Il taglio dei costi riguarda
- prima di tutto il taglio della forza-lavoro, degli operai - con una cassa integrazione permanente, che data da luglio 2019 trasformatasi in cig-covid da marzo 2020, cassintegrazione che dopo una breve uso di appena una settimana (dal 29 marzo al 3 aprile) come cig ordinaria è tornata dal 5 aprile ad essere utilizzata come cassa covid sempre per la platea totale di 8.100 lavoratori (ma poi in realtà non c'è rotazione, e chi va in cassa sono spesso sempre gli stessi), e per 13 settimane (sempre prorogabili) per l'azienda significa totale scarico di salari di migliaia di lavoratori, senza neanche dover pagare il contributo alla cig già azzerato dal governo Conte e proseguito con Draghi;
- l'altro taglio riguarda la manutenzione degli impianti. Questa è stata totalmente aggravata dall'aver prima lasciato fuori alla fabbrica 2600 operai, e ora mettendo in cassintegrazione parte di lavoratori addetti alla manutenzione - è evidente il rilevante risparmio di costi che ne viene per AM.
Ora, tra qualche giorno fermerà due impianti: l'altoforno 4, dal 9 aprile per una manutenzione straordinaria, con il conseguente stop dell'acciaieria 1.
Si dice che con due soli altoforni in marcia (1 e 2) l'acciaieria 2 è più che sufficiente. Salvo il fatto che proprio all'acciaieria 2 l'altro giorno vi è stato il grosso incendio che ha sfiorato una tragedia e causato principalmente proprio dalla mancanza di manutenzione.
Mittal quindi guadagna (finchè glipuò convenire) letteralmente sulla pelle degli operai:
gli operai in cassaintegrazione con un salario quasi domezzato non ce la fanno a vivere;
gli operai che restano al lavoro rischiano di non poter continuare a vivere, e intanto lavorano in pessime condizioni;
in tutto questo non possono osare neanche di mettere qualche frase in facebook sull'azienda...
OPERAI, SI PUO' ANDARE AVANTI COSI'?!
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