mercoledì 23 marzo 2016

La razzista candidato sindaco di Brindisi con le sue falsità e affermazioni criminali fomenta l' odio e la paura verso i migranti ospiti di un dormitorio

L'eco degli attacchi terroristici che hanno funestato Bruxelles è arrivato fino a Brindisi, irrompendo nella campagna elettorale al termine della quale si sceglierà il nuovo sindaco della città.

Simona Pino D'Astore, candidata sindaco della città di Brindisi con la lista “Fronte Civico Brindisino” e sostenuta da tre liste, "Brindisi Piazza Pulita", "Un'amica in Comune" e "BrindisiInazione", ha trovato un filo rosso tra i tragici fatti accaduti poco più di 24 ore fa in Belgio e alcune vicende che, spesso, scaldano il dibattito politico e sociale in città.
La possibilità di legami tra i terroristi dell'Isis che hanno rivendicato gli attentati di Bruxelles e gli ospiti del dormitorio di via provinciale per San Vito, secondo Pino D'Astore, sarebbe più di un'elucubrazione o di una speculazione politica ma potrebbe rappresentare una realtà più vicina di quanto non si possa credere.
“Un mese fa abbiamo tentato di entrare qui, dove immigrati clandestini e non, si nascondono
di notte e sembrano non esistere di giorno. Qui, dove il fetore dell'immondizia, si mischia con l'odore pesante dell'alcol, dove sono parcheggiate un'enorme quantità di biciclette e di moto senza assicurazione, di dubbia provenienza; qui dove ci hanno aggredito solo perché volevamo capire meglio cosa accadesse all'interno”.
Pino D'Astore ha affidato il suo pensiero a Facebook, pubblicando a corredo del suo post alcune foto relative proprio al dormitorio dove trovano un tetto oltre 200 migranti.
“Ci hanno detto che ci sono dei responsabili – prosegue la Pino D’Astore - che non si poteva accedere. Ma dove sono questi signori che dovrebbero controllare chi c'è e cosa c'è davvero all'interno di quel casermone dove nessuno può avvicinarsi? Fanno finta di non sapere o non sanno realmente?”.
L'attacco al dormitorio e ai gestori del rifugio è diretto: già in passato, però, la Questura e i carabinieri hanno tenuto sotto controllo il capannone, anche in occasione di fatti simili a quelli accaduti a Bruxelles, non trovando motivi validi né per il fermo di nessuno degli ospiti, né per l'eventuale sgombero della struttura per motivi di ordine pubblico.
Pino D'Astore, però, tira dritto per la sua strada, alimentando dubbi e sospetti con affermazioni forti.
“Ieri, dopo l'attacco a Bruxelles, abbiamo visto festeggiare alcuni di loro in città. C'era gente apparentemente inserita ed è la cosa che fa più paura. Da diversi mesi ho notato che moltissimi di loro indossano un solo guanto, ieri ho sentito in tv che due potenziali attentatori lo indossavano a loro volta, forse per nascondere il detonatore. Allora non era un caso!".
Non bastano, ovviamente, certe coincidenze per fare di un migrante ospite in via provinciale per San Vito un terrorista dell'Isis ma l'analisi della candidata sindaco si allarga, gettando lunghe ombre su quello che potrebbe succedere da qui a poco se nessuno dovesse intervenire.
"Brindisi è terra di frontiera e tutti facciamo finta di niente. Siamo diventati terreno di conquista senza proferire parola. Aspettiamo che una strage avvenga anche da noi? Perché avverrà, presto o tardi avverrà. Sono fra di noi, ce ne sono tanti. Non ci hanno ancora attaccati – prosegue la Pino D’Astore - perché hanno bisogno di un approdo comodo geograficamente per distribuire le loro truppe. E noi silenziosi buonisti e ignari collaborazionisti, li accogliamo senza discernimento. Perché, tanto, le cose succedono sempre agli altri. La musica cambierà, deve cambiare. Occorre vigilare. Sono fra noi e noi abbiamo il dovere di controllare per non esporre la nostra Brindisi, i nostri concittadini ad un rischio che è divenuto altissimo in ogni parte d'Europa e la cui sottovalutazione – conclude - potremmo pagare a caro prezzo”.

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