domenica 13 gennaio 2019

Ilva, ‘Ambiente Svenduto’: dalla prossima settimana è l’ora degli imputati - Corriere di Taranto parla anche delle udienze in cui hanno parlato le parti civili e i testi organizzati dallo Slai cobas


pubblicato il 12 Gennaio 2019, 20:37
Si sono svolte il 7, l’8 e il 9 gennaio altre udienze del processo ‘Ambiente Svenduto’ sul presunto disastro ambientale provocato dall’Ilva sotto la gestione del gruppo Riva. In queste ultime tre udienze... sono stati protagonisti le parti civili, molte delle quali indicate dallo Slai Cobas, oltre al presidente di Paecelink Alessandro Marescotti (che ha ripercorso la storia delle denunce dell’associazione partendo da quella del 2005 sulle emissioni della diossina sino a quella del 2008 con le analisi del formaggio contenente diossina prodotta dall’Ilva).
(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2019/01/08/ilva-ambiente-svenduto-denunce-polemiche-e-litigi-nelle-udienze-delle-parti-civili/)
L’ultima udienza in cui saranno ascoltate le parti civili è prevista per martedì 15 gennaio, poi da mercoledì 16 inizierà il fulcro centrale del dibattimento, con l‘interrogatorio dei 23 imputati che hanno comunicato alla Corte d’Assise la disponibilità a sottoporsi alle domande dei pm... con il primo ad essere esaminato che sarà l’ingegnere Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto fino al 4 luglio 2012 quando rassegnò le dimissioni dopo 15 anni nel ruolo di direttore. Il 26 luglio del 2012, giorno del sequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico, Capogrosso fu arrestato e posto ai domiciari, insieme ad Emilio e Nicola Riva.
Insieme all’ing. Capogrosso hanno dichiarato la loro disponibilità ad essere ascoltati gli ingegneri che ricoprivano il ruolo di capi area all’epoca dei fatti contestati, ovvero Marco Andelmi (parchi) Ivan Di Maggio (cokerie), Angelo Cavallo (area agglomerato) e Salvatore D’Alò (acciaierie), uno dei legali amministrativisti della famiglia Riva, l’avvocato Francesco Perli.
Hanno deciso di essere ascoltati anche l’ex rettore del Politecnico professor Lorenzo Liberti, l’ex direttore generale dell’ARPA Puglia professor Giorgio Assennato e l’ex direttore scientifico dell’Agenzia Blonda e l’ispettore ARPA Giovanna Raffaelli, ed alcuni tra i principali esponenti politici finiti sotto accusa, come l’ex governatore Nichi Vendola, l’ex assessore regionale Nicola Fratoianni, il dirigente del settore ambiente dell’epoca Antonello Antonicelli, l’ex presidente della Provincia Gianni Florido, l’ex assessore provinciale all’Ambiente Michele Conserva, l’ex ispettore della Digos Aldo De Michele.
E’ bene sottolineare ancora una volta che tranne per i reati più gravi, per quelli minori la prescrizione è oramai praticamente certa, visto che scatta dopo 7 anni e mezzo. Anche se si dovesse giungere ad un’eventuale sentenza di condanna infatti, ci sarebbe il ricorso in appello e i reati si estinguerebbero per prescrizione, salvo quelli gravi come disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari. 
Al termine dell’udienza del 9 gennaio, lo Slai cobas per il sindacato di classe ha voluto ringraziare le parti civiliAlessandro Marescotti, il Dr Cosimo Cassetta, la Dr.ssa Grazia Parisi, Cosimo Semeraro, Mottolese Pietro, che hanno testimoniato nell’udienza del 9 gennaio al processo Ilva, portando, con le loro dichiarazioni, analisi, dati, informazioni, esperienza diretta, un importante contributo alla verità e alla battaglia per ottenere giustizia. Vogliamo ringraziare anche altri testi che, purtroppo, non hanno potuto fornire la loro testimonianza a causa dell’andamento delle udienze, e che hanno dovuto comunque attendere il primo giorno dalla mattina alla sera, con pazienza e massima disponibilità: Francesco Maresca ex operaio Ilva delegato Fiom, Nicola Preziuso direttore Ufficio Pastorale Sociale della Diocesi di Taranto, Nicola Frangione di Magistratura democratica. Noi pensiamo che questi tre giorni (dal 7 al 9 gennaio) siano stati importanti. Finalmente in questo processo quasi dimenticato si sono viste e soprattutto sentite le realtà che devono essere le protagoniste effettive della battaglia contro Riva e i suoi complici affinchè chi inquina, chi ha provocato tanti morti sia dentro la fabbrica che in città, tanti malati, paghi! – afferma in una nota il sindacato di classe -. E’ entrata la voce di operai Ilva, di lavoratori del cimitero, di cittadini, familiari, ambientalisti, medici. Noi faremo conoscere al più presto a tutti queste importanti testimonianze, come le forti dichiarazioni, denunce vive fatte dalle parti civili di operai Ilva, lavoratori del cimitero, abitanti dei Tamburi. Ora dobbiamo continuare, con più forza, la battaglia“.

Nelle prossime settimane pubblicheremo una sintesi sulle udienze dei mesi di ottobre, novembre e dicembre.

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