domenica 6 marzo 2016

La stampa dà finalmente notizie sullo sciopero delle donne di martedì 8 marzo


8 Marzo: a Taranto sciopero lavoratrici

'Donne anche costrette a mettere le mani in rifiuti pericolosi'

(ANSA) - TARANTO, 5 MAR - A Taranto, come in numerose altre città italiane, l'8 marzo (giornata della festa della donna) le lavoratrici, le donne precarie e disoccupate, insieme a gruppi di studentesse sciopereranno e scenderanno in piazza ritrovandosi alle 9 in piazza castello per raggiungere la Prefettura. Le ragioni di questa iniziativa a Taranto, è detto in una nota dello Slai Cobas, risiedono nella situazione di crescente peggioramento della condizione delle donne, che rappresenta a Taranto una realtà esemplare. Vengono citati alcuni esempi come la precarietà negli appalti di pulizia con lavori, che vedono le donne "doppiamente sfruttate e discriminate". Ed ancora:le operaie dell'impianto Pasquinelli dell'Amiu, "costrette - sostiene lo Slai Cobas - a "rischiare la salute mettendo le mani nei rifiuti tossici, pericolosi, con amianto, e sull'orlo di vedersi togliere il lavoro". Infine, si ricordano le braccianti morte nei campi, la loro condizione di "schiave", sfruttate con "salari inferiori".



8 marzo, in sciopero le lavoratrici precarie

A Taranto, come in numerose altre città italiane, l'8 marzo (giornata della festa della donna) le lavoratrici, le donne precarie e disoccupate, insieme a gruppi di studentesse. sciopereranno e scenderanno in piazza ritrovandosi alle 9 in piazza Castello per raggiungere la Prefettura.

Le ragioni di questa iniziativa a Taranto, è detto in una nota dello Slai Cobas, risiedono nella situazione di crescente peggioramento della condizione delle donne, che rappresenta a Taranto una realtà esemplare. Vengono citati alcuni esempi come la precarietà negli appalti di pulizia con lavori, che vedono le donne «doppiamente sfruttate e discriminate», il caso delle lavoratrici degli asili, costrette «ancora a misere ore e ancor più misero salario (che devono anche penare per averlo) a svolgere doppie mansioni, di pulizie e di ausiliariato senza riconoscimento economico». Ed ancora: le «lavoratrici di pulizia degli uffici e strutture comunali, a rischio di tagli di posti di lavoro o di ore», le operaie dell'impianto Pasquinelli dell'Amiu, «costrette - sostiene lo Slai Cobas - a rischiare la salute mettendo le mani nei rifiuti tossici, pericolosi, con amianto, e sull'orlo di vedersi togliere il lavoro».

Infine, si ricordano le braccianti morte nei campi, la loro condizione di “schiave”, sfruttate con «salari inferiori, in condizioni di lavoro e orari disumani, ricattate anche sessualmente dai caporali e dai padroni delle aziende. Per tutto questo: riprendiamoci l'8 marzo».
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Sabato 5 Marzo 2016

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