sabato 11 maggio 2019

ArcelorMittal chiede, a difesa dei suoi profitti e dello sfruttamento dei suoi operai, misure protezionistiche alla UE - MA NON L'HANNO FATTA ANCHE AM E GOVERNO ITALIANO LA "CONCORRENZA SLEALE" CON L'ACCORDO DEL 6 SETTEMBRE?

È di estrema importanza ristabilire (in Europa) condizioni eque per far fronte alla concorrenza sleale“. Lo chiede il ceo e presidente di ArcelorMittal M. Lakshmi N. Mittal in occasione dei risultati trimestrali del gruppo che segnano un calo dei profitti del 15,3% rispetto al trimestre precedente e del 34,2% rispetto al primo trimestre del 2018. In particolare Lakshmi N. Mittal chiede “tariffe doganali” sull’acciaio importato in Europa in modo da “garantire che i prodotti importati siano soggetti agli stessi costi della tasse sulle emissioni di Co2 sostenute dai produttori europei“. “I risultati del primo trimestre riflettono la difficile congiuntura affrontata negli ultimi mesi” ha proseguito. Un Ebita a 1,652 miliardi di dollari è il più basso dal 2016. A pesare sul risultato proprio “le forti importazioni in Europa“. Mentre le misure di salvaguardia introdotte dalla Commissione Ue “non sono ancora completamente effettive” sottolinea, ricordando il taglio di produzione di 3 milioni di tonnellate che porterà alla sospensione di produzioni in Polonia e Spagna, e al mancato aumento della produzione all’ex Ilva di Taranto.

DALLA DENUNCIA ALLA PROCURA DELL'ACCORDO DEL 6 SETTEMBRE FATTA DALLO SLAI COBAS SC 

- Aggiramento dell'art. 2112 e “concorrenza sleale”.
L'accordo del 6.9.18 ha avuto per oggetto la cessione d'azienda dall'Ilva AS al gruppo ArcelorMittal Italia. La “cessione d'azienda” è disciplinata dall'art.2112 che prevede il passaggio alla nuova azienda di tutti i lavoratori occupati presso l'azienda cedente. Nel caso in essere invece l'accordo ha eluso e aggirato la disciplina del 2112. La scrivente ritiene... che nella vendita dell'Ilva AS non si può concretizzare una deroga al 2112, in quanto...
...- la deroga nel caso in specie, una fabbrica siderurgica collocata sul mercato europeo e internazionale, si configura come illegittimo aiuto di Stato e “concorrenza sleale” sul piano internazionale a discapito di altre aziende del settore.
La Corte di Giustizia si è già pronunciata in passato censurando “aiuti” da parte dello Stato italiano, in quanto in grado di incidere ed impedire l’uscita dal mercato di imprese decotte, cui veniva permesso di permanervi a discapito, pertanto, di altre....
...L'ipotesi di “concorrenza sleale”, inoltre, si configura – a parere della scrivente - anche nella previsione di una cassa integrazione per i lavoratori rimasti in Ilva AS di durata di cinque anni; una cigs così lunga costituisce di fatto anch’essa un elemento distorsivo della concorrenza, non solo rispetto alle normali concessioni di cigs ad altre aziende nazionali, ma anche rispetto alle situazioni di aziende siderurgiche sul piano internazionale.

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