TARANTO - Un operaio dell'Ilva di 37 anni, di Francavilla Fontana (Brindisi), è rimasto ferito questa mattina alle 11 a un piede in un incidente avvenuto nel reparto Pla 2 dello stabilimento di Taranto. Mentre regolava delle guide che servono a mettere in linea le lamiere, il piede destro è rimasto incastrato tra la stessa lamiera e il rullo causandogli la frattura scomposta della caviglia. Colleghi lo hanno liberato e dato l'allarme. Gelo è stato ricoverato in ospedale.
Lo sciopero. Le segreterie territoriali di Fim, Fiom e Uilm di Taranto hanno proclamato uno sciopero immediato di reparto, che terminerà alle 7 di domani, dei dipendenti del reparto Pla2 dell'Ilva dove stamani è avvenuto l'ultimo infortunio sul lavoro. Secondo i sindacati sarebbero state ignorate le norme di prevenzione nonostante i solleciti della prefettura sull'adozione di un protocollo di sicurezza. Negli ultimi cinque mesi si sono verificati tre incidenti mortali nello stabilimento. Il reparto Pla 2 dell'area a freddo era stato riaperto il 21 marzo scorso dopo un periodo di fermo.
L'impennata di infortuni. «Il nuovo infortunio, verificatosi questa mattina all'Ilva, mette in luce il calo di attenzione da parte dell'azienda sui temi della sicurezza». Lo afferma in una nota il segretario provinciale della Fim Cisl di Taranto, Mimmo Panarelli, riferendosi all'incidente avvenuto nel reparto Pla2. «Dopo un triennio fruttuoso senza infortuni gravi, negli ultimi mesi - aggiunge - si sta riproponendo un triste e angoscioso scenario, al quale un po' tutti non eravamo più abituati. A fronte dell'incidente odierno sulla macchina bordatrice n.1, ci chiediamo: come mai registriamo questa improvvisa impennata di infortuni? Gli ottimi risultati, ottenuti negli ultimi anni, in termini di indici d'infortunio, avranno un po' cullato l'azienda?» Quesiti, afferma Panarelli, «che meritano risposte certe. Da parte dell'azienda esigiamo chiarimenti. Non è possibile riproporre alle cronache quotidiane notizie che vanno in controtendenza con l'impegno che noi tutti da sempre profondiamo. Una situazione che non accettiamo».
Usb: sangue per profitto. «Ancora sangue versato per il profitto. Siamo in una situazione paradossale nella quale si accettano supinamente i dettami della proprietà, si consente a quest'ultima il continuo ricorso agli ammortizzatori sociali, ai contratti di solidarietà, alla messa a riposo forzato dei lavoratori, mentre si deve continuare a produrre bypassando le procedure di sicurezza per velocizzare le attività, come siamo convinti sia accaduto anche per l'incidente odierno». Lo affermano in una nota Francesco Rizzo e Lorenzo Semeraro, del coordinamento provinciale Usb (Unione sindacale di base) di Taranto, commentando l'incidente occorso a un operaio nel reparto Pla2 dello stabilimento Ilva. «Ci chiediamo - aggiungono - a cosa servano i tavoli istituzionali e le kermesse dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, Fim, Fiom e Uilm, che in prefettura discutono e siglano protocolli d'intesa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, mentre si dice che centinaia di migliaia di euro vengono spesi per pagare società esterne, straniere, per sviluppare concetti "altamente qualificati" sulla materia». I due esponenti dell'Usb ricordano che «sono tre gli operai morti in soli quattro mesi e gli infortuni, spesso gravissimi, sono all'ordine del giorno. Chiediamo l'immediato superamento di tutti quegli accordi siglati tra azienda e sindacati. Si deve avere il coraggio di fermare gli impianti e ripristinare le misure di sicurezza invece di mandare uomini a morire».
Lupoli: mai abbassare la guardia. «Non bisogna mai abbassare i livelli di guardia sulla sicurezza»: così il direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, Antonio Lupoli, commenta in una nota l'incidente verificatosi stamani nel reparto Finitura Lamiere che ha provocato la frattura di una caviglia ad un operaio, Marco Gelo. Secondo la ricostruzione fatta dall'azienda, l'operaio, mentre regolava una macchina bordatrice, ha attivato inavvertitamente un "sensore presenza lamiera", provocando l'avanzamento di alcuni centimetri di una lamiera e determinando il contrasto del piede destro tra la stessa e il piano della via rulli. «Ci siamo dotati di una politica e di precise linee guida - aggiunge Lupoli - che definiscono la sicurezza come parte integrante e prioritaria della gestione aziendale. Strumenti che ci hanno permesso di ottenere risultati significativi. Solo con l'impegno, con la partecipazione attiva e il coinvolgimento di tutti, sarà possibile migliorare. E solo quando non si verificheranno più incidenti - conclude - potremo ritenerci davvero soddisfatti».
Quotidiano di Taranto
Venerdì 29 Marzo 2013 -
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