Dalla stampa - L’ex Ilva è da oggi formalmente una società pubblico-privata. ArcelorMittal e Invitalia, società controllata dallo Stato italiano, hanno infatti perfezionato l’accordo di investimento in stand-by da mesi. Invitalia ha versato 400 milioni di euro nel capitale sociale di AmInvestco Italy... Si tratta del penultimo passo in vista di un ritorno del controllo statale del siderurgico di Taranto: l’intesa finale è prevista nel maggio 2022, ma restano da superare diversi ostacoli perché si verifichino le condizioni che porteranno Invitalia a un nuovo investimento per arrivare a detenere una quota di maggioranza.
Ad oggi, infatti, i 400 milioni investiti valgono una partecipazione al capitale sociale pari al 38% e diritti di voto pari al 50%. La nuova società a controllo congiunto avrà un nuovo nome, Acciaierie d’Italia Holding mentre ArcelorMittal Italia sarà rinominata Acciaierie d’Italia. Tra tredici mesi è previsto un secondo investimento – fino a 680 milioni – per finanziare il perfezionamento dell’acquisto dei rami d’azienda di Ilva. Invitalia salirebbe in questo modo al 60% nel capitale sociale, mentre ArcelorMittal, con altri 70 milioni, manterrebbe una partecipazione del 40 per cento.
Prima però ci sono da superare le numerose – e complicate – condizioni sospensive della seconda tranche di investimento - che sono dell'accordo di dicembre che riprendevano quelle dell'accordo del 4 marzo 2020. L’operazione potrà procedere solo se si verificheranno la modifica del piano ambientale per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale e, soprattutto, la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto. Non solo: l’accordo è anche subordinato all’assenza di misure restrittive – nell’ambito dei procedimenti penali in cui Ilva è imputata – nei confronti di Acciaierie d’Italia Holding o di sue società controllate. Nel caso in cui le condizioni sospensive non si verificassero, la newco nata oggi non sarebbe obbligata a perfezionare l’acquisto dei rami d’azienda di Ilva e il capitale in essi investito verrebbe restituito. E, ad oggi, non è affatto detto che tutte queste pre-condizioni al via libera finale si verifichino...
Nel frattempo circola sempre più forte il nome di Franco Bernabè
ex presidente di Eni e amministratore delegato di Telecom, che sarebbe
l’asso nella manica del ministro Giancarlo Giorgetti – con il placet di
Mario Draghi – per imprimere la svolta decisiva all’infinita
vertenza del gruppo siderurgico. Ed in quel caso sarebbe l’anticamera
dell’uscita dell’attuale Amministratore Delegato di Arcelor Mittal
Italia, Lucia Morselli che difficilmente potrebbe continuare a fare la
“zarina” dello stabilimento siderurgico. Anche perchè in prossimità del
nuovo aumento di capitale previsto contrattualmente nel 2022, cioè fra
pochi mesi il controllo sarebbe completamente statale e consentirebbe a
Bernabè di prendere in mano la guida del gruppo nelle intenzioni (come
nelle intenzioni di Giorgetti e Draghi. E la Morselli nel frattempo
potrebbe fare le valigie e cercare un nuovo incarico.
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