giovedì 31 gennaio 2019

Resoconto del Corriere di Taranto sull'incontro di Roma - info

Oggi mettiamo le ruote dell’aereo sulla pista di atterraggio. Si apre la fase normale della vita di un’azienda“. Così Annalisa Pasquini direttore del personale di ArcelorMittal Italia al termine dell’incontro odierno a Roma con i sindacati metallurgici. Un incontro definito “positivo. Resta il nostro impegno morale ad assolvere gli impegni presi” ha aggiunto. “Abbiamo inviato 10.912 proposte di assunzione. E finora abbiamo assunto circa 10.600 persone su tutto il gruppo. Resta un delta di 93 persone sull’obiettivo 10.700 previsto dall’accordo“. In alcuni siti sono poi stati rinnovati i contratti a tempo determinato. Tenuto conto di questi il delta si riduce a 62 persone.
È necessario attivare il tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, garante dell’accordo siglato, che consenta di acquisire oltre che le valutazioni aziendali, i pareri degli altri soggetti preposti (Inail, Arpa, Ispra) a partire dalla sicurezza sul lavoro e dall’ambientalizzazione“. Così Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil dopo l’incontro di oggi considerato “l’avvio di un monitoraggio” sull’applicazione dell’accordo firmato il 6 settembre scorso. “Nell’incontro di oggi – ha raccontato Rappa – l’azienda ha illustrato lo stato di avanzamento del piano industriale, del piano ambientale e
del programma delle assunzioni. L’obiettivo è una produzione annua di sei milioni di tonnellate di acciaio. Attualmente siamo fermi a quattro e mezzo e l’obiettivo potrebbe essere raggiunto nella seconda metà del 2019“. “I vertici di Arcelor Mittal – prosegue Rappa – hanno aggiornato l’analisi del contesto siderurgico europeo e mondiale: i ritardi nell’aumento della produzione sono dovuti secondo l’azienda alla situazione in cui si trovano gli impianti, alla riorganizzazione del lavoro con all’orizzonte un mercato europeo dell’acciaio che sta rallentando ed a un parallelo aumento dei prezzi a causa degli Usa, oltre che all’aumento dei prezzi da parte della Turchia. Il piano occupazionale necessita di arrivare all’assunzione di 10.700 lavoratori. Nell’incontro di oggi è emersa, inoltre, la necessità di ricostruire un modello di relazioni sindacali che tenga conto della realtà di Arcelor Mittal in Italia, oltre il rapporto con Arcelor Mittal Europa e Mondo“. “Su Genova – conclude Rappa – per la Fiom l’attenzione rimane puntata su investimenti nella banda stagnata, impegno che è stato confermato anche se i tempi al momento sono incerti“. 
Arcelor Mittal Italia deve “ancora assumere 62 persone” su tutto il gruppo ex Ilva. Lo ha detto il segretario della Fim, Marco Bentivogli, alla fine dell’incontro in Confindustria. Attualmente ne sono stati assunti 10.287 secondo il piano occupazionale previsto dall’accordo di settembre, ha riferito Bentivogli. Nel dettaglio i 10.287 sono gli addetti assunti nel settore siderurgico. ArcelorMittal ha anche assunto – come ha poi spiegato il direttore del Personale Annalisa Pasquini – 202 addetti in ArcelorMittal Maritime e circa 100 addetti il ArcelorMittal Energy. In particolare, per i lavoratori siderurgici l’accordo sindacale di settembre prevedeva l’assorbimento di 10.380 persone. A Taranto sono stati assunti tutti gli 8.200 addetti previsti dall’accordo e così anche per o 50 di Marghera. Mancano ancora alcune assunzioni da completare a Genova (10 addetti), a Racconigi (5 addetti), Novi (20), Milano (58) Paderno (4), Legnano (3) e Salerno (2). 
Chiediamo ad ArcelorMittal Italia di assorbire i circa 2000 dipendenti Ilva rimasti in cigs che, comunque, secondo l’accordo siglato a settembre con Governo dovrebbero essere assorbiti entro il 2025“. Così il segretario generale della Uilm Rocco Palombella al termine della riunione con ArcelorMittal Italia. “I lavoratori in cigs devono essere il bacino dove attingere le prossime assunzioni previste dell’accordo” ha aggiunto Palombella. “L’incontro di oggi con ArcelorMittal è servito a ripristinare un’interlocuzione che negli ultimi mesi era venuta a mancare e ad avere un quadro sull’attività che l’azienda sta svolgendo a 360 gradi. Tuttavia a mio avviso non è ancora sufficiente, serve proseguire il confronto” ha proseguito Palombella. “Sul piano della sicurezza condividiamo l’impostazione di agire per prevenire i rischi tenendo conto dei singoli reparti e delle specifiche attività – ha aggiunto Palombella – e sulla copertura dei parchi primari sono stati fatti diversi passi avanti“.
Il tema più complesso resta quello legato agli organici. “Il numero di 10.700 persone stabilito nell’accordo del 6 settembre 2018 – puntualizza Palombellaè un numero minimo, non si può marciare a ritmi diversi con lo stesso numero di persone. Se c’è bisogno di altri lavoratori il numero deve per forza aumentare. Prima AM assume le persone dal bacino di Ilva AS, man mano che aumenta la produzione, prima ci guadagna in termini di volumi produttivi. In particolare, con la ripartenza di impianti gli addetti devono aggiungersi al numero minimo concordato con l’accordo del 6 settembre“. “Inoltre – continua Palombella – il tema delle relazioni industriali è a nostro avviso strategico per il rilancio del colosso siderurgico, serve a livello territoriale una maggiore e più approfondita interlocuzione per dare le risposte necessarie alle diverse richieste dei lavoratori“. “Infine – conclude il segretario generale della Uilm – abbiamo la necessità di fare quanto prima una verifica presso il ministero dello Sviluppo economico per chiarire il destino dei lavoratori rimasti in Ilva AS, tuttora in cassa integrazione, e capire il loro utilizzo nei lavori di bonifica che si dovranno fare sull’area interessata“. 
Incontro complesso, che è entrato nel dettagliato con i vari punti all’ordine del giorno, ma che può rappresentare una chiave di volta di questa complessa trattativa“. Così il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, al termine del vertice odierno. “Potremo avere maggiori certezze e delucidazioni sia in merito all’aspetto ambientale sia, soprattutto, del ricollocamento dell’intera forza lavoro e occupazionale. Per l’Ugl Metalmeccanici quest’ultimo deve essere il punto di partenza, ivi compresi tutti i lavoratori ancora non assunti da Arcelor Mittal“, prosegue. “Ci sono ancora degli aspetti che abbiamo chiesto di discutere in sede locale per ogni singolo sito – conclude Spera – mentre su Taranto si è raggiunto l’obbiettivo iniziale, come da accordo siglato a settembre, ovvero 8200 Metalmeccanici e 100 elettrici“.

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