pubblicato il 02 Febbraio 2021, 16:33

La Struttura Complessa di Statistica ed Epidemiologia della ASL di Taranto, che si occupa di attività di studio, ricerca e sorveglianza epidemiologica, ha elaborato un rapporto statistico sui casi di Covid-19 registrati in provincia di Taranto al 31 gennaio 2021, sulla base dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità, della Protezione Civile e del Bollettino Epidemiologico della Regione Puglia.
Nel rapporto, redatto in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione, vengono illustrati i dati relativi ai casi di positività da Covid-19, ai decessi e alle guarigioni nella provincia di Taranto a partire da febbraio 2020, fino alla fine di gennaio 2021, confrontando la prima fase della pandemia (da febbraio a luglio 2020) con la seconda (da agosto 2020 a gennaio 2021).
A una primissima lettura, complessivamente – parliamo di Taranto e provincia – sono stati 16.719 i casi di covid; di questi, purtroppo, 381 sono deceduti; 6.000 i guariti a fronte di 10.338 attualmente positivi, di questi 328 i ricoverati mentre 10.010 a domicilio.
Nonostante i dati indichino un aumento dei casi di positività rispetto alla prima fase pandemica, la provincia di Taranto rimane in ogni caso in linea con la media delle altre province pugliesi, anche per quanto riguarda il tasso di letalità (percentuale di deceduti sui positivi).
Per quanto riguarda lo stato clinico dei positivi, le percentuali relative alla provincia jonica sono quasi perfettamente sovrapponibili con quelle regionali, con una percentuale maggiore di asintomatici e pauci-sintomatici rispetto ai casi che presentano uno stato clinico severo o critico.
Un dato da evidenziare riguarda la distribuzione per sesso che, nella prima fase, faceva registrare una prevalenza tra i contagiati degli uomini sulle donne (54,8% contro 45,2%), mentre nella seconda evidenzia un’inversione di rotta, facendo registrare una prevalenza delle donne sugli uomini (52,9% contro 47,1%).
Il confronto della distribuzione dei casi positivi per età indica un abbassamento dell’età mediana che passa dai 57 anni della prima fase ai 48 anni della seconda fase.
Si tratta di un dato che, nonostante sia in linea con la media nazionale e regionale, non va sottovalutato, soprattutto dal punto di vista della prevenzione, perché la diffusione del contagio può essere fermata solo utilizzando accuratamente i dispositivi di protezione individuale, mantenendo la distanza di sicurezza e rispettando le misure anti Covid