A. Marescotti: "...Di Maio ha dato il via libera all'incremento di produzione da 4,8 milioni a 8 milioni di tonnellate annue. Un incremento del 66% della produzione Ilva, a fronte di una promessa di ArcelorMittal di tagliare del 30% le emissioni controllate che non sono tra l'altro la minaccia principale, in quanto sono le "non conmvogliate" quelle che inquinano maggiormente Taranto. Ma non è prevista alcuna valutazione preventiva del potenziale danno sanitario. Questo significa che non si vuole sapere cosa accadrà, nonostante oggi la scienza fornisca gli strumenti per conoscere in anticipo... Se questa operazione al buio porterà danni per la salute, chi ne risponderà? Nessuno c'è l'immunità penale per l'Ilva" estesa ora anche a AM.
Dalle testimonianze al processo Ilva di marzo scorso:
"I periti dimostrano il legame stretto tra aumento della produttività in fabbrica che per gli operai vuol dire aumento dello sfruttamento e morte degli operai, malattie nei quartieri". Ed è stata emblematica la immediata opposizione degli avvocati di Riva e company.
E' di fatto la dimostrazione che è il sistema capitalista fondato sullo sfruttamento per il profitto che è nocivo, e va rovesciato - Ed è questa "verità" che fa allarmare i difensori dei padroni. Questo pone la ragione oggettiva dell'unità operai/popolazione. L'aumento della produttività è una legge del capitale per estorcere agli operai più plusvalore e quindi per aumentare i profitti padronali, non è un condizione legata all'industria.
La fabbrica in mano agli operai, il cui fine non sarebbe il profitto, metterebbe fine a questo micidiale legame (Dall'opuscolo dello Slai cobas per il sindacato di classe).
DOBBIAMO ASPETTARE TRA TANTI ANNI UN ALTRO PROCESSO "AMBIENTE SVENDUTO" ALLA MITTAL? O DOBBIAMO SUBITO - INSIEME OPERAI E POPOLAZIONE DEI QUARTIERI - MOBILITARCI PER IMPEDIRE CHE "TUTTO CAMBIA E NIENTE CAMBIA"?
Nessun commento:
Posta un commento