Così Enzo Pilò dell’Associazione Babele.
“Siamo a conoscenza che in questi giorni la Prefettura sta svolgendo un monitoraggio per conoscere quanti titolari di protezione umanitaria siano tuttora presenti nei centri di accoglienza straordinaria, al fine di dare attuazione all’ultima circolare del Ministero dell’Interno in cui si danno disposizioni per l’uscita di queste persone -dice Enzo Pilò-in data 5 dicembre si è svolto un incontro informale fra rappresentanti dell’associazionismo, dei Comuni e la Prefettura, per conoscere quale fosse lo stato delle cose sul territorio. L’incontro era stato generato dall’allarme scaturito dall’iniziativa di alcune Prefetture riguardante l’uscita improvvisa di centinaia di titolari di protezione dai centri con la conseguente emergenza sociale che avrebbe comportato quel provvedimento.
In quella occasione ci fu rappresentato che non era stata ancora assunta alcuna decisione a Taranto e
che gli enti interessati sarebbero stati informati al riguardo.
La richiesta di conoscenza e partecipazione alle decisioni della Prefettura da parte della società civile è giustificata da quanto previsto dalla vigente normativa sul tema immigrazione, attraverso l’istituzione del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione.
I consigli territoriali per l’immigrazione (Cti) sono presenti in tutte le prefetture italiane.
Previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n.394/1999 e istituiti con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri 18 dicembre 1999, sono gli organismi preposti al monitoraggio della presenza dei cittadini stranieri immigrati nel territorio, e della capacità di quest’ultimo di assorbire i flussi migratori- prosegue Pilò- i Cti, presieduti dal Prefetto della provincia, sono composti da rappresentanti delle amministrazioni statali, degli enti locali, della camera di commercio, delle associazioni/organizzazioni che operano nel campo dell’assistenza e dell’integrazione, delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori extracomunitari.
I loro compiti: raccolgono le diverse problematiche locali legate all’immigrazione; promuovono la concertazione favorendo soluzioni condivise tra tutte le amministrazioni, le istituzioni e i soggetti coinvolti a livello territoriale nella gestione del fenomeno migratorio; promuovono la partecipazione al loro interno delle associazioni che rappresentano le comunità straniere in Italia; promuovono iniziative per l’integrazione socio-territoriale degli immigrati e veicolano a livello di governo centrale gli ambiti di intervento e le proposte che emergono a livello provinciale.
Per questi motivi ci siamo fatti più volte carico, anche successivamente all’incontro del 5 dicembre, della richiesta di convocazione del Consiglio Territoriale, al fine di affrontare temi irrisolti quali la vicenda dei codici fiscali numerici che non consentono un normale esercizio dei diritti; le norme inapplicate sull’esercizio al diritto alla salute, ancora oggi garantito sul territorio a macchia di leopardo.
Non abbiamo, purtroppo, ricevuto risposta. Parrebbe superfluo affermare che il diritto alla salute della popolazione straniera presente sul territorio, regolarmente o no, costituisca un elemento fondamentale per assicurare il benessere collettivo.
Ancora più urgente appare, quindi, la condivisione di informazioni e misure da applicare su quanto i referenti del Governo sul territorio vogliano decidere in merito all’uscita dei titolari di protezione umanitaria dai CAS, in quanto questo tema ha interesse pubblico e non può continuare ad essere trattato in maniera privatistica fra organi dello Stato ed enti economici. Chiediamo, quindi, che la Prefettura di
Taranto convochi in tempi brevissimi il Consiglio Territoriale Immigrazione e che vengano stabiliti incontri periodici e frequenti al fine di consentire un corretto esercizio al diritto di informazione e partecipazione”.
Nessun commento:
Posta un commento