I problemi riguardano il cumulo di mansioni, la flessibilità/spostamento degli operai, lo straordinario per sopperire alla riduzione degli operai nei reparti, il conseguente aumento del rischio infortuni/incidenti, la terziarizzazione di interi servizi con ditte che sostituiscono i lavoratori rimasti in Ilva AS, ecc. QUESTE NON SONO AZIONI TEMPORANEE DELLA ARCELORMITTAL, MA UNA STRATEGIA PER AUMENTARE LO SFRUTTAMENTO E TAGLIARE I COSTI.
Questo era chiaro già da ottobre - Ora che fa anche l'Usb? Prima ha firmato e ora strilla (ma si guarda bene dal contestare l'accordo).
Lunedì 14 ore 6 intervento dello Slai cobas alla port. A
Martedì 15 pre 17,30 riunione in sede operai AM e Ilva cig
La decisione è arrivata al temine della riunione durata oltre un’ora: le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) Fim, Fiom, Uilm hanno revocato lo sciopero di 24 ore che era stato proclamato, a partire dalle ore 7 del 14 gennaio, per tutti i dipendenti dello stabilimento ArcelorMittal Italia (ex Ilva) di Taranto. L’Usb non ha invece condiviso la scelta dei sindacati di categoria, scegliendo di non firmare il verbale d’intesa redatto tra le parti.
L’incontro odierno con l’azienda, ha rassicurato i sindacati in merito al completamento dell’organico e allo spostamento di personale di alcuni reparti che l’azienda ha nuovamente chiarito essere solo temporaneo, in vista della fermata di alcuni impianti. Motivo del contendere,
lo ricordiamo ancora una volta, il trasferimento di alcuni operai in reparti diversi dal cui solitamente operano, a causa di una riorganizzazione del lavoro stabilita da ArcelorMittal Italia. Sarebbero una quarantina gli operai in questione i cui spostamenti dovrebbero durare qualche mese: marzo/aprile per le manutenzioni, febbraio per la fermata temporanea dell’impianto bramme. Spostamenti giustificati tra l’altro dal fatto che essendo stati assunti con distacco lo scorso 1 novembre e poi in via definitiva lo scorso 1 gennaio, questi lavoratori non possono essere collocati nè in cig nè in ferie. I dipendenti seguiranno anche un percorso di formazione che sarà oggetto di monitoraggio e successivo confronto tra organizzazioni sindacali e azienda.
Nel verbale sottoscritto quest’oggi, si legge che l’azienda ArcelorMittal Italia ha confermato “la validità di quanto concordato in data 6 settembre 2019 anche in relazione alle tempistiche legate al processo di assunzione ancora in corso e al raggiungimento del target concordato, manifesta la propria disponibilità ad avviare un confronto con le RR.SS.UU. diretto ad individuare un percorso condiviso per la gestione delle risorse resesi disponibili nelle ipotesi di fermate temporanee degli impianti anche nel condìviso obiettivo dell’innalzamento della professionalità degli addetti“. Per quanto concerne, invece, il tema legato alla ricollocazìone temporanea di alcune risorse resesi disponibili l’azienda, ancora nell’odierno incontro “ha illustrato dettagliatamente alle Rsu le motivazioni sottese alla ricollocazione temporanea e il relativo percorso di training da realizzare“. Il percorso di training avrà “una durata commisurata alle esigenze delle competenze richieste dalla mansione di temporeanea destinazione e l’azienda conferma che il personale del Treno Lamiere e del Condizionamento bramme, ad oggi coinvolto, sarà ricollocato negli impianti di provenienza al riavvio degli stessi“. Infine l’azienda ha reso noto che ci sarà un tavolo di confronto a livello nazionale nel quale esaminare e monitorare l’evoluzione e il rispetto dell’accordo del 6 settembre scorso.
Al centro di tutto c’è la così detta ‘polifunzionalità‘. Che ArcelorMittal vorrebbe estendere a tutto il sito produttivo di Taranto. E che richiede massima flessibilità per tutti i lavoratori del siderurgico...
Infine, un aggiornamento per quanto concerne i lavoratori che hanno accettato l’incentivo all’esodo. Sino ad oggi l’intesa per la transazione economica è stata firmata da 829 lavoratori. Ed altre ancora saranno firmate nei prossimi giorni, così come altre ne arriveranno... è bene ricordare che nella platea dei lavoratori che hanno scelto l’incentivo all’esodo, almeno 250 hanno ricevuto la lettera di riassunzione da Mittal. Questo significa, come già annunciato tempo addietro dall’azienda, che in molti collocati in Cigs saranno riassunti nella nuova Ilva.
La contrarietà dell’Usb
L’Usb ha invece annunciato che denuncerà l’azienda per comportamento antisindacale appellandosi all’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori. “Il tema sollevato dalle organizzazioni sindacali – sottolinea il coordinatore provinciale Francesco Rizzo – e cioè il riordino della forza lavoro all’interno dello stabilimento è una questione in stretta relazione con l’argomento che attiene le assunzioni. Se ArcelorMittal pensa che il lavoratore Ilva può ricoprire qualsiasi ruolo e mansione non solo sminuisce la professionalità del lavoratore ma, cosa più importante, non facilità il reintegro dei lavoratori non assunti dai nuovi gestori dello stabilimento“. In tal modo, secondo Rizzo, viene tradito “di fatto lo spirito dell’accordo che prevedeva in partenza l’impiego di 8200 lavoratori per la produzione prevista dal piano industriale. Ad oggi, invece, è la stessa azienda che smentisce quanto ratificato nell’accordo perché chiede ad altri lavoratori, compresi quelli impiegati nelle aziende impiegate nell’appalto, di occuparsi di mansioni che prima erano svolte da altri operai Ilva, quelli non confermati e quindi lasciati a casa“.
L’incontro odierno con l’azienda, ha rassicurato i sindacati in merito al completamento dell’organico e allo spostamento di personale di alcuni reparti che l’azienda ha nuovamente chiarito essere solo temporaneo, in vista della fermata di alcuni impianti. Motivo del contendere,
lo ricordiamo ancora una volta, il trasferimento di alcuni operai in reparti diversi dal cui solitamente operano, a causa di una riorganizzazione del lavoro stabilita da ArcelorMittal Italia. Sarebbero una quarantina gli operai in questione i cui spostamenti dovrebbero durare qualche mese: marzo/aprile per le manutenzioni, febbraio per la fermata temporanea dell’impianto bramme. Spostamenti giustificati tra l’altro dal fatto che essendo stati assunti con distacco lo scorso 1 novembre e poi in via definitiva lo scorso 1 gennaio, questi lavoratori non possono essere collocati nè in cig nè in ferie. I dipendenti seguiranno anche un percorso di formazione che sarà oggetto di monitoraggio e successivo confronto tra organizzazioni sindacali e azienda.
Nel verbale sottoscritto quest’oggi, si legge che l’azienda ArcelorMittal Italia ha confermato “la validità di quanto concordato in data 6 settembre 2019 anche in relazione alle tempistiche legate al processo di assunzione ancora in corso e al raggiungimento del target concordato, manifesta la propria disponibilità ad avviare un confronto con le RR.SS.UU. diretto ad individuare un percorso condiviso per la gestione delle risorse resesi disponibili nelle ipotesi di fermate temporanee degli impianti anche nel condìviso obiettivo dell’innalzamento della professionalità degli addetti“. Per quanto concerne, invece, il tema legato alla ricollocazìone temporanea di alcune risorse resesi disponibili l’azienda, ancora nell’odierno incontro “ha illustrato dettagliatamente alle Rsu le motivazioni sottese alla ricollocazione temporanea e il relativo percorso di training da realizzare“. Il percorso di training avrà “una durata commisurata alle esigenze delle competenze richieste dalla mansione di temporeanea destinazione e l’azienda conferma che il personale del Treno Lamiere e del Condizionamento bramme, ad oggi coinvolto, sarà ricollocato negli impianti di provenienza al riavvio degli stessi“. Infine l’azienda ha reso noto che ci sarà un tavolo di confronto a livello nazionale nel quale esaminare e monitorare l’evoluzione e il rispetto dell’accordo del 6 settembre scorso.
Al centro di tutto c’è la così detta ‘polifunzionalità‘. Che ArcelorMittal vorrebbe estendere a tutto il sito produttivo di Taranto. E che richiede massima flessibilità per tutti i lavoratori del siderurgico...
Infine, un aggiornamento per quanto concerne i lavoratori che hanno accettato l’incentivo all’esodo. Sino ad oggi l’intesa per la transazione economica è stata firmata da 829 lavoratori. Ed altre ancora saranno firmate nei prossimi giorni, così come altre ne arriveranno... è bene ricordare che nella platea dei lavoratori che hanno scelto l’incentivo all’esodo, almeno 250 hanno ricevuto la lettera di riassunzione da Mittal. Questo significa, come già annunciato tempo addietro dall’azienda, che in molti collocati in Cigs saranno riassunti nella nuova Ilva.
La contrarietà dell’Usb
L’Usb ha invece annunciato che denuncerà l’azienda per comportamento antisindacale appellandosi all’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori. “Il tema sollevato dalle organizzazioni sindacali – sottolinea il coordinatore provinciale Francesco Rizzo – e cioè il riordino della forza lavoro all’interno dello stabilimento è una questione in stretta relazione con l’argomento che attiene le assunzioni. Se ArcelorMittal pensa che il lavoratore Ilva può ricoprire qualsiasi ruolo e mansione non solo sminuisce la professionalità del lavoratore ma, cosa più importante, non facilità il reintegro dei lavoratori non assunti dai nuovi gestori dello stabilimento“. In tal modo, secondo Rizzo, viene tradito “di fatto lo spirito dell’accordo che prevedeva in partenza l’impiego di 8200 lavoratori per la produzione prevista dal piano industriale. Ad oggi, invece, è la stessa azienda che smentisce quanto ratificato nell’accordo perché chiede ad altri lavoratori, compresi quelli impiegati nelle aziende impiegate nell’appalto, di occuparsi di mansioni che prima erano svolte da altri operai Ilva, quelli non confermati e quindi lasciati a casa“.
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