(Dal Corriere della sera di oggi)
Cina, il tramonto della classe operaia - L'industria
pesante è da tempo in crisi di debito e sovraccapacità...
Lunedì Yin Weimin, ministro delle Risorse umane, ha annunciato la ristrutturazione dolorosa nei settori del carbone e dell’acciaio: prevede un totale di 1,8 milioni di esuberi per 1,3 milioni di minatori e 500 mila metalmeccanici. Yu ha promesso che il governo centrale metterà 100 miliardi di yuan (poco più di 13 miliardi di euro) per sostenere gli operai in esubero. Ieri fonti governative anonime hanno parlato con l’agenzia Reuters, alzando il bilancio a 5-6 milioni di licenziamenti, allargandolo ad altri settori schiacciati da una montagna di produzione in eccesso, dal cemento al vetro, alla carta, ai cantieri navali.
Il caso di cui si parla di più, anche in Europa, è quello del settore siderurgico: gli impianti in Cina possono sfornare 1,14 miliardi di tonnellate di acciaio all’anno, una sovraccapacità di 327 milioni di tonnellate rispetto a una domanda in calo, quindi sono utilizzati solo al 71% e una metà sono in perdita. Il dato si è triplicato rispetto al 2008, quando era di 132 milioni di tonnellate: così per trovare uno sbocco i cinesi pompano sussidi nelle acciaierie statali e giocano al «dumping», il ribasso dei prezzi, cercando di spazzare via la concorrenza internazionale...
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