Anche al processo Ilva, i legali di Riva Fire hanno sostenuto che questa società non poteva essere accusata di nulla perchè non aveva nulla a che fare con la gestione dell'Ilva di Taranto.
MA E' PROPRIO COSI'?
Dal libro "Ilva la tempesta perfetta" - il dossier in appendice: L'impero economico della famiglia Riva":
"Per capire dove siano le redini dell’Ilva di Taranto bisogna risalire dalla Puglia a Milano, sede della Riva Fire, e da qui andare ancora più a nord, fino in Lussemburgo, dove hanno sede la Siderlux, la Stahlbeteili Gungen e la Utia, le società che controllano le aziende dei Riva sparse nel mondo. Ma non basta, perché dal Lussemburgo si deve rimbalzare ad Amsterdam, sede della Monomarch, la holding collocata in cima alle società lussemburghesi, e dall’Olanda bisogna prendere l’aereo, attraversare l’oceano e arrivare, dopo 9.900 chilometri, di fronte alle coste del Venezuela. A Curaçao.
Un lungo viaggio per poi scoprire che il secondo gruppo siderurgico europeo, con il 27,2 mln/t nel 2012 (dopo la Germania con 42,7 mln/t) e undicesimo nel mondo, con un fatturato di 10 miliardi di euro, 36 impianti produttivi in Italia, Germania, Francia, Belgio, Spagna, Grecia, Tunisia e Canada, e quasi 22mila dipendenti, è controllato da una società di soli seimila dollari, poco più di 4.600 euro (!)...
...l’Ilva è controllata per il 61,62% dalla Riva Fire, per il 25,38% dalla Siderlux - posseduta a sua volta dalla stessa Riva Fire – per il 10,05% dalla Valbruna Nederland, società olandese della famiglia Amenduni, e per il 2,95% dalla Allbest, un’altra società lussemburghese (che aveva nel 2007 acquistato la sua quota proprio dagli Amenduni e che ha la sede legale negli uffici della Utia) dove per un intreccio di società tra gli azionisti compare la famiglia Ligresti.
Dunque, l’Ilva è controllata per l’87% del capitale dalla Riva Fire, la quale, risalendo negli intrecci delle società, è posseduta per il 39,9% dalla Luxpack di Curaçao attraverso le società lussemburghesi e la holding olandese. Ma a chi è intestato il restante pacchetto del 60,1% della Riva Fire? Dietro c’è sempre la famiglia milanese, ma la proprietà è stata schermata da una società fiduciaria. Infatti il 35,1% della Riva Fire è nelle mani della Stahlbridge Srl, ma se vi va a vedere di chi è questa società si scopre che la totalità del capitale è intestata fiduciariamente alla Carini società fiduciaria di amministrazione e revisione di Milano. La stessa Carini fiduciaria controlla anche il restante pacchetto del 25% della Riva Fire. Una quota nei paradisi fiscali, un’altra dietro il paravento di una fiduciaria..."
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