E' da diverse sttimane che come Slai cobas sc stiamo spingendo in questa direzione, come tutti gli operai dell'area industriale sanno, attraverso volantinaggi, comizi volanti e lo sciopero del 29 gennaio.
Abbiamo sempre affermato che senza lo sciopero i lavoratori sono alla mercè di padroni e governo. Non avevamo alcun dubbio sulla natura degli incontri fatti con la controparte.
Di conseguenza lo Slai cobas sc dà il suo pieno appoggio allo sciopero del 24.
Detto questo, rileviamo per l'ennesima volta che i sindacati chiamano allo sciopero senza indicare esattamente le rivendicazioni, sulla cui base va fatto.
Lo Slai cobas da tempo stiamo raccogliendo le firme intorno ad una piattaforma operaia che dice esattamente quello che serve in questo momento ai lavoratori per tutelare lavoro, salario, sicurezza e salute, e colloca i lavoratori in un ruolo di prima fila nella battaglia per l'ambientalizzazione della fabbrica e la lotta contro inquinamento e disastro ambientale.
Dalla piattaforma operaia: Integrazione della Cig al 100% del salario; il rientro dei cassintegrati in IlvaAs; il contratto unico metalmeccanico nell’appalto con clausola sociale; respinge licenziamenti ed esuberi e rivendica prepensionamenti; piani di ambientalizzazione della fabbrica e nuove tecnologie con gli operai in fabbrica e con utilizzo dei cassintegrati; postazione ispettiva e sanitaria permanente nell'area AM/appalto.
Da qui al 24 lo Slai cobas svolgerà un'attività di sensibilizzazione e organizzazione affinchè i temi della piattaforma operia siano assunti dal maggior numero di operai e dalle stesse organizzazioni sindacali o parte di esse.
Rottura sindacati-ArcelorMittal: sciopero il 24 febbraio
Le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Taranto, Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl hanno proclamato 24 ore di sciopero nella giornata del 24 febbraio dei lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto chiedendo “chiarezza sul futuro occupazionale, ambientale e industriale del gruppo ArcelorMittal”. La decisione è stata assunta dal consiglio di fabbrica dopo la riunione convocata oggi dall’azienda per illustrare il piano industriale presentato a Roma il 12 gennaio scorso alle segreterie nazionali.
Quest’oggi infatti ArcelorMittal ha convocato il consiglio di fabbrica dei RR.SS.UU. di Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl e successivamente alla presentazione di carattere generale sul piano industriale, “privo tra l’altro di dettagli importanti per il futuro dello stabilimento siderurgico, il direttore delle risorse umane ha introdotto il tema del piano occupazionale sulla base dell’andamento produttivo del sito di Taranto” si legge nella nota sindacale unitaria.
Le organizzazioni sindacali, unitariamente, “prima di avviare qualsiasi discussione di merito sulle ricadute occupazionali legate al piano industriale, hanno ribadito i seguenti punti necessari a garantire il proseguimento degli incontri calendarizzati nel corso della settimana: resta determinante il ruolo di INVITALIA ad oggi assente ai tavoli con le organizzazioni sindacali, soprattutto per il futuro di migliaia di lavoratori di ILVA IN AS; discussione su ammortizzatori sociali speciali per l’intero periodo previsto dal piano industriale con l’introduzione dell’integrazione salariale. È inammissibile che l’azienda utilizzi l’ammortizzare sociale per collocare in cassa integrazione gli operatori che fanno parte dell’organico tecnologico” affermano ancora i sindacati, che intervengono anche su manutenzione centrale e produzione. “Nonostante la ripartenza di alcuni impianti, che hanno di fatto innalzato la produzione giornaliera, riscontriamo un numero eccessivo di lavoratori in cassa integrazione” si legge ancora nel comunicato.
Infine il tema già ricalcato da tempo sugli appalti: “Continuiamo ad assistere a ritardi rispetto al pagamento delle ditte di appalto che si ripercuotono inevitabilmente sui lavoratori” affermano Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl.
A seguito delle rivendicazioni sindacali l’azienda, rappresentata dal direttore delle risorse umane, “ha esordito sulla questione del rimpiazzo dichiarando testualmente che tale figura è “un costo aziendale che non possiamo sostenere”. Il sindacato, preso atto della modifica organizzativa unilaterale da parte dell’azienda, che comporterebbe di fatto un esubero strutturale e modifiche ai vigenti accordi integrativi, ha abbandonato il tavolo di confronto vista l’indisponibilità di ArcelorMittal ad entrare nel merito delle rivendicazioni sopra riportate”.
“Per tali ragioni e vista l’assenza di INVITALIA e del quadro governativo, ancora incerto, riteniamo non più rinviabile un cambiamento radicale della gestione della fabbrica, a partire dalle relazioni industriali che continuano ad essere completamente assenti e oltretutto operano in maniera unilaterale. Pertanto, in assenza di una convocazione ministeriale che faccia chiarezza sul futuro occupazionale, ambientale e industriale del gruppo ArcelorMittal, le organizzazioni sindacali proclamano 24 ore di sciopero per la giornata del 24 febbraio 2021″ concludono Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl.
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