Oggi mettiamo le ruote dell’aereo sulla pista di atterraggio. Si apre la fase normale della vita di un’azienda“. Così Annalisa Pasquini direttore del personale di ArcelorMittal Italia al termine dell’incontro odierno a Roma con i sindacati metallurgici. Un incontro definito “positivo. Resta il nostro impegno morale ad assolvere gli impegni presi” ha aggiunto. “Abbiamo
inviato 10.912 proposte di assunzione. E finora abbiamo assunto circa
10.600 persone su tutto il gruppo. Resta un delta di 93 persone
sull’obiettivo 10.700 previsto dall’accordo“. In alcuni siti sono
poi stati rinnovati i contratti a tempo determinato. Tenuto conto di
questi il delta si riduce a 62 persone.
“È necessario attivare il tavolo al Ministero dello Sviluppo
Economico, garante dell’accordo siglato, che consenta di acquisire oltre
che le valutazioni aziendali, i pareri degli altri soggetti preposti
(Inail, Arpa, Ispra) a partire dalla sicurezza sul lavoro e
dall’ambientalizzazione“. Così Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil dopo l’incontro di oggi considerato “l’avvio di un monitoraggio” sull’applicazione dell’accordo firmato il 6 settembre scorso. “Nell’incontro di oggi – ha raccontato Rappa –
l’azienda ha illustrato lo stato di avanzamento del piano industriale,
del piano ambientale e
del programma delle assunzioni. L’obiettivo è una
produzione annua di sei milioni di tonnellate di acciaio. Attualmente
siamo fermi a quattro e mezzo e l’obiettivo potrebbe essere raggiunto
nella seconda metà del 2019“. “I vertici di Arcelor Mittal – prosegue Rappa – hanno
aggiornato l’analisi del contesto siderurgico europeo e mondiale: i
ritardi nell’aumento della produzione sono dovuti secondo l’azienda alla
situazione in cui si trovano gli impianti, alla riorganizzazione del
lavoro con all’orizzonte un mercato europeo dell’acciaio che sta
rallentando ed a un parallelo aumento dei prezzi a causa degli Usa,
oltre che all’aumento dei prezzi da parte della Turchia. Il piano
occupazionale necessita di arrivare all’assunzione di 10.700 lavoratori.
Nell’incontro di oggi è emersa, inoltre, la necessità di ricostruire un
modello di relazioni sindacali che tenga conto della realtà di Arcelor
Mittal in Italia, oltre il rapporto con Arcelor Mittal Europa e Mondo“. “Su Genova – conclude Rappa – per
la Fiom l’attenzione rimane puntata su investimenti nella banda
stagnata, impegno che è stato confermato anche se i tempi al momento
sono incerti“.
Arcelor Mittal Italia deve “ancora assumere 62 persone” su tutto il gruppo ex Ilva. Lo ha detto il segretario della Fim, Marco Bentivogli,
alla fine dell’incontro in Confindustria. Attualmente ne sono stati
assunti 10.287 secondo il piano occupazionale previsto dall’accordo di
settembre, ha riferito Bentivogli. Nel dettaglio i 10.287 sono gli
addetti assunti nel settore siderurgico. ArcelorMittal ha anche assunto –
come ha poi spiegato il direttore del Personale Annalisa Pasquini – 202
addetti in ArcelorMittal Maritime e circa 100 addetti il ArcelorMittal
Energy. In particolare, per i lavoratori siderurgici l’accordo sindacale
di settembre prevedeva l’assorbimento di 10.380 persone. A Taranto sono
stati assunti tutti gli 8.200 addetti previsti dall’accordo e così
anche per o 50 di Marghera. Mancano ancora alcune assunzioni da
completare a Genova (10 addetti), a Racconigi (5 addetti), Novi (20),
Milano (58) Paderno (4), Legnano (3) e Salerno (2).
“Chiediamo ad ArcelorMittal Italia di assorbire i circa 2000
dipendenti Ilva rimasti in cigs che, comunque, secondo l’accordo siglato
a settembre con Governo dovrebbero essere assorbiti entro il 2025“. Così il segretario generale della Uilm Rocco Palombella al termine della riunione con ArcelorMittal Italia. “I lavoratori in cigs devono essere il bacino dove attingere le prossime assunzioni previste dell’accordo” ha aggiunto Palombella. “L’incontro
di oggi con ArcelorMittal è servito a ripristinare un’interlocuzione
che negli ultimi mesi era venuta a mancare e ad avere un quadro
sull’attività che l’azienda sta svolgendo a 360 gradi. Tuttavia a mio
avviso non è ancora sufficiente, serve proseguire il confronto” ha proseguito Palombella. “Sul
piano della sicurezza condividiamo l’impostazione di agire per
prevenire i rischi tenendo conto dei singoli reparti e delle specifiche
attività – ha aggiunto Palombella – e sulla copertura dei parchi primari sono stati fatti diversi passi avanti“.
Il tema più complesso resta quello legato agli organici. “Il numero di 10.700 persone stabilito nell’accordo del 6 settembre 2018 – puntualizza Palombella – è
un numero minimo, non si può marciare a ritmi diversi con lo stesso
numero di persone. Se c’è bisogno di altri lavoratori il numero deve per
forza aumentare. Prima AM assume le persone dal bacino di Ilva AS, man
mano che aumenta la produzione, prima ci guadagna in termini di volumi
produttivi. In particolare, con la ripartenza di impianti gli addetti
devono aggiungersi al numero minimo concordato con l’accordo del 6
settembre“. “Inoltre – continua Palombella – il tema
delle relazioni industriali è a nostro avviso strategico per il rilancio
del colosso siderurgico, serve a livello territoriale una maggiore e
più approfondita interlocuzione per dare le risposte necessarie alle
diverse richieste dei lavoratori“. “Infine – conclude il segretario generale della Uilm –
abbiamo la necessità di fare quanto prima una verifica presso il
ministero dello Sviluppo economico per chiarire il destino dei
lavoratori rimasti in Ilva AS, tuttora in cassa integrazione, e capire
il loro utilizzo nei lavori di bonifica che si dovranno fare sull’area
interessata“.
“Incontro complesso, che è entrato nel dettagliato con i vari
punti all’ordine del giorno, ma che può rappresentare una chiave di
volta di questa complessa trattativa“. Così il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, al termine del vertice odierno. “Potremo
avere maggiori certezze e delucidazioni sia in merito all’aspetto
ambientale sia, soprattutto, del ricollocamento dell’intera forza lavoro
e occupazionale. Per l’Ugl Metalmeccanici quest’ultimo deve essere il
punto di partenza, ivi compresi tutti i lavoratori ancora non assunti da
Arcelor Mittal“, prosegue. “Ci sono ancora degli aspetti che abbiamo chiesto di discutere in sede locale per ogni singolo sito – conclude Spera – mentre
su Taranto si è raggiunto l’obbiettivo iniziale, come da accordo
siglato a settembre, ovvero 8200 Metalmeccanici e 100 elettrici“.
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