giovedì 18 febbraio 2021

Processo Ilva – Bene le pesanti condanne - Slai cobas è parte civile con operai e abitanti dei quartieri - Ma nessuna illusione e delega – senza operai e masse dei quartieri uniti in lotta non ci può essere vera giustizia

Per i Riva, Capogrosso, Archinà, 28 anni, per gli ex direttori e i “Fiduciari”, 20 o 17 anni – Pene pecuniarie alle società di miliardi.

Lo Slai cobas per il sindacato di classe è parte civile diretta nel processo ambiente svenduto ed ha autorganizzato la costituzione in parte civile di oltre 100 operai Ilva e appalto, lavoratori e operatori del cimitero che lavorano nell'epicentro dell'inquinamento del quartiere Tamburi, familiari di lavoratori morti, abitanti dei quartieri inquinati

In questa veste è stata l'unica realtà che ha seguito tutto il processo “Ambiente svenduto” dall'inizio alla fine, con testimonianze dirette di operai, lavoratori, medici e attivisti ambientalisti - ha costituito un collegio legale formato da avvocati impegnati in altri importanti processi: Eternit, Thyssen, Amianto ecc. Bonetto, Vitale, Pellegrin del foro di Torino e avvocati di Taranto Silvestre, Lamanna, Soggia.

Ora siamo alla fase finale del processo. Condividiamo le richieste di condanna degli imputati famiglia Riva in testa, ci auspichiamo un risarcimento delle nostre parti civili e ci auguriamo che processo e sentenza servano alla lotta operaia e popolare per il lavoro e la salute - che certo non si esaurisce nelle aule del tribunali - ma è lotta di classe e di massa contro padroni responsabili, governi dei padroni, Stato del capitale e fa parte della lotta generale per liberarsi del capitalismo che uccide e per una società che metta i lavoratori e non il profitto al posto di comando.

E' chiaro che queste richieste di pene - in cui ha pesato anche la continuità dei reati, la "condotta pluriennale" e l'estensione della gravità del danno, sia in fabbrica che in città, nonchè "la condotta tenuta durante il processo di presa in giro della Corte" - a padroni, dirigenti dell'Ilva, complici politici e Istituzionali che hanno, in nome della difesa del profitto, provocato o permesso morti, malattie, inquinamento, è utile per le parti civili che devono vedersi riconoscere i loro diritti.

Detto questo, la nostra concezione, posizione fin dall'inizio e anche molto prima di questo processo, è stata ed è di non delegare alla Magistratura la lotta contro "il capitale nocivo" che intreccia sfruttamento e attacco alla sicurezza e salute (anche lo sfruttamento degli operai in fabbrica provoca eccome morti e malattie - non ce lo dimentichiamo; in un altro sistema sociale e giudiziario che mettesse sempre al primo posto l'interesse dei lavoratori dovrebbe tenersi anche un mega processo sul permanente sfruttamento, attacco quotidiano ai diritti che, sia quando l'Ilva è stata pubblica, che quando è stata ed è privata, vengono perpetrati contro i lavoratori e anche distruggono le loro vite). 

Questo processo è durato tantissimo, più di 6 anni - e sicuramente non finisce con le condanne - e si è svolto troppo tardi a in una situazione più compromessa; nonostante che negli anni precedenti il 2012 vi sono state centinaia di denunce fatte dagli operai, dai delegati, da noi stessi come Slai cobas, ma spesso, troppo spesso finite "archiviate"; denunce che se fossero state prese in considerazione in tempo avrebbero quantomeno frenato l'inquinamento dentro e fuori la fabbrica.

Noi abbiamo chiamato i lavoratori, gli abitanti dei quartieri inquinati fin dal 2012 a riflettere, a distinguere la battaglia necessaria di classe dentro e fuori la fabbrica dall'azione della magistratura, che in questo sistema capitalista è pur sempre borghese. Questa delega, dipendenza dalla Magistratura lasciamola alla piccola borghesia, ai sindaci.

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