“La giornata del 4 maggio è stata la prima tappa di un nuovo
percorso cittadino che non ha intenzione di fermarsi. Le migliaia di
persone che hanno marciato per la chiusura di tutte le fonti inquinanti e
contro ogni forma di sfruttamento dei territori e degli individui, sono
il risultato di una comunità che vuole essere indipendente dalle
logiche elettorali e distaccata da tutti quei partiti che hanno
contribuito a martoriare e svendere il territorio tarantino. Non
vogliamo essere i/le rappresentanti di nessuno/a, non miriamo a nessuna
poltrona, semplicemente sogniamo una Taranto che inizi a ricostruire un
nuovo tessuto sociale comune partendo dalle nostre piazze, dai nostri
quartieri e che sia capace di pretendere tutto ciò che le è stato
sottratto“. Questo l’incipit di un nuovo comunicato dell’, dopo la manifestazione di sabato 4 maggio.
“Il 4 maggio ha voluto mostrare che la vera alternativa a questo sistema assassino é ciascuno di noi,
abbiamo deciso di esistere e resistere, di lottare quotidianamente per una società migliore – prosegue la nota -. Non accettiamo che la rabbia sociale espressa durante il corteo venga strumentalizzata per offuscare i contenuti costruttivi della giornata del 4 maggio. La rabbia delle realtà in lotta è diretta conseguenza della violenza di stato perpetrata da decenni in nome del profitto. Il grande contributo partecipativo e comunicativo delle varie comunità giunte a Taranto da tutta Italia per sostenerci dimostra che non siamo i/le soli/e che subiscono un attacco quotidiano sulle proprie vite. Taranto non ha nulla da giustificare e non è sola!“.
“Noi siamo al fianco di chi ha nel proprio cuore il sogno di liberarsi dai fumi che avvelenano i nostri corpi, dalle coperture che hanno come unico obiettivo quello di deteriorare ulteriormente il paesaggio, dal ricatto occupazionale, dall’immobilità sociale in cui ristagna ogni cittadino/a all’ombra delle grandi industrie – sostengono dall’Assemblea Permanente -. Abbiamo la volontà di creare e sostenere una comunità che si autodetermini nelle scelte e che metta al centro della propria lotta la chiusura dello stabilimento Ilva (gestione Arcerol Mittal) e la riconversione totale del territorio ripartendo dagli operai, dagli/lle abitanti del quartiere, dai/lle precari/e, dai/lle disoccupati/e, dalla forza delle mamme e da tutti e tutte coloro che non hanno smesso di gridare “Taranto Libera“.
“La giornata del 4 maggio ci permette di credere ulteriormente in tutti e tutte noi, e nella possibilità di sviluppare nuove forme sociali ed economiche fuori dalle logiche del profitto e della speculazione, per cui è necessario e vale la pena lottare. Riconosciamo che il lavoro sarà lungo e tortuoso ma siamo disposti/e a qualsiasi cosa pur di tutelare questo movimento che cresce giorno dopo giorno – concludono -. Le assemblee pubbliche continueranno: è nostro interesse scoprire le necessità della comunità, a partire dagli spazi pubblici e relazionali del tutto assenti, e aprire nuovi luoghi di confronto capaci di creare canali di coinvolgimento reale nelle decisioni che ci appartengono come cittadini e cittadine“.
“Il 4 maggio ha voluto mostrare che la vera alternativa a questo sistema assassino é ciascuno di noi,
abbiamo deciso di esistere e resistere, di lottare quotidianamente per una società migliore – prosegue la nota -. Non accettiamo che la rabbia sociale espressa durante il corteo venga strumentalizzata per offuscare i contenuti costruttivi della giornata del 4 maggio. La rabbia delle realtà in lotta è diretta conseguenza della violenza di stato perpetrata da decenni in nome del profitto. Il grande contributo partecipativo e comunicativo delle varie comunità giunte a Taranto da tutta Italia per sostenerci dimostra che non siamo i/le soli/e che subiscono un attacco quotidiano sulle proprie vite. Taranto non ha nulla da giustificare e non è sola!“.
“Noi siamo al fianco di chi ha nel proprio cuore il sogno di liberarsi dai fumi che avvelenano i nostri corpi, dalle coperture che hanno come unico obiettivo quello di deteriorare ulteriormente il paesaggio, dal ricatto occupazionale, dall’immobilità sociale in cui ristagna ogni cittadino/a all’ombra delle grandi industrie – sostengono dall’Assemblea Permanente -. Abbiamo la volontà di creare e sostenere una comunità che si autodetermini nelle scelte e che metta al centro della propria lotta la chiusura dello stabilimento Ilva (gestione Arcerol Mittal) e la riconversione totale del territorio ripartendo dagli operai, dagli/lle abitanti del quartiere, dai/lle precari/e, dai/lle disoccupati/e, dalla forza delle mamme e da tutti e tutte coloro che non hanno smesso di gridare “Taranto Libera“.
“La giornata del 4 maggio ci permette di credere ulteriormente in tutti e tutte noi, e nella possibilità di sviluppare nuove forme sociali ed economiche fuori dalle logiche del profitto e della speculazione, per cui è necessario e vale la pena lottare. Riconosciamo che il lavoro sarà lungo e tortuoso ma siamo disposti/e a qualsiasi cosa pur di tutelare questo movimento che cresce giorno dopo giorno – concludono -. Le assemblee pubbliche continueranno: è nostro interesse scoprire le necessità della comunità, a partire dagli spazi pubblici e relazionali del tutto assenti, e aprire nuovi luoghi di confronto capaci di creare canali di coinvolgimento reale nelle decisioni che ci appartengono come cittadini e cittadine“.
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