Circa 200 compagni e compagne, in
prevalenza giovani, hanno risposto oggi a Taranto all'appello del
Comitato di quartiere Citta Vekkia e del CMA per la manifestazione
antifascista del 25 aprile.
Un appello raccolto dal circolo
proletari comunisti e dai rappresentanti dello Slai cobas per il
sindacato di classe degli operai dell'Ilva e dei lavoratori precari e
disoccupati
La manifestazione ha avuto come teatro
la città vecchia. E questa è stata una buona scelta, perchè
l'antifascismo ha avuto in questa zona della città la sua storia più
importante che negli anni si è cercato di seppellire nel silenzio.
Per questo la manifestazione è partita
con la posa di una lapide alla discesa Vasto, salutata con applausi e
pugni in alto, su cui era scritto: “25 aprile 2013 – In memoria
del “torripenna” quartiere popolare e antifascista sgomberato e
demolito dalla dittatura – I compagne e le compagne”.
Poi c'è stato il corteo in cui
spiccavano bandiere rosse, finalmente tornate a sventolare in un
corteo cittadino, dopo mesi in cui il “niente bandiere” è stato
il lait motiv delle manifestazioni cittadine di Liberi e pensanti e
ambientalisti, anche oggi assenti come componente organizzata, anche
se diversi compagni e operai che fanno riferimento a questa
componente hanno partecipato a titolo individuale.
“Ora e sempre Resistenza” e “Bella
ciao” sono stati più volte lanciati e ripresi nel corteo; così
come non sono mancate scritte e affissioni per tutte le vie e i
vicoli del quartiere.
E' stato un antifascismo niente affatto
rituale perchè la manifestazione l'ha legato alla situazione che
vive oggi il quartiere e ha fatto di questo il tema prevalente della
manifestazione, ottenendo sostegno e consenso dagli abitanti del
quartiere.
La citta vecchia viene da un lato
lasciata nell'incuria dall'amministrazione comunale, dall'altro
consegnata nelle mani di privati e ricchi che si appropriano di
locali e parti significative per trasformarli in virtuosi club
radical chic o in ristoranti, caffè cari; mentre per gli abitanti
ridotti a 1300 la vita continua ad essere segnata da disoccupazione,
povertà, disgregazione, in un territorio colpito dall'inquinamento e
ora anche dal blocco strumentale e improvvido della miticoltura.
Il corteo ha attraversato i vicoli
anche meno battuti del quartiere, proprio a volerne riprendere la
storia e lanciare un appello alla lotta e alla ribellione.
Davvero un 25 aprile antifascista e di
lotta che è importante non resti fino a sé stesso, che segno una
ripresa in termini sociali e politici e in contenuti antagonisti e
antifascisti della lotta in città su tutti i piani, da quella contro
padron Riva a quella contro la Marina e la militarizzazione, lo
Stato, le amministrazioni locali che, al di là del partito di
appartenenz,a sono tutte dedite alla malapolitica e al malaffare.
Proletari comunisti
25.4.13
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