Ieri in un'udienza noiosa, dove era in corso il controesame dei 4 periti scelti nel 2010 dal gip Todisco nell'incidente probatorio sulle emissioni dell'Ilva, e in cui l'obiettivo degli avvocati degli imputati era solo quello di incastrare i periti, chiedendo per ore ed ore attraverso varie foto dell'Ilva quale area o impianto rappresentasse, se vi avevano fatto accesso, prelievi, ecc., senza però formulare domande - quando nei verbali dei periti vi è già ampia documentazione degli accertamenti fatti; vi è stato il colpo a "sorpresa" (ma non tanto a sorpresa visti i precedenti), della ricusazione di uno dei periti, l'Ing. Santilli, per aver partecipato due anni prima (nel 2008), quale consulente dell'Ispra, ai lavori del gruppo istruttore incaricato di vagliare la domanda di AIA presentata dai Riva, ed esprimando in quella sede giudizi che poi sarebbero stati riportati uguali nella perizia per la Todisco.
Questo, secondo gli avvocati degli imputati, configurerebbe una incompatibilità e quindi è stata chiesta la ricusazione del perito, cercando di mandare così all'aria la sua perizia e la sua deposizione che ha preso almeno 4 udienze.
La presidente della corte d'Assise si è riservata di discutere la richiesta in camera di consiglio il prossimo 23 gennaio. Intanto le udienze già fissate a dicembr, quella di oggi e quelle del 19-20, continuano.
Ma, o la Corte d'Assise fa fare quello che vogliono agli avvocati degli imputati - vedi la storia delle foto, pur più volte eccepita dalla presidente perchè non si chiariva lo scopo, è potuta bellamente continuare per ore; o siamo ad un processo che fa acqua da varie parti...
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