venerdì 11 marzo 2016

In Puglia una delle situazioni più negative del ciclo rifiuti - e Taranto è un esempio lampante

(dalla stampa) - "Per il presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Alessandro Bratti, in Puglia ci sono "tante criticità" nel ciclo dei rifiuti, "dalla raccolta differenziata ancora a livelli molto bassi, al fatto che non c'è una impiantistica di chiusura del ciclo".
In Puglia, ha aggiunto, "il ciclo dei rifiuti non è chiuso, mancano gli impianti, quelli esistenti sono in parte sotto sequestro, in parte non a norma o chiusi. Per cui la situazione è complicata. E il rischio di una emergenza ci può essere". E "frammentazione più emergenza - ha rilevato Bratti - è uguale pericolo"
"Certo, se il ciclo dei rifiuti è diviso per province, ci sono certamente più rischi che la progettazione strategica complessiva sia influenzata da soggetti locali, tra cui anche eventuali infiltrazioni criminali". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando con i giornalisti oggi a margine della audizione della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "Se viceversa, come noi cercheremo di fare - ha sottolineato Emiliano - avremo una unica strategia regionale con un'unica autorità per il ciclo dei rifiuti regionale, limitiamo le possibilità di intercettare i flussi di denaro connessi al ciclo dei rifiuti da parte di chicchessia, anche delle organizzazioni criminali". 
In Puglia, Taranto, è la situazione più disastrosa sia per la raccolta differenziata, appena al 16%, sia nella selezione differenziata che dovrebbe essere il primo passo verso il ciclo rifiuti. 
In questa situazione già grave, il fermo impianto di selezione per rottura del nastro di metà febbraio sta creando una vera e propria emergenza, in cui si unisce il blocco di un servizio pubblico con conseguenze sull'ambiente, e sui costi della cittadinanza, con il pesante attacco ai lavoratori, senza lavoro e senza certezza dei tempi di ripresa.
 ED EMILIANO, OLTRE LE DICHIARAZIONI STAMPA, CHE FA?

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