Il ciclo di Formazione su "Le lotte di classe in Francia" si è concluso. Ora i testi pubblicati dello e sullo scritto di Marx, il dibattito, gli interventi, grandi e piccoli, che sono stati fatti, i gruppi di studio in alcune città verranno sistematizzati in un quaderno/opuscolo, messo a disposizione delle avanguardie proletarie e dei movimenti; lo studio iniziale e il dibattito vogliamo poi riprenderlo e portarlo più avanti in una giornata seminariale a fine agosto (di cui daremo informazione).
Chiaramente occorre continuare questo lavoro, sia individualmente che collettivamente, sugli altri 2 fondamentali scritti storici di Marx, "Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte" e "Guerra civile in Francia".
Di questi, non facciamo un nuovo ciclo di Formazione on line, ma:
- per il "18 brumaio di Luigi Bonaparte" pubblichiamo - a seguire - una breve presentazione/nota fatta da una compagna di Palermo di proletari comunisti;
- per "La guerra civile in Francia" invitiamo a leggere l'intervento fatto in occasione della celebrazione dell'anniversario della Comune di Parigi:
Questo lavoro sugli scritti storici è di grandissima importanza, un'arma fondamentale da assimilare e usare anche oggi, in quanto esso permette ai proletari, proletarie avanzati, di comprendere, analizzare e intervenire dal punto di vista autonomo di classe sui nodi centrali degli avvenimenti/lotta nel nostro paese, come del dibattito interno ai movimenti più significativi di lotta (dalla questione Gilet gialli, alle battaglie antifasciste/antirazziste, a vicende che hanno al centro grosse questioni e contraddizioni, come lavoro e salute, vedi questione Ilva/ArcelorMittal; al movimento femminista, ecc.); dibattito che non è "accademico" ma è materia di scontro di classe, tra le teorie, politiche, prassi, obiettivi della classe proletaria e teorie, politiche, prassi, prospettive della borghesia, piccola borghesia.
I tre scritti storici di Marx sono lo strumento scientifico, essenziale dell’applicazione del pensiero e della teoria marxista alla politica, alle classi, alle dinamiche dello Stato, e, quindi, sono un’arma indispensabile della scienza della rivoluzione.
Oggi più che mai questo studio è necessario in una fase di confusione reale e indotta e di difficoltà per le avanguardie proletarie e spesso anche rivoluzionarie di autonomia di analisi di classe e di "rotta politica".
La scienza è scienza, si studia e si assimila con sforzo e passione. La scienza della rivoluzione non è solo un libro, è vita, fusa con attività ed esperienza.
Ora la Formazione Operaia on line si deve mettere al servizio del lavoro perchè gli operai prendano oggi nelle loro mani, oltre che la lotta sindacale di classe, la conduzione della lotta politica, contro padroni, governi, Stato.
Questa Formazione - che ha chiaramente come suo cuore essenziale lo studio de "Il Capitale"; ricordiamo che abbiamo realizzato un libro contenente tutte le "lezioni" on line di FO fatte negli anni scorsi su questo fondamentale libro - la cominceremo con un breve ciclo on line, sempre del giovedì, sul libro di Marx “Salario prezzo e profitto”.
Questo testo è importante sia per la comprensione scientifica del sistema del capitale, come si muove, come determina i processi che viviamo tutti i giorni, dentro la fabbrica e nella società; sia per impossessarsi degli strumenti teorici per dare gambe alla battaglia centrale oggi dell'aumento del salario, perchè essa è giusta, liberandola da tutte le pseudo teorie borghesi di economisti da strapazzo che vogliono rendere immodificabile il sistema del capitale.
La Formazione Operaia su "Salario prezzo e profitto" inizierà da giovedì 30 maggio.
Presentazione/Nota su "Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte"
In questo testo, scritto prevalentemente nei primi tre mesi del 1852, quindi poco tempo dopo il colpo di Stato di Luigi Bonaparte, Marx riprende e prosegue gli avvenimenti che tra il febbraio 1848 e il
dicembre 1851 videro la Francia passare dalla fase rivoluzionaria che aveva portato alla caduta della monarchia di Luigi Filippo d’Orleans, al trionfo - dopo un periodo complesso - della reazione borghese con il colpo di stato attuato da Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone I. Luigi Bonaparte, presidente della Seconda Repubblica francese (1848 – 1851), il 2 dicembre 1851 pose fine alla Repubblica con un colpo di stato ed in seguito diede origine al II Impero (1852 - 1870) con il nome di Napoleone III.
Marx descrive dettagliatamente e in modo molto vivo e incalzante tutti passaggi, il susseguirsi delle vicende politiche. Sembra, leggendo il testo, di ascoltare quasi una radiocronaca in diretta.
Sulla andata al potere di Napoleone III Marx ironizza fin dal titolo e nell’inizio del primo capitolo:
“Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano per, così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa. Caussidière (repubblicano piccolo borghese, dopo aver partecipato all'insurrezione operaia di Lione nel 1834, nel 48 fu prefetto di polizia a Parigi- ndr) invece di Danton (giacobino, ebbe una parte preminente negli avvenimenti rivoluzionari dell'agosto 1792, poi avvicinatosi alla Montagna - ndr), Louis Blanc (socialista dottrinario, fu membro del Governo provvisorio – ndr) invece di Robespierre (il personaggio più influente della Montagna nel periodo del Terrore - ndr), la Montagna del 1848-1851 invece della Montagna del 1793-1795, il nipote (Luigi Bonaparte- ndr) invece dello zio (Napoleone Bonaparte - ndr)”
“Io mostro - dice Marx - come in Francia la lotta di classe creò le condizioni e una situazione che resero possibile ad un personaggio mediocre e grottesco di far la parte dell’eroe”.
La vicenda di Napoleone I era parte di un processo storico che aveva significato un reale rivolgimento sociale, progressivo, dal sistema feudale al sistema della borghesia al potere con la rivoluzione francese, la borghesia rivoluzionaria, sviluppata economicamente e politicamente, si alleò per prendere il potere con le masse contadine e il proletariato “Gli uni spezzarono le terre feudali, e falciarono le teste feudali cresciute sopra di esse…”
La rivoluzione del '48 non fu il rivolgimento del sistema sociale ma “il rovesciamento della forma di Stato”, all’interno di un sistema sociale sempre a dominazione borghese.
Dalla monarchia costituzionale borghese la rivoluzione porta alla repubblica democratico-borghese; il proletariato, dice Marx, trova nella repubblica democratico-borghese un ambito favorevole per lottare per la sua “emancipazione” rivoluzionaria (la borghesia deve liberarsi da vincoli e orpelli per favorire e potenziare la produzione capitalistica, fa le Costituzioni, sancisce le cosiddette libertà democratiche), per progredire ed organizzarsi grazie alle libertà civili e politiche. Ma il potere è sempre nelle mani della borghesia che dinanzi allo spettro/pericolo di una nuova sollevazione rivoluzionaria, arriva anche a mettersi contro il suo stesso potere delegandolo a personaggi avventurieri “mediocri e grotteschi” dice Marx, come Napoleone III.
La società borghese viene salvata dai “nemici della società” (il proletariato rivoluzionario).“…Con il 2 dicembre (1851) la rivoluzione di febbraio viene fatta sparire col trucco di un baro e ciò che appare rovesciato non è più la monarchia, ma le concessioni liberali che le erano state strappate con un secolo di lotte”.
Nell'analisi di questi avvenimenti Marx critica e bolla le altre analisi.
Dice Marx. "Un determinato avvenimento storico/politico non si può comprenderlo se lo si considera inaspettato, come fa V. Hugo, "un fulmine a ciel sereno” o “l'atto di violenza di un individuo”, che in quetso modo, “si ingrandisce… invece di rimpicciolirlo, in quanto gli attribuisce una potenza di iniziativa personale che non avrebbe esempi nella storia del mondo”.
Marx critica anche Proudon “dal canto, suo, cerca di rappresentare il colpo di stato come il risultato di una precedente evoluzione storica; ma la ricostruzione storica dei colpo di stato si trasforma in lui in una apologia storica dell'eroe del colpo di stato. Egli cade nell'errore dei nostri cosiddetti storici oggettivi”.
Nel corso della campagna elettorale del dicembre 1848, che in Francia mette fine alla Costituente e di fatto al potere della borghesia repubblicana che passa alla borghesia monarchica unita nel partito dell’ordine (borghesia proprietaria delle terre e borghesia della grande industria), Napoleone III nel suo manifesto elettorale inneggia al sostegno per la "religione, la famiglia, la proprietà" considerate come "la base eterna di ogni ordine sociale", cioè del sistema della borghesia dominante, ma annuncia anche piani per favorire l'occupazione, pensioni di vecchiaia ai lavoratori e riforme adeguate che, senza rovinare i ricchi, avrebbero garantito il benessere di tutti
In questo modo Napoleone III fu eletto e ottenne voti anche dai contadini scontenti per l'aumento dei prezzi, da lavoratori disoccupati, piccoli imprenditori che volevano prosperità, sicurezza…
Scrive Marx nel 18 Brumaio, a proposito del consenso popolare che si creò attorno a Napoleone III in Francia, "i popoli nei periodi di depressione e di scoraggiamento lasciano volentieri stordire la loro paura segreta da coloro che gridano più forte".
Lo studio degli scritti storici di Marx deve aiutare ad imparare a leggere/tradurre gli avvenimenti politici acquisendo il metodo indicato e applicato da Marx alla realtà dei fatti che accadono: non soffermarsi solo a capire gli accadimenti fenomenici, ma andare più a fondo per analizzare la vera essenza degli eventi politici, e cioè la lotta di classe che c’è alla base di essi, comprendere i conflitti tra le classi esistenti sulla scena che sviluppano contraddizioni ma anche a volte collusioni, a seconda dei diversi interessi di classe; avere il polso sullo stato del proletariato nella lotta di classe di fase, per indicare la lotta politica necessaria volta all’organizzazione rivoluzionaria del proletariato.
Nella prefazione alla terza edizione del testo Engles scrive:”Fu proprio Marx ad aver scoperto per primo la grande legge dell’evoluzione storica, la legge secondo la quale tutte le lotte della storia, che si svolgano sul terreno politico, religioso, filosofico, o su un altro terreno ideologico, in realtà non sono altro che l’espressione più o meno chiara di lotte fra classi sociali; secondo la quale l’esistenza, e quindi anche le collisioni, di queste classi sono a loro volta condizionate dal grado di sviluppo della loro situazione economica, dal modo della loro produzione e dal modo di scambio che ne deriva”.
Questi testi sono quindi una guida, un manuale, per imparare e mettere in pratica la scienza della politica rivoluzionaria
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