a livello nazionale (governo, Min. Lavoro, Mise) le 400 firme raccolte sulla piattaforma operaia che al primo posto rivendica una integrazione della cig al 100% del salario a tutti i lavoratori in cig sia dell'Ilva AS che di ArcelorMittal, perchè la crisi non la devono pagare sempre i lavoratori.
Il prefetto di Taranto Demetrio Martino ha scritto al Ministero dello Sviluppo Economico in merito all’integrazione salariale per i circa 1700 lavoratori di Ilva in As, che al momento non ha copertura finanziaria.
Fim, Fiom, Uilm e Usb, sollecitando una «convocazione ministeriale», hanno già indetto per il 17 febbraio uno sciopero dei lavoratori in capo all’Ilva in As, con presidio permanente davanti ai cancelli della raffineria Eni.
I sindacati chiedono comunque "un intervento immediato in considerazione dell’attuale forte disagio di numerosi cassintegrati che vivono giornalmente la difficoltà di sostentamento economico delle rispettive famiglie». Le sigle metalmeccaniche hanno proposto di anticipare almeno 200 euro euro pro capite, anche su richiesta individuale.
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