lunedì 12 aprile 2021

Al presidio di questa mattina sotto la prefettura anche a Taranto posta con forza la questione dei migranti

 comunicato stampa

consegnati due importanti documenti

in via di fissazione un incontro sul tema con la Prefettura 

il testo del primo documento consegnato

Taranto 12 aprile 2021

All’attenzione del Prefetto di Taranto

del dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura

del Ministro dell'Interno

del Capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno

loro sedi

Questo documento è frutto di una riflessione sull'impianto e gli effetti del sistema regolatorio dell'immigrazione europeo e italiano, ed ha lo scopo di portare all'attenzione delle istituzioni italiane le rivendicazioni delle persone immigrate a tale riguardo. Da mesi infatti realtà organizzate, comunità o singole persone immigrate hanno avviato un confronto che ha portato oggi alla richiesta urgente di un incontro con Prefetti e Questori in diverse città, che possano trasmettere le rivendicazioni anche al Ministero dell’Interno, per ottenere risposte su questioni non più rimandabili.

Da più parti, e con sempre più urgenza, si invoca una riforma del sistema di gestione dell'immigrazione. Vi sono proposte di legge di iniziativa popolare e richieste di riforma delle politiche migratorie italiane, come impostate a partire dall’approvazione del Testo Unico sull’immigrazione (D.Lgs. n.286/1998) e via via inasprite, fino ad arrivare ai cosiddetti decreti Salvini, ad oggi solo in minima parte modificati. Inoltre, molti soggetti, anche istituzionali, chiedono un mutamento globale a livello europeo, ad esempio per il superamento dei trattati di Dublino.

I dati sulle presenze di persone irregolari in Italia testimoniano chiaramente come gli ultimi decreti sicurezza abbiano prodotto un’impennata delle situazioni di irregolarità e di blocco nel rilascio dei permessi da parte delle questure, esacerbata dalla pandemia. Al contempo, le cifre riguardo la regolarizzazione promossa dal governo nell’estate 2020, sia rispetto alle istanze presentate che a quelle già processate, dimostrano in maniera lampante quanto questa iniziativa si sia rivelata del tutto

inefficace, come ampiamente prevedibile e come denunciato da più parti sin dal suo annuncio. L’impianto della procedura di emersione, in continuità con quanto avvenuto in occasione delle precedenti sanatorie, ha prodotto meccanismi di compravendita illecita della documentazione richiesta che strozzano ancor di più i lavoratori immigrati, su cui i datori di lavoro hanno sistematicamente scaricato i costi della domanda di emersione – milioni di euro versati nelle casse dello stato a fronte di un numero irrisorio di pratiche istruite. Inoltre, nonostante le promesse del precedente governo, in autunno non vi è stata nessuna ulteriore e più generalizzata sanatoria, nonostante la situazione pandemica imponga misure di tutela della salute di tutti e quindi l’accesso ai documenti per l’iscrizione al servizio sanitario.

Inoltre, denunciamo il fatto che misure come la revoca del permesso di soggiorno, i mancati rinnovi, le espulsioni o la reclusione nei CPR vengano usati sempre più frequentemente per reprimere e punire chi sceglie di lottare per migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro, rendendo sempre più difficile qualsiasi forma di rivendicazione dei propri diritti e di lotta reale contro lo sfruttamento.

Di seguito, nel concreto, le problematiche principali e le rivendicazioni che le persone immigrate in tutta Italia pongono all’attenzione delle istituzioni:

  1. Regolarizzazione di chi è sprovvisto di permesso di soggiorno valido, indipendentemente dalla posizione lavorativa. La sanatoria del 2020 si è ottenuta grazie alle lotte degli ultimi anni dei lavoratori delle campagne, ma la sua efficacia è risultata quasi nulla soprattutto per questa categoria, oltre al fatto che ha escluso molti altri lavoratori e disoccupati. A maggior ragione, chiediamo anche che ai lavoratori irregolari che vengono sorpresi durante i controlli dell’Ispettorato del Lavoro e delle Forze dell’Ordine nelle aziende venga riconosciuto un permesso di soggiorno per grave sfruttamento, come previsto da una legge assai raramente applicata.

  2. Velocizzazione delle pratiche di rinnovo da parte delle questure, che attualmente subiscono ritardi ancora maggiori che in precedenza, attribuiti con troppa facilità all’emergenza pandemica – motivo per cui molti permessi restano bloccati anche per più di un anno e vengono quindi consegnati spesso già scaduti.

  3. Fine degli abusi e delle difformità di interpretazione della legge da parte delle questure e prefetture, che arbitrariamente impongono requisiti non previsti per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno (ad esempio l’iscrizione anagrafica o i contributi del datore di lavoro) e dove si perpetuano scorrettezze in grado di bloccare e lasciare in stallo le richieste di cittadinanza (ad esempio l’attribuzione di numeri indentificativi diversi sull’estratto di nascita e sul passaporto della stessa persona)

  4. Eliminazione del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro attualmente in vigore per i permessi legati ai motivi di lavoro subordinato (e in ogni caso revisione dei criteri di reddito del datore di lavoro, soprattutto per l’impiego di collaboratori domestici). Legata a questo è la richiesta di riconoscimento di un permesso di soggiorno unico europeo che garantisca anche ai cittadini non comunitari la libera circolazione all’interno dello spazio UE/Schengen e la possibilità di lavorare regolarmente in qualunque paese che vi appartiene.

  5. Estensione della durata e abolizione dei costi dei permessi di soggiorno. In molti settori lavorativi i contratti sono tendenzialmente molto brevi, di conseguenza la durata dei permessi di soggiorno per motivi di lavoro è esigua, anche inferiore ad un anno. Lo stesso vale per la durata del permesso per ricerca lavoro, che deve essere estesa soprattutto in considerazione del momento di grave crisi occupazionale che coinvolge tutti i settori lavorativi. I costi di richieste e rinnovi, inoltre, sono estremamente alti, specialmente per i permessi legati ai motivi di lavoro, e devono essere abbattuti.

  6. Cancellazione della residenza anagrafica come requisito obbligatorio per la richiesta della cittadinanza, per il rinnovo del permesso di soggiorno e per la carta di soggiorno. Si richiede di sostituire la residenza con il domicilio, in modo da porre fine anche ai meccanismi di compravendita di contratti di locazione ormai diffusi.

  7. Accesso alla cittadinanza per chi è nata/o in Italia da genitori stranieri, senza condizionalità, a prescindere dal reddito dei genitori o dal requisito della permanenza ininterrotta in Italia, impossibile da soddisfare per molti considerando la crisi economica aggravata anche dal Covid e la necessità di molte famiglie di tornare per un periodo nel paese di origine. Inoltre si richiede la diminuzione dei tempi necessari agli accertamenti per l’ottenimento della cittadinanza e l’abolizione del requisito del certificato di lingua Italiana livello B1, entrambi introdotti dall’ultimo decreto sicurezza; l’eliminazione dei requisiti dell’estratto di nascita del paese di origine e della fedina penale per l’ottenimento della cittadinanza, che richiedono un grande e non necessario dispendio di denaro, poiché le ambasciate in Italia potrebbero rilasciare documenti attestanti la nascita e in quanto le condanne ricevute nello stato d’origine non hanno valore ostativo all’ottenimento della cittadinanza italiana.

  8. Ricongiungimento familiare anche nel caso di bambini adottati e genitori adottivi, o anche nei casi di poligamia nei paesi di origine, al fine di evitare che genitori e figli vengano costretti a separarsi.

  9. Cambio di competenza istituzionale per le pratiche legate ai permessi di soggiorno. La gestione dell’intero apparato burocratico legato all’immigrazione è affidata al Ministero dell’Interno e quindi alle questure, con una evidente impronta securitaria e di criminalizzazione. In Italia, il movimento antirazzista fin dai suoi albori rivendica invece l’affidamento di queste pratiche ai Comuni.

  10. Abolizione di tutti i decreti sicurezza (2009, 2017, 2018) in quanto sostanzialmente strumenti repressivi, soprattutto per gli immigrati (una condanna penale può comportare la revoca del permesso di soggiorno o della cittadinanza) ma in generale per chi lotta o viene considerato fonte di ‘degrado’.

  11. Abolizione della detenzione amministrativa, dei respingimenti alle frontiere e del rimpatrio forzato, e apertura di canali regolari e sicuri di ingresso nell’UE.

  12. Abolizione di qualsiasi discriminazione nell’accesso alla casa e ai sistemi di welfare sulla base della cittadinanza.

  13. Sblocco delle richieste di sanatoria avviate nel 2020 e ad oggi ferme; fine dei rigetti delle richieste sulla base del requisito del reddito del datore di lavoro; rilascio del codice fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate anche solo con la ricevuta della domanda di regolarizzazione.

  14. Riconoscimento della proroga dei permessi di soggiorno scaduti a causa della situazione pandemica, sia da parte di enti pubblici che di privati (ad esempio datori di lavoro). Molti cittadini stranieri si vedono negata la possibilità di stipulare un contratto di lavoro o di accedere ai servizi per questo motivo.

  15. Abolizione del criterio di reddito minimo per i permessi di soggiorno per lavoro subordinato e autonomo, per i ricongiungimenti familiari e per le richieste di permesso per lungo-soggiornanti, anche in virtù dell’attuale situazione di grave crisi economica.

Coordinamento nazionale documenti per tutte e tutti

slai cobas per il sindacato di classe taranto

slaicobasta@gmail.com 347/5301704

via livio andronico 47 taranto



la lettera consegnata alla prefettura per conoscenza
inviata al presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, agli assessorati alla
Sanità, al Welfare e alla Sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le migrazioni e Antimafia
sociale

stralci

Vaccini: servono indicazioni per chi è senza fissa dimora e chi non ha il permesso di
soggiorno
In una lettera inviata il 7 aprile 2021 al presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, ed
agli assessorati regionali alla Salute ed al Welfare, oltre 40 associazioni hanno espresso la
loro preoccupazione per alcune importanti criticità emerse nell'ambito dell'applicazione
del Piano vaccinale anti-SARS-CoV-2/COVID 19 .
Le problematiche segnalate limitano, secondo le associazioni firmatarie, l'effettiva capacità
di vaccinazione delle persone presenti sul territorio regionale da parte delle amministrazioni
competenti, con ciò inficiando il piano vaccinale, in quanto:
● la prenotazione del vaccino, nella forma telematica, è oggi preclusa alle persone
straniere prive di codice fiscale o numero di tessera sanitaria ;
● eguali difficoltà hanno incontrato coloro che, pur avendo almeno 80 anni ma essendo
privi di regolare titolo di soggiorno in Italia, hanno provato a rivolgersi alle
farmacie ovvero al CUP;
● la mancata predisposizione ed approvazione del nuovo Piano triennale sull’Immigrazione
può incidere anche su tali questioni.
A tal fine le associazioni firmatarie hanno chiesto un incontro all'amministrazione regionale

II firmatari per taranto


Ass.Babele Taranto Ass. Ohana TarantoAss. Giustizia per Taranto

SLAI Cobas - Taranto - Confederazione Cobas

il quadro delle associazioni nella regione

Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione - A.S.G.I
Africa United - Foggia
AIIMS
ANOLF Puglia
Arci Lecce
Arci Brindisi
Arcobaleno Società Cooperativa Sociale Foggia
Ass.Babele Taranto
Barletta antifascista
CAPS cooperativa sociale - Bari
Caritas Borgomezzanone
Caritas diocesana Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi
Caritas San Severo
Confederazione Cobas Puglia
Cobas Sanità Puglia
Collettivo Exit Barletta
Comitato regionale Arci Puglia
ass. Compagni di Strada OdV
Comunità Africana - Brindisi e provincia
ConvochiamociPerBari
Ass. Etnie APS onlus
Aps Farina 080 onlus
Forum Ambiente Salute e Sviluppo Brindisi
Forum per cambiare l'ordine delle cose della provincia di Brindisi
Giraffah Onlus
Ass. Giustizia per Taranto
Gruppo Lavoro Rifugiati Bari
INTERSOS
Libera - Bari
Coop. Medtraining
Migrantes - Brindisi
Ass. Moscati - Bari
Oasi 2 onlus
Ass. Ohana Taranto
Cooperativa Sociale Rinascita - Copertino ( Le)
Salute pubblica
Ass. Saro-wiwa - Bari
Sinistra anticapitalista tarantina
SLAI Cobas - Taranto
Ass. Smiling Coast of Africa -APS Brindisi,
ass. Solidaunia - Foggia
Il sogno di Don Bosco scs
Sportello Welfare & Immigrazione Brindisi
Squola senza confini - Penny Wirton Bari
Ass. Stola e grembiule aps Molfetta
UIL - Puglia
Voci della Terra aps Brindisi

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