Ilva - Fim/Cisl e Uilm a Bari: 4 gatti, al servizio del governo e della Mittal
Ieri è andata in scena a Bari, davanti alla sede del
Consiglio regionale, la piazzata di chi ha già venduto gli operai dell'Ilva e i cittadini dei quartieri inquinati di Taranto al governo e ai nuovi padroni. La loro protesta è perchè non si devono disturbare i manovratori (cioè loro) ai tavoli romani, dove Calenda decide e loro incassano, facendo passare tra i lavoratori le chiacchiere del governo, di Mittal e dei commissari Ilva. “Eravamo ad
un passo dall’inizio delle opere e della copertura dei parchi minerari – dice il rappresentante della Cisl... Abbiamo
lavoratori a casa da tre anni, circa 850 unità che a gennaio sarebbero
rientrati e invece così restano ancora fuori”. Ora si ricordano che vi sono già operai fuori in cig, quando loro hanno ampiamente sottoscritto e non contrastato prima i contratti di solidarietà e poi la cig. I sindacati confederali a Taranto dal 9 ottobre (giorno del grande sciopero e dei lunghi presidi all'Ilva) non hanno fatto un'assemblea, non hanno fatto un'iniziativa di lotta, sempre per non disturbare i manovratori, e si svegliano solo quando devono schierarsi al fianco del governo e di Mittal. Ma senza la lotta non ci sono gli interessi, i diritti, le rivendicazioni degli operai e della popolazione al tavolo romano, ma solo misere contrattazione sui numeri degli esuberi e sui tempi (comunque lunghissimi). Quella di ieri somiglia alla manifestazione a fianco di Riva del 30 marzo 2012. Ma per fortuna, a differenza di quella, stavano solo funzionari e delegati e qualche operaio che non vuole ragionare con la propria testa.
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