Un detenuto tarantino di 42 anni si è suicidato nel reparto infermeria del carcere di Taranto
nella giornata di mercoled’. Scontava una condanna definitiva per
estorsione e tentato furto con fine pena fissata al 28 agosto prossimo. Il carcere di Taranto si avvia ad avere il tragico
primato anche per numero di suicidi oltre che per carcere più
sovraffollato d’Italia“. Lo sostiene l’associazione Marco Pannella commentando la notizia del suicidio di un detenuto di Manduria nel reparto infermeria del carcere di Taranto. “Nel carcere di Taranto – osserva l’associazione Pannella – manca
tutto: agenti penitenziari, educatori, palestra, campo, acqua calda,
docce, attività e progetti di reinserimento per tutti e persino il
magistrato di sorveglianza è completamente assente. Tutto questo è fuori
legge. Come può uno Stato chiederne poi rispetto? Forse è proprio la
mancanza di speranza per il futuro che porta così tanti detenuti al
suicidio“. Nel frattempo, “le persone – conclude l’associazione – continuano
a morire in carcere nella disattenzione totale di politica e
istituzioni. Per questo rivolgiamo per l’ennesima volta a Comune e
Provincia di Taranto l’invito a nominare il garante comunale e
provinciale dei detenuti. Domani, dalle ore 18, saremo a Taranto in
piazza della Vittoria per raccogliere firme per eutanasia legale e anche
segnalazioni da parenti dei detenuti e operatori penitenziari“.
Il sovraffollamento del carcere di Taranto
Lo si evince dalle schede del Ministero della Giustizia. I posti regolamentari sono 306, ma i reclusi il sovraffollamento del carcere di taranto sono 612, stipati in 282 celle Sovraffollato all’inverosimile, con un numero di detenuti che è esattamente il doppio dei posti disponibili e una presenza quasi simbolica, in termini di cifre, degli educatori a cui è affidata la riabilitazione di chi deve scontare una condanna. Le nuove schede on line pubblicate dal ministero della Giustizia sul suo sito sui penitenziari italiani confermano la situazione da allarme del carcere di Taranto. I posti regolamentari sono 306, ma i reclusi sono 612, stipati in 282 celle. Di loro si occupano quattro educatori, che sono sotto organico visto che sulla carte ne sono previsti sei. E le condizioni di vita non sono delle migliori. L’acqua calda è presente solo nella sezione femminile e nell’infermeria. E se tutti i servizi igienici sono muniti di porte, ci sono solo 22 docce. Non c’è un campo sportivo, nè una palestra. E sono pochissimi i detenuti che lavorano.
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