domenica 6 marzo 2016

Hotspot - così vogliono fare a Taranto - l'esempio della Sicilia

È stato ripetuto tante volte, e non sarà mai abbastanza, che i cosiddetti Hotspot per i migranti sono illegali dal punto di vista umano e giuridico. Gli effetti sugli immigrati sono terribili e sono costretti a registrarli perfino gli amici di Renzi della commissione parlamentare d’inchiesta…
Ma non bastano né commissioni né buona volontà di tutti coloro che aiutano... 
Organizzare la lotta diretta delle migranti e dei migranti è la risposta a questa tragedia


In Sicilia controlli sotto accusa: 5 mila irregolari in più nel 2016
Dovrebbero servire per identificare rapidamente, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali nelle zone più esposte agli arrivi massicci dei migranti, rischiano invece di trasformarsi in una “macchina di clandestinità”. Sott’accusa sono le nuove strutture di identificazione chiamati hotspot, che alla fine del 2015 sono entrate in funzione, ma nel giro di pochi mesi non ha fatto che incrementare il numero di migranti irregolari e respinti con foglio di via. E dei cinque previsti n Sicilia sono in funzione solo tre (Lampedusa, Trapani e Pozzallo), con problemi enormi nella gestione della corretta informazione da fornire ai migranti che, provati da un viaggio drammatico, devono compilare un foglio-notizie, in cui dichiarare il motivo della presenza in Italia, senza saper neppure cosa stanno firmando.

Lo denunciano Sinistra Italiana, Arci Palermo e le associazioni Diritti e Frontiere, L’altro diritto Sicilia e Borderline, che hanno fornito i dati della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza, dal 1 gennaio al 15 febbraio di quest’anno, periodo di entrata in vigore del sistema hotspot. Il numero di stranieri rintracciati in situazione irregolare sono stati 5.254, 1.588 in più rispetto a quelli registrati nel stesso periodo del 2015 (3.666 persone), quando queste strutture non esistevano. “Si tratta di quelli che vengono definiti “migranti economici”, che non hanno quindi diritto allo status di rifugiato - spiega il vicepresidente della commissione Esteri e segretario della commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza, Erasmo Palazzotto, di Sinistra italiana -. Al momento dello sbarco, vengono fatte loro domande sommarie sul paese di provenienza e nella maggior parte dei casi vengono classificati come irregolari a cui non può essere concesso diritto di asilo. Entro 48 ore viene dato loro il foglio di via e vengono accompagnati alle stazioni ferroviarie, con l’obbligo di lasciare il paese entro 7 giorni. Lì vengono abbandonati, senza denaro e lasciati in un limbo dove non posso né andare via né restare in Italia”.
“Ma quando li recuperiamo sul territorio, tutti dicono di non aver capito cosa hanno firmato e vogliono presentare richiesta di asilo”, dice Alessandra Sciurba di L’altro diritto Sicilia. e, infatti, gli stranieri che non ottemperano all’ordine del questore di lasciare l’Italia sono nel primo mese e mezzo di quest’anno 2.871, quasi mille in più rispetto allo stesso periodo del 2015.

Non resta, allora, che fare ricorso contro un respingimento ritenuto illegittimo, “frutto di un comportamento arbitrario degli agenti di polizia a Lampedusa e a Pozzallo, mentre riscontriamo un’eccezione positiva a Trapani dove i migranti vengono adeguatamente informati”, spiega Fulvio Vassallo Paletnologo, dell’associazione Diritti e frontiere. I risultati raggiunti dagli avvocati sono postivi, ma i tempi incredibilmente lunghi. “Tutti i ricorsi vengono accolti - dichiara Fausto Melluso di Arci Palermo - ma tra procedure in questura ed esame delle commissioni per i richiedenti asilo, il limbo in cui queste persone vivono può durare anche due anni e mezzo. A Palermo grazie al numero verde dell’Arci nazionale si è riuscito ad offrire ai migranti tutela legale e sopperire ai bisogni primari. L’’unica struttura che può ospitarli oggi è però la missione di Biagio Conte, una struttura che nonostante gli sforzi di molti operatori è satura.”

Giornale di Sicilia 1 marzo 2016

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