di MIMMO MAZZATARANTO
- Abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Il sindaco di Taranto
Ezio Stefàno, rieletto lo scorso anno a capo di una coalizione di
centrosinistra, entra a pieno titolo nell’inchiesta denominata «Ambiente
svenduto», deflagrata nel novembre scorso con l’arresto dell’assessore
provinciale all’ambiente Michele Conserva (scarcerato sabato scorso),
dell’ex portavoce dell’Ilva Girolamo Archinà, dell’ex consulente della
Procura e preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti, una nuova
ordinanza nei confronti del patron Emilio Riva e dell’ex direttore dello
stabilimento siderurgico Luigi Capogrosso (già finiti ai domiciliari il
26 luglio nell’ambito dell’indagine sull’inquinamento) e l’emissione di
una mandato di cattura internazionale nei confronti di Fabio Riva, il
vicepresidente di Riva Group trovato a Londra agli inizi di gennaio
dagli agenti dell’In - terpol allertati dai militari della Guardia di
Finanza, in attesa di estradizione.
Il coinvolgimento del primo
cittadino emerge, come la Gazzetta è in grado di rilevare, dalla lettura
della proroga delle indagini preliminari disposta dal giudice per le
indagini preliminari Patrizia Todisco su richiesta del procuratore capo
Franco Sebastio, del procuratore aggiunto Pietro Argentino e dei
sostituti Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani.
Il
gip ha disposto altri sei mesi di indagini per fare piena luce
nell’inchiesta «Ambiente svenduto» e far venire a galla le
responsabilità di quanti avrebbero consentito all’Ilva di evitare o
pilotare i controlli ambientali negli ultimi quattro anni. Nella
richiesta di proroga delle indagini preliminari i pubblici ministeri
scrivono di fatti già noti, come quelli che hanno portato alla prima
ondata di arresti, e di ipotesi di reato finora rimaste coperte da
segreto, come quelle che riguardano il sindaco Ippazio Stefàno, iscritto
nel registro delle notizie di reato per abuso d’ufficio e omissione di
atti d’uf ficio, oppure il coinvolgimento diretto dell’Ilva, quale
società, ai sensi della legge 231 del 2001 che prevede la responsabilità
giuridica delle imprese per fatti commessi da persone che operano nella
società.
Due gli episodi che riguardano l’Ilva. Il primo è
quello per per corruzione in atti giudiziari che vede indagati anche
Lorenzo Liberti, Girolamo Archinà, Fabio Riva e Luigi Capogrosso; il
secondo, invece, riguarda due violazioni al codice dell’ambiente
relative alle imponenti emissioni diffuse e fuggitive nocive in
atmosfera e allo smaltimento di rifiuti in assenza di autorizzazione. |
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