Ripartiamo da questo.
Dal corteo di persone che ha riempito la strada che collega i Tamburi a Statte.
Dalle realtà di tutta Italia solidali al nostro dramma che hanno risposto a gran voce alla nostra chiamata nazionale: Taranto non è sola.
Da chi ha camminato per tre chilometri sotto la pioggia, fino al camino E312.
Da tutto questo organizzato in due mesi.
Dal fatto che Taranto non ha più paura.
Dalla certezza che quello del 4 MAGGIO 2019 non è stato solo un corteo ambientalista, ma una marcia per manifestare il dissenso nei confronti delle politiche dell'attuale governo e dei suoi predecessori, una marcia per palesare la necessità di uscire dalla monocultura dell'acciaio e cercare alternative sostenibili.
Non
dobbiamo piangerci addosso per una città che ha elevato a stile di vita
la sua assurda apatia, che ancora non ha capito quanto importante sia
la partecipazione reale (che niente ha a che vedere con quella
virtuale), noi non ci fermiamo e continueremo a far affidamento su chi
ci mette il tempo, il cuore e la faccia. Non fasciamoci la testa per
l'amaro ritorno in piazza Gesù Divin Lavoratore. E soprattutto, non
iniziamo a dividerci tra buoni e cattivi. Perché ieri abbiamo visto una
piazza che ha ritrovato nuova vita dopo sei anni.
"VERREMO ANCORA ALLE VOSTRE PORTE E GRIDEREMO ANCORA PIÙ FORTE!"
#quattromaggiotaranto
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