giovedì 29 aprile 2021

Processo Ilva: sulla difesa del faccendiere di Riva, Archinà, siamo al grottesco: "cittadino umile, leale..."


Da Taranto Buona sera - Girolamo Archinà non può essere l’uomo simbolo del disastro ambientale contestato dall’accusa. E’ stato trasformato in questo emblema da una ricostruzione accusatoria iperbolica, basata su interpretazioni e non su circostanze reali”. E’ questa in sintesi la tesi del difensore dell’ex pr dell’Ilva gestione Riva, l’avvocato Giandomenico Caiazza.

Archinà rischia una condanna a 28 anni poiché risponde dei principali reati, associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale doloso e avvelenamento di sostanze alimentari, corruzione in concorso col professor Lorenzo Liberti, concussione in concorso con l’ex governatore Vendola nei confronti dell’ex direttore Arpa Giorgio Assennato e con Gianni Florido e Michele Conserva nei confronti dei dirigenti della Provincia Ignazio Morrone e Luigi Romandini. Una ricostruzione accusatoria che Caiazza tenta di demolire partendo dal reato più pesante, il disastro ambientale doloso...

Un azzardo accusatorio, non fa riferimento a nessun fatto specifico ma viene costruita questa ardita tesi – sono le parole dell’avvocato- sostenendo che l’Ilva ha prodotto per 17 anni in violazione dei limiti di legge e intenzionalmente ha provocato il disastro. Una ricostruzione iperbolica della quale è vittima il mio assistito, un cittadino umile, leale e ragionevole”... 

“L’accusa nei confronti di Archinà è interamente costruita sulle intercettazioni... Datemi sei righe di un onesto cittadino e isolando una frase dal contesto troverò qualcosa per farlo impiccare’ disse Richelieu per dimostrare quanto sia semplice”. “E’ assurdo contestare ad Archinà il disastro ambientale per il ruolo che svolgeva, completamene privo di poteri decisionali...
Sugli episodi di concussione, Caiazza contesta la genericità delle accuse: “Che concussione è se i concussi di questo processo non si sono accorti di esserlo”. Riguardo alla tentata concussione ipotizzata dal pm nei confronti di Romandini, Caiazza esclude qualsiasi pressione...

La discarica Mater Gratiae “era un’opera di ambientalizzazione, una discarica interna allo stabilimento che l’Ilva realizzava a sue spese”...

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